A Napoli sono cominciati i lavori di restauro nel Chiostro di San Giacomo della Marca. Lo storico chiostro, posto sul lato sinistro della chiesa di Santa Maria la Nova nel pieno centro storico del capoluogo campano, si appresta ad accogliere il progetto promosso e finanziato dalla società di gestione del sito monumentale, la San Martino Alberghi srl, e realizzato dal Corso di Laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa sotto la vigilanza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per Il Comune di Napoli.
Scopo del progetto è quello di condurre un intervento completo su tre pitture murali databili al XVII secolo. Il restauro interesserà anzitutto il dipinto raffigurante la Deposizione di Cristo, l’opera posta sulla controfacciata di ingresso al chiostro e attribuita a Simone Papa detto “il Moderno” (di cui si hanno notizie tra il 1614 e il 1629), artista che con il suo maestro Belisario Corenzio collaborò alla realizzazione di Santa Maria la Nova. I lavori comprenderanno anche il restauro di altre due pitture murali: un riquadro decorativo posto sulla parete laterale dell’edificio e il ritratto raffigurante Franciscus Quinionius.
“Il restauro della Deposizione di Cristo”, dice Francesca Pagliari di San Martino Alberghi srl, “è un sogno che si realizza, ma anche una grande responsabilità nei confronti della collettività. Il nostro scopo consiste nel rendere fruibile e accessibile da parte della comunità un bene del valore artistico inestimabile. Da qui l’idea di attivare una collaborazione con l’Università Suor Orsola Benincasa con la quale abbiamo sviluppato l’idea di un cantiere didattico permanente”.
“La famiglia Pagliari è nel recupero e nella valorizzazione di beni storici da molti anni ed è grazie a loro se è stato possibile dare un input imprenditoriale importante per la rivalutazione del Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova”, afferma il professor Giuseppe Reale, Direttore del Complesso Monumentale di Santa Maria La Nova. “Il nostro obiettivo è fare impresa, cultura e formazione. Tutto questo è possibile grazie alla collaborazione con il professor Pasquale Rossi Presidente del corso di laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei beni culturali UNISOB che con un team di restauratrici dell’ateneo è sceso in campo per recuperare e valorizzare le opere presenti nel chiostro di San Giacomo della Marca. Siamo consapevoli che ci aspettano mesi intensi di studio e di lavoro, ma anche di grandi soddisfazioni”.
I lavori di restauro dureranno 120 giorni e saranno condotti da Maria Rosaria Vigorito, restauratrice nell’elenco dei professionisti riconosciuti dal MIBAC ed esperta nel settore di pertinenza 1-2 materiali lapidei, musivi e derivati/superfici decorate dell’architettura. Gli operatori di cantiere saranno invece 6 studentesse e 4 tutor dell’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa appartenenti al Corso di laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali LMR/02 Dipartimento di Scienze Umanistiche.
“Il lavoro dei nostri studenti a Santa Maria La Nova”, dice Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa e vicepresidente del CNR, “è una delle tante testimonianze concrete della vocazione pratica del nostro sistema didattico ed in particolare è uno dei tanti impegni al servizio del patrimonio culturale della nostra città che assumiamo con il nostro Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei beni culturali”.
Per l’occasione sarà allestito un cantiere didattico visitabile ai non addetti ai lavori, che potranno osservare, in orari e giorni prestabiliti, i lavori in corso d’opera messi in atto. Il restauro prevede un capillare intervento sulle tre pitture murali che oggi, come evidenziato dallo stato di conservazione del bene, presentano depositi superficiali, distacchi di intonaco dal supporto murario, patine bianche ascrivibili a infiltrazioni di umidità e alla presenza di attacchi biodeterogeni oltre che fenomeni di disgregazione progressiva degli intonaci. Un restauro “scientifico” che oltre a mappare e documentare pedissequamente gli interventi sulla struttura, verrà condotto con l’impiego di solventi green di ultima generazione e a bassa tossicità: sono previsti trattamenti di biocida e consolidamento degli intonaci originari, pulitura della superficie pittorica ma anche lavori di stuccatura e integrazione cromatica che restituiranno unità di lettura cromatica alle tre opere. Un lavoro di recupero certosino che permetterà di proteggere gli affreschi e ridonare alla città di Napoli e ai numerosi visitatori del Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova opere del valore storico e artistico inestimabile.
Il Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova, nel cuore del centro storico di Napoli, è uno scrigno di arte e di storia di rara bellezza la cui fondazione risale al 1279. Nel suo aspetto attuale, l’antico complesso monastico racconta e conserva le molteplici trasformazioni occorse nel passare dei secoli, sia architettoniche che decorative. Sul lato sinistro della Chiesa, capolavoro indiscusso di cultura barocca, sorge il Convento che si articola in due chiostri di cui il più piccolo, anche detto Chiostro di San Giacomo, risalente alla fine del XVI secolo e realizzato da Giovanni Cola di Franco. Di forma rettangolare, presenta colonne monolitiche sormontate da capitelli di ordine ionico collocate su un basso muretto interrotto da quattro passaggi.
I quattro bracci sono caratterizzati da archi a tutto sesto e volte a crociera affrescate. Il ciclo di affreschi è dedicato a San Giacomo della Marca e rappresenta scene di vita del santo, grottesche e iscrizioni illustrative. Le pitture sono attribuite a Simone Papa e datate tra il 1627 e il 1628. Nel chiostro sono presenti anche un pozzo in marmo e alcuni monumenti sepolcrali provenienti dalla vicina chiesa. Nel corso degli anni il convento napoletano ha vissuto diverse vicissitudini e avuto svariate destinazioni d’uso: ha ospitato la congregazione del Monte de’ Musica una scuola per formare cantori, calligrafi e poeti, è stato sede di studi scientifici e teologici nel XVII secolo, ha accolto nelle sue sale un’infermeria e per un breve periodo è stato anche adibito a parcheggio abusivo per le auto. Solo grazie alla sensibilità di mecenati illuminati questo scrigno d’arte di inestimabile valore è tornato al suo originario splendore e oggi si appresta a vivere una nuova vita.