Olanda, la Mauritshuis dell'Aia rivede le attribuzioni di tre dipinti dati a Rembrandt


Dopo alcuni studi, la Mauritshuis dell’Aia, sede di un importante nucleo di Rembrandt, ha rivisto le attribuzioni di tre dipinti tradizionalmente dati a Rembrandt: per il museo, si tratta invece di opere della sua bottega.

La Mauritshuis dell’Aia, uno dei più importanti musei dei Paesi Bassi, casa di un importante nucleo di opere di Rembrandt (con capolavori come La lezione di anatomia del dottor Nicolaes Tulp, l’Omero, l’Autoritratto del suo ultimo anno di vita e l’Andromeda) ha rivisto l’attribuzione di tre opere appartenenti a quell’insieme di lavori che un tempo furono acquistati come Rembrandt, ma che negli ultimi tempi sono stati fortemente messi in discussione. I tre dipinti in questione (il Ritratto di Rembrandt con gorgiera, il Tronie di vecchio e lo Studio di un uomo anziano) sono stati recentemente riesaminati nel laboratorio di restauro del museo con le tecniche più moderne (due di queste opere sono state anche restaurate) e per tutti e tre, è stata scartata l’attribuzione a Rembrandt.

Cominciando con il Ritratto di Rembrandt con la gorgiera, si tratta di un dipinto che fu acquistato dallo Statolder Guglielmo V nel 1768. Per anni, il dipinto è stato considerato un capolavoro assoluto dell’opera di Rembrandt, un autoritratto dipinto in giovane età. Una seconda versione del dipinto è conservata al Germanisches Nationalmuseum di Norimberga. Fino a venticinque anni fa, si credeva che il dipinto tedesco fosse una copia: è stato poi rinvenuto un disegno preparatorio sotto gli strati di pittura, una scoperta senza precedenti nella produzione di Rembrandt. Questa scoperta ha dato avvio a ulteriori indagini, e alla fine si scoprì che il Rembrandt della Mauritshuis, ritenuta il capolavoro del museo, era la copia, e che il dipinto di Norimberga si rivelò essere l’originale, opera dello stesso Rembrandt. Ora, il dipinto è stato restaurato e riesaminato. La conclusione che la versione della Mauritshuis è una copia è stata confermata dall’ultima ricerca.

Secondo gli esperti del museo olandese, si tratta dell’opera di un allievo di Rembrandt. I suoi allievi si esercitavano nello studio copiando le opere del maestro, e quest’attività era parte della loro formazione. Il museo ha considerato diversi nomi: la prima possibilità è Isaac de Jouderville, ma questo allievo non era abbastanza bravo da produrre la qualità che si apprezza in questo dipinto. La seconda possibilità è Jan Lievens, un caro amico di Rembrandt di Leida, che però, intorno al 1630, data di probabile esecuzione del dipinto, era un pittore molto quotato, quindi è altamente improbabile che abbia copiato un dipinto dell’amico (la copia era infatti riservata ad artisti di seconda fascia). Rimarrebbe, secondo il museo, Gerrit Dou: è lui il pittore maggiormente indiziato. Fu il primo allievo di Rembrandt a Leida, dipingeva con grande meticolosità ed è considerato il fondatore del gruppo di artisti noti come “fijnschilders” (“pittori raffinati”) di Leida. Tuttavia, secondo la Mauritshuis, mancano elementi a supporto di un’attribuzione a Dou. Al momento, dunque, il ritratto dev’essere classificato come copia proveniente dalla bottega di Rembrandt.

Rembrandt (copia da studio), Ritratto di Rembrandt con gorgiera (1629 circa; L'Aia, Mauritshuis)
Rembrandt (copia da studio), Ritratto di Rembrandt con gorgiera (1629 circa; L’Aia, Mauritshuis)

Il Tronie di un vecchio (per “tronie” s’intende, nella pittura olandese del Seicento, una sorta di ritratto ideale, uno studio, il ritratto di una persona non esistente nella realtà) raffigura un anziano con baffi e pizzetto, dalle rughe dipinte con delicata precisione, che ci guarda accigliato, con un cappotto marrone bordato di pelliccia e un berretto nero. Abraham Bredius, direttore della Mauritshuis, acquistò il dipinto per la propria collezione nel 1892, ma poi lo prestò al museo, dove fu esposto. In un articolo sulla rivista d’arte Oud Holland, Bredius si riferì con entusiasmo alla sua acquisizione definendola “probabilmente il ritratto più interessante del padre di Rembrandt”. Abraham Bredius era infatti certo che questo dipinto di Rembrandt fosse un ritratto di suo padre, Harmen Gerritszoon van Rijn. L’uomo compare in diverse opere di Rembrandt e nelle opere di artisti con cui era in contatto. Per secoli, si è creduto di riconoscere il padre di Rembrandt in stampe, disegni e dipinti.

Questo finché è emerso un disegno in cui il soggetto veniva sicuramente identificato come “Harmen Gerrits Van Rhijn”: vi si poteva vedere un uomo dal naso largo e dalla folta barba, che sembrava molto diverso dal “padre” del dipinto della Mauritshuis. Si ritiene dunque che il Tronie sia basato su di un modello che Rembrandt pagò per posare nel suo studio. Questo dipinto è stato inoltre manomesso in un qualche momento della sua esistenza: analisi tecniche hanno dimostrato che lo sfondo è stato ridipinto molto tempo dopo la sua prima conclusione. Un campione di pittura è stato rimosso dallo sfondo con un bisturi e al microscopio è stato possibile osservare i diversi strati di pittura. Uno spettrometro a fluorescenza a raggi X ha inoltre permesso al museo di identificare gli elementi chimici negli strati di pittura. Sappiamo quindi esattamente quali pigmenti abbia scelto il pittore. La ridipintura risale probabilmente all’inizio del XVIII secolo, è stata applicata direttamente sulla vernice originale ed è diventata molto dura. I tecnici del museo non sono ancora riusciti a trovare un solvente che permetta di rimuovere la ridipintura in modo sicuro, ma le tecniche stanno progredendo rapidamente. Dunque, in attesa di nuovi sviluppi, anche per questo dipinto il verdetto è che si tratti dell’opera di un collaboratore della bottega di Rembrandt.

Bottega di Rembrandt, Tronie di vecchio (1630 circa; L'Aia, Mauritshuis)
Bottega di Rembrandt, Tronie di vecchio (1630 circa; L’Aia, Mauritshuis)

Rimane infine lo Studio di un uomo anziano. Il direttore Abraham Bredius fu felicissimo quando la Mauritshuis acquistò questo dipinto nel 1891. Lo definì “un esemplare del periodo più maturo dell’artista”. Era la prima opera tarda di Rembrandt nella collezione, quindi si trattava di un’acquisizione importante. L’anziano uomo nel dipinto fu identificato come Adriaen van Rijn, fratello dell’artista. Eppure, sono stati sollevati dubbi sull’autenticità del dipinto. Per molti anni è stato difficile affermarlo con certezza, poiché il dipinto era in cattive condizioni, con molti strati di ridipinture scolorite. Grazie ai recenti lavori di restauro, il dipinto può essere ora riconsiderato. Un risultato interessante dell’indagine condotta finora è la conclusione che la firma di Rembrandt sia completamente autentica. Ci troviamo quindi di fronte a un dilemma, poiché persistono dubbi sull’attribuzione. Com’è possibile? Il nome di Rembrandt fu scritto quando il dipinto era ancora fresco. Quindi fa parte del dipinto originale. Anche la grafia della firma sembra del tutto corretta e non differisce da altre firme di Rembrandt. C’è però qualcosa di sbagliato nella datazione, che fu applicata in seguito con una pittura diversa. L’anno non è sicuramente scritto con la calligrafia di Rembrandt.

Ora che il restauro è completato, è possibile indagare meglio chi l’ha dipinto, osservandolo e confrontandolo attentamente. Rispetto all’autoritratto tardo di Rembrandt, esposto nella stessa, il naso è meno evidente. La luce che colpisce il naso nell’autoritratto lo fa risaltare ulteriormente. Anche l’occhio sinistro è molto chiazzato, e questo non è dovuto solo a danni alla pittura. Ripetto all’Autoritratto e all’Omero, anch’esso esposto nella stessa sala, lo Studio di un uomo anziano è meno riuscito. Il museo ritiene che sia opera di un allievo che cerca di imitare lo stile del maestro. Quanto al dilemma della firma, non era insolito che un maestro firmasse l’opera di un allievo: se veniva dipinta nello studio di Rembrandt, era comunque un suo “prodotto”. Con la firma di Rembrandt, un dipinto di un allievo poteva essere venduto come se fosse un’opera del maestro. Al momento però non è chiaro stabilire con sicurezza a chi si debba assegnare il dipinto. Per il museo, dunque, è forse opera di uno studente o di un collaboratore della bottega, ma non può essere comunque esclusa l’idea che possa essere un dipinto dello stesso Rembrandt.

Rembrandt o bottega, Studio di un uomo anziano (1655-1660; L'Aia, Mauritshuis)
Rembrandt o bottega, Studio di un uomo anziano (1655-1660; L’Aia, Mauritshuis)


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