Il Polittico dell’Agnello Mistico, uno dei più grandi capolavori dell’arte fiamminga, non smette di stupire e regala alcune significative novità sul suo conto. Sappiamo infatti che fu realizzato da Jan van Eyck (Maaseik, 1390 circa - Bruges, 1441) e da suo fratello maggiore, Hubert van Eyck (? - Gent, 1426). Fino a oggi non sapevamo però fino a dove fosse arrivato il lavoro dell’uno e dove quello dell’altro: si ipotizzava, sulla base dell’iscrizione (poi rivelatasi autentica) sulla cornice scoperta nel 1823, che Hubert avesse iniziato a lavorare al dipinto e che Jan lo avesse proseguito a partire dal 1426, alla morte del fratello.
La scritta fu oggetto di acceso dibattito fino al 2020, quando ne fu attestata l’autenticità al termine dei lavori di restauro del registro inferiore degli scomparti interni. Adesso, proprio per quanto riguarda questi pannelli del polittico, siamo in grado di distinguere il lavoro dei due fratelli. Il restauro ha infatti portato alla luce uno strato sottostante a quello che i visitatori hanno ammirato per anni nella Cattedrale di San Bavone a Gent, dove il Polittico è conservato, e ha stimolato nuovi studi per definire quale fosse il ruolo esatto avuto da Hubert.
Le conclusioni di questi studi sono state rese note ieri 13 ottobre dallo studio interdisciplinare dall’Istituto Reale per il Patrimonio Culturale (KIK-IRPA – Bruxelles) e dall’Università di Anversa (AXIS Research Group, UA). Sappiamo ora che il dipinto originario di Hubert presentava importanti differenze nella composizione. Nel pannello centrale, Hubert dipinse il cielo, il paesaggio collinare e alcuni edifici, oltre alle città sull’orizzonte e al prato: tutti questi dettagli sono da assegnare a Hubert. In una seconda fase, probabilmente a seguito della scomparsa di Hubert nel 1426, si riconosce la mano di Jan van Eyck, che ha completato e ridipinto una gran parte del lavoro di suo fratello, lasciando però alcune parti intatte. La parte centrale con la sorgente fu ridipinta con l’immagine della grande fontana che vediamo oggi, e inoltre Jan ridipinse meticolosamete le parti attorno ad alcune delle figure di Hubert, ritoccandone alcune e aggiungendone altre. Jan è intervenuto anche sul paesaggio, per esempio aggiungendo alcuni alberi e aggiungendo una velatura azzurra sul cielo. Sulla città all’orizzonte, Jan ha poi aggiunto il campanile della cattedrale di Utrecht, l’abbazia di San Bavone e la chiesa di Nostra Signora di Bruges. In una terza fase, Jan elaborò ulteriori dettagli: per esempio, venne ingradita la colomba dello Spirito Santo. Le parti del dipinto originario di Hubert, la maggior parte ritoccate da Jan, benché coperte da uno strato di vernice successive, possono essere viste con l’ausilio di apparecchiature all’avanguardia.
La scoperta fa luce su un antico enigma ma potrebbe anche essere un punto di partenza e aprire un nuovo capitolo nello studio dei primitivi fiamminghi: la ricerca di altri dipinti di Hubert Van Eyck. Il maggiore degli illustri fratelli potrebbe infatti essere l’“anello mancante” tra l’arte rivoluzionaria di Jan van Eyck e la cosiddetta tradizione pittorica pre-eyckiana. La ricerca fornisce inoltre dati per partire con nuovi studi sul registro superiore del polittico aperto (ancora non studiato da questo punto di vista, in quanto non ancora restaurato né analizzato).
“Ancora una volta, il restauro della Pala di Gand e le ricerche che ne sono seguite hanno portato a una svolta spettacolare”, afferma Jan Jambon, ministro della cultura delle Fiandre. “Oggi, anche il mistero di Hubert Van Eyck è stato risolto e possiamo onorare in modo permanente entrambi i grandi artisti fiamminghi. Siamo estremamente curiosi delle scoperte che ci aspetteranno nella prossima e ultima fase del restauro”.
“In questi ultimi anni”, dichiara Matthias Diependaele, ministro fiammingo del Patrimonio Immateriale, “abbiamo investito in modo sostanziale nel restauro e nella valorizzazione sia della Cattedrale, con il suo nuovo centro visitatori all’avanguardia, sia del Polittico di Gand. Sono lieto di essere stato in grado di dare un contributo importante per inserire ancora più saldamente il patrimonio fiammingo sulla mappa internazionale come destinazione turistica. È quindi una scelta ovvia per il governo fiammingo investire anche nella terza e ultima fase di restauro della pala d’altare”.
“Non c’è dubbio che Van Eyck fosse un genio”, sottolinea Lode van Hecke, vescovo di Gand. “Ma lo stesso si può dire dei restauratori. La mia esplicita gratitudine va al team dell’Istituto Reale per il Patrimonio Culturale: hanno offerto una prestazione notevole con grande passione, pazienza e professionalità. Hanno posto una pietra miliare nella storia del Polittico di Gand”.
Polittico dell'Agnello mistico: scoperto il ruolo di Hubert van Eyck |