C'è una nuova opera di Donatello in Slovacchia? Da Firenze arriva una doccia fredda


In Slovacchia in questi giorni c’è entusiasmo per un’opera, riscoperta di recente, che è stata attribuita a Donatello: dall’Opera del Duomo di Firenze arriva però una doccia fredda. Ecco come stanno le cose al momento.

Ha fatto molto discutere in questi giorni la notizia della possibile attribuzione a Donatello di un busto di marmo, a lungo trascurato, che si trova in un piccolo museo di una cittadina della Slovacchia: si parla di un ritratto di una giovane donna conservato al Museo Spiš di Levoča, che secondo la direttrice dell’istituto, Mária Novotná, potrebbe essere di Donatello. Tuttavia, ieri è giunta la doccia fredda da parte degli esperti dell’Opera del Duomo di Firenze. Andiamo però con ordine.

Il busto in questione è stato a lungo ritenuto un’imitazione del XIX secolo come tante: non è raro imbattersi in marmi dell’Ottocento che imitano opere rinascimentali. Quando Mária Novotná ha individuato il nome di Donatello sul busto di marmo di una giovane donna conservato nella collezione del museo, lo ha inviato per ulteriori esami all’Accademia slovacca delle scienze di Bratislava. Secondo quanto riportato dalla testata Slovak Spectator, la prima a dare la notizia, gli esperti che hanno condotto le ricerche, guidati dalla studiosa Marta Herucová, studiosa specialista di scultura del XIX secolo, sarebbero “quasi certi” che la scultura sia un originale di Donatello. E lo ritengono un ritratto della nobildonna Cecilia Gonzaga (Mantova, 1426 – 1451), figlia del marchese di Mantova, Gianfrancesco I Gonzaga, e di Paola Malatesta (la giovane, che non fu inclusa nelle politiche matrimoniali della famiglia, come era destino di tante giovani del tempo che non dovevano andare in spose a rampolli di altre famiglie entrò in convento nel 1445 e vi rimase fino alla fine dei suoi giorni).

Secondo le ricostruzioni, l’opera sarebbe arrivata in Slovacchia grazie ai forti legami tra i Gonzaga di Mantova e la famiglia Csáky, che in precedenza possedeva la scultura. Il legame tra le due famiglie è stato fatto risalire al XVII secolo, anche se non è chiaro quando la scultura è passata di mano. L’opera è stata conservata nella casa signorile dei Csáky a Spišsky Hrhov per secoli. Dopo la seconda guerra mondiale, la villa fu trasformata in un riformatorio per ragazze. Lì, l’opera d’arte divenne un... giocattolo per le studentesse, secondo Novotná. Il busto veniva fatto rotolare come una palla e persino truccato. Fu solo nel 1975 che la scultura arrivò al Museo Spiš, dove inizialmente fu catalogata come imitazione del XIX secolo e lasciata a languire in deposito. Solo prestando maggiore attenzione all’iscrizione “Opus Donatelli” presente sulla base (e simile a quella che si trova in altre opere di Donatello), Novotná ha iniziato a interrogarsi sulla vera identità dell’opera.

Il busto attribuito a Donatello
Il busto attribuito a Donatello

La maggior parte della ricerca sull’autenticità del busto di Gonzaga è stata condotta dalla storica dell’arte Marta Herucová, e a questo punto s’inserisce il... giallo relativo al ruolo dell’Opera del Duomo di Firenze. Alcuni mezzi d’informazione hanno infatti riferito che Herucová si sarebbe avvalsa dell’aiuto dell’Opera del Duomo di Firenze e in particolare di Giovanni Serafini (è stato detto addirittura che l’opera slovacca sarebbe stata confrontata con alcune opere note dell’artista che si trovano a Firenze). Ma l’ente fiorentino ha seccamente smentito ogni coinvolgimento: in particolare, gli studiosi slovacchi sarebbero stati solo accompagnati in una visita finalizzata alla visione diretta delle opere di Donatello conservate nel complesso di Santa Maria del Fiore. Ma nessuno studioso affiliato all’ente si è espresso sull’attribuzione.

“In merito alle recenti notizie riguardanti il busto in marmo raffigurante la nobildonna italiana Cecilia Gonzaga conservato nel Museo Spiš a Levoča (Slovacchia)”, ha fatto sapere l’ente con una nota inviata ieri, “l’Opera di Santa Maria del Fiore smentisce categoricamente che sia mai stato espresso un parere sull’attribuzione dell’opera a Donatello. Nel giugno 2022, l’Opera di Santa Maria del Fiore ha accolto le studiose impegnate nelle ricerche sul busto, guidandole nell’osservazione diretta dei capolavori di Donatello conservati nella Cattedrale, nel Battistero e nel Museo dell’Opera del Duomo a Firenze. Durante tale occasione, si è svolta una conversazione di carattere generale sulla scultura rinascimentale e sull’artista. A tal proposito, Giovanni Serafini storico dell’arte, dipendente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, precisa quanto segue: ‘Non ho espresso nessun parere, nemmeno in via informale, sull’autografia donatelliana del busto di Levoča’”.

Al momento, l’opera oggetto d’indagine non è ancora stata esposta al pubblico ed è visibile solo in una scansione 3D. Il busto è attualmente custodito con cura e i media slovacchi hanno ipotizzato se un’opera simile sarebbe al sicuro nell’attuale sistema museale del paese.


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