È stato assegnato ieri sera, per la prima volta, il Premio Cremonini di Modenantiquaria: il riconoscimento, introdotto quest’anno, premia l’opera d’arte ritenuta la più significativa dell’esposizione di antiquariato di Modena, giunta quest’anno alla trentottesima edizione (è visitabile fino al 16 febbraio). Il premio è andato al piccolo monumento equestre a Francesco III d’Este del carrarese Francesco Antonio Panzetta Cassarini (Carrara, 1719 – 1797), presentato da Altomani & Sons e accompagnato da una nota biografica dello storico dell’arte Andrea Fusani. La cerimonia si è svolta alla Galleria Estense di Modena. Il premio è stato assegnato dal comitato scientifico di Modenantiquaria, composto da Andrea Bacchi, Andrea De Marchi, Michele Danieli, Carlo Falciani, Aldo Galli, Fernando Mazzocca, Alessandro Morandotti, Gianni Papi, Lucia Peruzzi e Yuri Primarosa.
Il piccolo monumento riconosciuto dunque come la miglior opera di Modenantiquaria è un’opera giovanile di Panzetta Cassarini e reca sulla base la firma dell’autore: l’opera, secondo Fusani, “rientra in una più ampia operazione volta a celebrare la figura del duca, nei primi decenni dell’unione, dinastica e amministrativa, tra il ducato di Modena e Reggio e gli stati di Massa e Carrara”. A seguito del matrimonio tra Maria Teresa Cybo, duchessa di Massa e principessa di Carrara, ed Ercole Rinaldo d’Este, figlio di Francesco III duca di Modena, a Massa nel 1741 si era insediato un Consiglio di Reggenza che aveva un ministro estense nominato da Modena: di conseguenza, i rapporti tra Modena e il piccolo ducato apuano si erano notevolmente intensificati.
L’opera, nonostante le ridotte dimensioni, non è un bozzetto, malgrado in passato fosse stata ritenuta tale: “appare definita”, spiega Fusani, “con squisita eleganza, sin nei più piccoli dettagli, suggerendo certo la possibilità di una sua esecuzione in più ampie proporzioni, ma portando in sé il carattere di manufatto autonomo, testimonianza delle speranze riposte dai carraresi nell’avvento del nuovo governo e delle indiscutibili abilità del giovane Francesco Antonio. All’evidente maestria tecnica si unisce un gusto moderno e fresco, nell’aggiornamento di un modello che rimanda al Luigi XIV di François Girardon, e che anticipa quanto svolto più tardi, su scala monumentale, con l’erezione della statua equestre di Francesco III di Cybei a Modena”. La statua di Cybei venne realizzata nel 1774 ma durò molto poco, perché fu distrutta nel 1796. Il piccolo monumento di Panzetta Cassarini presumibilmente venne apprezzato, perché l’autore poté definirsi, in più occasioni e in documenti ufficiali, “Scultore ducale” o “Scultore di Sua Altezza Serenissima”.
Panzetta Cassarini era nipote di Bartolomeo Panzetta, a sua volta scultore (le ricerche di Fusani hanno consentito di appurare che “Panzetta” era il cognome paterno dell’artista e non, come si credeva, un soprannome): con lo zio paterno, il giovane Francesco Antonio compì la sua formazione. Insegnò all’Accademia di Belle Arti di Carrara fin dalla sua fondazione nel 1769, peraltro con doppia cattedra (caso unico: insegnava sia scultura sia architettura) ed era noto soprattutto per le sue capacità nell’ornato.