Importante acquisizione per il Metropolitan Museum of Art di New York, che si è assicurato, per la somma di 23 milioni di dollari, un rarissimo rilievo in bronzo attribuito a Gian Marco Cavalli (Viadana, 1454 circa – post 1508), orafo, scultore, incisore e medaglista che lavorò per i Gonzaga alla corte di Mantova. Creato intorno al 1500, secondo il Met è sia il più grande tondo in bronzo del periodo sia uno degli esempi tecnicamente più sofisticati. Impreziosito da dorature e intarsi d’argento, il tondo è decorato con quattro figure della mitologia romana e fornisce nuovi dati su questo particolare genere di bronzi prodotti nell’Italia settentrionale.
Il tondo di Cavalli conserva ancora la sua cornice e un anello di sospensione in modo da poter essere appeso al muro come un dipinto, e a livello stilistico traduce una complessa narrazione pittorica nel linguaggio scultoreo dell’oro, dell’argento e del bronzo, dimostrando le relazioni strettamente legate tra pittura, scultura, disegno, incisione e oreficeria alla corte dei Gonzaga. Il rilievo, un’allegoria che celebra l’armonia, mostra Venere, dea dell’amore, che sottomette il bellicoso Marte, dio della guerra, al suo potere. La dea, raffigurata con ali dorate, è colta mentre cattura Marte con il suo sguardo, mentre suo marito Vulcano fabbrica l’elmo del dio della guerra. L’iscrizione latina li ammonisce: “Venere, Marte e Amore gioiscono. Vulcano, tu fatichi”. Secondo gli esperti del Met, il tondo, di grande raffinatezza, potrebbe essere stato realizzato per Isabella d’Este, marchesa di Mantova. L’attribuzione di opere a Cavalli peraltro è rimasta sempre molto complicata fino al ritrovamento di questo tondo nel 2003.
Il simbolismo del tondo suggerirebbe un paragone tra Isabella d’Este e Venere, seguendo un tema già affrontato nel Parnaso del 1497, conservato al Louvre, dipinto da Andrea Mantegna per lo studiolo di Isabella nel Palazzo Ducale. Come il quadro di Mantegna, anche il tondo mostra Marte, Venere, Cupido e Vulcano, ma in una concezione del tutto originale tratta da una raccolta di poesie di corte gonzaghesche contemporanee e romanzi popolari. La risonanza del tondo con l’arte e la letteratura associate a Isabella suggerisce che potrebbe averlo commissionato lei stessa, forse per completare i dipinti esposti nel suo studiolo.
“Il tondo in bronzo è un capolavoro assoluto, che si distingue per il suo significato storico, il virtuosismo artistico e la composizione unica”, ha affermato Max Hollein, direttore del Met. “Si tratta di un’acquisizione davvero trasformativa per la collezione di sculture rinascimentali italiane del Met. Non vediamo l’ora di approfondire e mostrare questa magnifica opera, che fa di Cavalli uno dei geniali creatori dello stile di corte dei Gonzaga”.
“Sebbene il Met sia ricco di dipinti e stampe del Mantegna e detiene la più grande collezione di bronzi dorati e argentati di Pier Jacopo Alari Bonacolsi detto l’Antico al di fuori dell’Europa”, sottolinea Sarah E. Lawrence, responsabile di scultura e arti decorative europee al Met, “non c’era nessun esempio equivalente in rilievo bronzeo nella nostra collezione. Con questa entusiasmante acquisizione, il Met è oggi uno dei pochi musei al mondo in grado di illustrare la fondamentale collaborazione tra Mantegna, l’Antico e Cavalli sotto il patrocinio di Isabella d’Este”. Denise Allen, curatrice del Dipartimento di scultura e arti decorative europee, ha aggiunto: “La sontuosa doratura del tondo mantovano, l’argentatura meticolosamente intarsiata, e la cesellatura così varia e di alta qualità identificano il tondo come un capolavoro nel quale Cavalli ha espresso le sue superlative abilità come orafo e scultore”.
L’acquisto del tondo è stato possibile in gran parte grazie allo straordinario lascito dell’illustre curatore emerito della scultura europea del Met James David Draper (1943–2019). Draper ha guidato gli sforzi del Met per acquisire il tondo appena fu scoperto nel 2003, ma il museo all’epoca lo perse all’asta. All’epoca scrisse: “Questo è il bronzo rinascimentale più emozionante apparso sul mercato da secoli”. Draper ha trascorso i suoi 45 anni di carriera al Met, costruendo le collezioni del Museo di sculture italiane del XV e XVI secolo e francesi del XVIII e XIX secolo. Si è ritirato nel 2014 come curatore presso il Dipartimento di scultura e arti decorative europee. In qualità di Direttore Esecutivo della Isaacson-Draper Foundation, ha generosamente sostenuto acquisizioni, mostre, programmazione e la Biblioteca Thomas J. Watson del Museo. Un importante supporto per l’acquisizione è stato fornito anche da Alejandro Santo Domingo e Michel David-Weill insieme ad altri amministratori del Comitato per le acquisizioni del Met.
Il museo prevede di esporre il tondo nella Galleria 536 entro l’inizio di marzo 2022.
Colpo del Metropolitan: acquistato un rarissimo tondo bronzeo rinascimentale di Cavalli |