Andrà all’asta da Christie’s il 6 luglio, con una stima tra le 4 e le 6 milioni di sterline (4,6-7 milioni di euro) una rara Crocifissione giovanile del Beato Angelico: si tratterà del più importante momento della Old Masters Part I Sale che si terrà durante la Classic Week di Londra. La tavola, di 59 x 34 cm, è stata scoperta e pubblicata nel 1996 da Francis Russell, attuale vicepresidente di Christie’s per il Regno Unito, che sull’opera scrisse un saggio pubblicato nel Burlington Magazine del maggio 1996, suscitando un interesse diffuso tra gli studiosi.
È un’opera giovanile, collocata, dagli altri sei studiosi che ne hanno scritto (Diane Cole Ahl, Laurence Kanter, Giorgio Bonsanti, Gerardo De Simone, Ginevra Utari e Carl Brandon Strehlke), tra il 1419 e il 1424. A favore dell’attribuzione anche uno dei massimi esperti del Beato Angelico, Angelo Tartuferi, che peraltro curerà tra il 2025 e il 2026 una mostra sull’artista a Palazzo Strozzi (e potrebbe esserci anche la tavola in questione). In origine era lo scomparto centrale di un trittico devozionale di cui non conosciamo il committente. Non è nota la storia antica dell’opera. Si pensa che sia stato acquisito a metà Ottocento sul mercato italiano da un nobile collezionista, Lord Ashburton, che morì nel 1864 e successivamente l’opera è arrivata agli attuali proprietari per discendenza. Opere di questo tipo arrivano molto raramente sul mercato: dal 2000 a oggi ci sono state soltanto due opere del Beato Angelico andate all’asta (una lo scorso anno da Christie’s a New York: si trattava di una tavola con san Domenico e san Francesco, venduta per 4,7 milioni di dollari). L’opera sarà visibile al pubblico a New York dal 10 al 14 giugno, prima di tornare a Londra per l’esposizione dei lotti alla Classic Week a Londra, visitabile dall’1 al 6 luglio.
L’opera in passato era stata attribuita alla scuola di Lorenzo Monaco, e secondo Russell in favore dell’attribuzione al Beato Angelico giocherebbe la prospettiva centrale della croce, dimostrazione del fatto che l’autore dell’opera era consapevole del lavoro di artisti come Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti. Un’ulteriore dimostrazione verrebbe data dal mantello di san Giovanni che sembrerebbe modellato in termini scultorei. La storica dell’arte Diane Cole Ahl ha anche notato che i lineamenti e la postura del santo sono stati probabilmente ispirati dal personaggio che compare nella formella realizzata da Ghiberti per il concorso del 1401.
Con una sola eccezione (il tondo del Museo di San Marco), tutte le numerose successive raffigurazioni della Crocifissione realizzate dal Beato Angelico, compresi i venti affreschi eseguiti da lui o sotto la sua supervisione nelle celle del convento di San Marco a Firenze, avrebbero mostrato la Croce nella giusta prospettiva. Molti pittori, tuttavia, continuarono per qualche tempo ad aderire al modello precedente.
L’artista in questa tavola utilizza inoltre il colore per scopi compositivi (rosa, blu intenso, verde e rosso), sistemando le tonalità secondo calibrate simmetrie, probabilmente distribuite anche pensando agli scomparti laterali del trittico. La sensibilità cromatica dell’artista è ancora percepibile grazie al notevole stato di conservazione delle figure; il timbro illustra il gusto personale dell’artista, mentre i colori delle vesti della Vergine e dell’abito della Maddalena erano determinati per convenzione.
“Beato Angelico”, spiega Christie’s in una nota, “è stato uno dei primi pittori ad apprendere le lezioni della scultura contemporanea e quest’opera presenta al mercato la sua significativa evoluzione nella prospettiva dipinta: raffigurare la croce dritta in prospettiva corretta, logica, senza la falsa aggiunta di mostrare la profondità del palo trasversale destro che era lo standard all’epoca. L’opera trasmette un’espressione emotiva e un’intensità che è amplificata dall’esemplare condizione originale delle figure che, non essendo state ripulite in tempi recenti, forniscono all’osservatore del XXI secolo una straordinaria possibilità di sperimentare il meraviglioso senso del colore dell’artista”.
Francis Russell, vicepresidente britannico di Christie’s, ha commentato: “È stato un momento emozionante quando mi sono reso conto di essere in presenza di uno dei primi capolavori del Beato Angelico. Questa tavola esemplifica la sua profonda convinzione religiosa. Intensamente personale, esprime anche la sua comprensione del risultato rivoluzionario dei grandi scultori fiorentini del suo tempo. La morbidezza con cui Cristo è raffigurato trova il suo contrappunto nella cruda commozione della Vergine e nel pathos della Maddalena inginocchiata aggrappata alla Croce, il cui spessore è rivelato dalla posizione delle sue braccia. Ogni gesto è perfettamente pesato. La delicatezza dell’uso del colore da parte del pittore è evidente nel modo in cui il sangue sia di Cristo che del pellicano in alto si abbina alla veste della Maddalena. Con Beato Angelico nulla è stato casuale”.