In occasione dei 450 anni dalla scomparsa di Giorgio Vasari, le Gallerie dell’Accademia di Venezia hanno presentato la straordinaria e inedita ricostruzione integrale del soffitto ligneo dipinto da Vasari per Palazzo Corner Spinelli a Venezia, a quasi cinque secoli dalla sua realizzazione nel 1542: un’impresa fino a pochi anni fa ritenuta impossibile. Gli elementi del soffitto Corner erano stati dispersi già alla fine del Settecento e, a partire dagli anni Ottanta del Novecento, sono stati riacquistati, in Italia e all’estero, per iniziativa del Ministero della Cultura e degli istituti veneziani, in primo luogo delle Gallerie dell’Accademia.
Un lavoro eccezionale reso possibile grazie anche a un’importante campagna di ricerca e di fundraising volta al recupero delle tavole andate disperse.
Le Gallerie dell’Accademia presentano l’opera, inedita nel suo insieme e restaurata nelle sue parti per l’occasione, in una sala interamente dedicata lungo la loggia palladiana e la espongono rigorosamente a soffitto, in un ambiente immersivo che intende riproporre la camera di Palazzo Corner cui era destinata. Realizzata nel 1542 su commissione di Giovanni Corner, appartenente a una delle famiglie più influenti e nobili di Venezia, l’opera si compone di nove tavole dipinte: le cinque principali raffigurano le Allegorie delle Virtù (Carità, Fede, Speranza, Giustizia e Pazienza), mentre sui quattro comparti angolari, di dimensioni inferiori, l’artista ha dipinto Putti con tabelle.
Come è emerso dagli studi sull’opera, Vasari introdusse delle varianti rispetto al tema classico del Trionfo delle Virtù, accostando al soggetto centrale nelle cinque tavole un esempio positivo, che rafforza ed esprime il concetto della virtù in questione, e uno negativo, che contrasta e si oppone al soggetto stesso. Questo dettaglio non è secondario, poiché è proprio la corretta attribuzione di un esempio negativo, il Giuda che si toglie la vita, per anni ritenuto un brano indipendente dall’opera del Vasari per Palazzo Corner, all’apparato decorativo del soffitto ad aver fornito la chiave interpretativa dell’iconologia dei singoli comparti, attribuendo nuovo significato all’unità della composizione.
Già nel XVIII secolo, i vari comparti del soffitto furono rimossi dalla loro collocazione originaria e trasferiti altrove; nell’Ottocento i pezzi finirono in collezioni italiane ed estere. A partire dal 1987, lo Stato ha avviato un lento ma costante processo di acquisizione dei comparti, iniziando con l’Allegoria della Giustizia, l’Allegoria della Pazienza e due Putti con tabella, destinati alle Gallerie dell’Accademia. Nel 2002, un ulteriore Putto con tabella viene aggiunto alla collezione, insieme all’Allegoria della Carità, proveniente dalla Pinacoteca di Brera a Milano. L’Allegoria della Fede e l’Allegoria della Speranza, acquistate rispettivamente nel 2013 e nel 2017, hanno completato la ricostruzione del soffitto vasariano di Palazzo Corner Spinelli con i comparti noti. Gli unici frammenti al momento dispersi sono il quarto Putto con Tabella e due frammenti resecati dal comparto con l’Allegoria della Fede
Diverse sono le realtà che, in accordo con il Ministero della cultura e la Soprintendenza per il Polo museale veneziano, hanno reso possibile questa iniziativa. In particolare, Venetian Heritage, che ha supportato le Gallerie dell’Accademia dal punto di vista economico e organizzativo e ha finanziato il volume riccamente illustrato, edito da Marsilio Arte, che ripercorre l’intera storia dell’opera. Inoltre, The Venice in Peril Fund, Fondazione di Venezia, Vela S.p.A., MSC crociere, SAVE S.p.A, il Consorzio Venezia Nuova, Fondazione Veneto Banca. In questa prospettiva e relativamente, in particolar modo, all’individuazione e al recupero dell’Allegoria della Fede, l’Ambasciata italiana a Londra ha reso disponibile la sede per sottoscrivere il contratto d’acquisto.
“La ricomposizione dell’opera di Vasari”, ha dichiarato il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, “aggiunge un tassello importante alla comprensione e alla lettura della storia dell’arte. Le tavole dipinte dal genio aretino possono finalmente essere restituite al pubblico. L’importante campagna di ricerca e fundraising che ha consentito la riacquisizione dell’opera è l’ulteriore conferma di quanto sia necessario e fecondo il rapporto tra pubblico e privato nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Per questo ringrazio sentitamente tutti i soggetti promotori di questa ennesima grande impresa italiana”.
“Un evento che pochi musei al mondo possono vantare e che corona un lungo lavoro di acquisizione, restauro, studio preliminare e progettazione del riassemblaggio dei comparti dell’insieme”, spiega il direttore delle Gallerie dell’Accademia Giulio Manieri Elia. “Più di due secoli fa, Venezia ha assistito al progressivo disperdersi, in frammenti, di uno dei suoi gioielli artistici. Sono circa quarant’anni che lo Stato italiano ha intrapreso, su iniziativa dell’allora Soprintendenza storico-artistica veneziana e grazie a un proficuo coordinamento tra gli Uffici del Ministero della Cultura e alla fattiva collaborazione di fondazioni internazionali, enti pubblici e società private, una lodevole iniziativa volta a rintracciare e recuperare i frammenti di questo prezioso manufatto, che, come un puzzle, si è andato via via ricomponendo”.