Mantova, capolavoro di Girolamo Bonsignori entra nella collezione di Palazzo Ducale


A Mantova, Palazzo Ducale acquisisce l’Adorazione dei pastori di Girolamo Bonsignori in asta da Christie’s. Un dipinto di raffinata bellezza, testimonianza rara della produzione artistica dell’autore, entra così nel patrimonio rinascimentale della collezione del museo.

A Mantova, Palazzo Ducale ha recentemente arricchito la propria collezione di arte rinascimentale con una straordinaria opera di Girolamo Bonsignori, l’Adorazione dei pastori. Il dipinto è stato acquistato in un’asta di Christie’s a New York, il 23 maggio 2024 (aggiudicato per la somma di 44.100 dollari, ovvero poco più di 40.000 euro), e rappresenta una delle più importanti acquisizioni dell’istituto negli ultimi anni. La notizia dell’acquisizione è stata data solo negli ultimi giorni in occasione della presentazione dell’opera, disponibile al pubblico dallo scorso 25 ottobre, nel nuovo allestimento delle collezioni rinascimentali di Palazzo Ducale.

Considerato dagli studiosi uno degli apici della produzione di Bonsignori, questo dipinto offre una testimonianza unica del lavoro del pittore, di cui restano pochissime opere. La paternità di questo dipinto, databile al 1526-1529, è stata a lungo oggetto di discussione. Inizialmente attribuito a Lorenzo Lotto, solo successivamente venne ricondotto a Bonsignori, a partire da una rivalutazione critica avvenuta nei decenni scorsi. Questo cambiamento ha reso l’opera ancor più preziosa, e la sua attribuzione attuale è ormai consolidata. Nel 1998, lo studioso Gianni Romano considerava l’Adorazione dei pastori addirittura come il capolavoro di Bonsignori. Nel 2010, Renato Berzaghi scrisse invece che l’opera offre una summa della poetica dell’artista.

L’acquisizione dell’Adorazione dei pastori ha suscitato grande interesse per la rarità e la complessità compositiva che caratterizzano l’opera. Bonsignori è infatti noto per un corpus estremamente limitato di lavori, ma di notevole rilevanza storica e artistica. Nato circa nel 1472, secondo quanto indicato in un registro veronese del 1492, Bonsignori era probabilmente ancora chiamato Matteo prima di prendere i voti nell’ordine domenicano, dove diventa poi “fra Girolamo”. Con ogni probabilità, morì nel 1529, e nel corso della sua vita realizzò solo pochi dipinti, tra cui questo importante capolavoro.

“L’opera”, dichiara entusiasta Stefano L’Occaso, direttore di Palazzo Ducale, “è davvero un piccolo capolavoro! Il dipinto riassume la poetica di Girolamo Bonsignori, con forme e dettagli che si legano alla decorazione del refettorio di San Benedetto in Polirone e che ci assicurano che tanto la tela (oggi a Badia Polesine) quanto gli affreschi, riferiti al Correggio nel momento della loro scoperta, spettano a Girolamo. La partecipazione a un’asta internazionale è stata un’operazione complessa, avallata dagli organi di controllo e sostenuta ancora una volta dalla Direzione Generale Musei, alla quale va il mio sincero ringraziamento. Un lavoro che ha permesso di accrescere in pochi anni, in maniera straordinaria, il patrimonio di Palazzo Ducale”.

Girolamo Bonsignori, Adorazione dei pastori (1526-1529; olio su tela, 89,5 x 96,5 cm; Mantova, Palazzo Ducale)
Girolamo Bonsignori, Adorazione dei pastori (1526-1529; olio su tela, 89,5 x 96,5 cm; Mantova, Palazzo Ducale)

Il profilo di Girolamo Bonsignori: pittore e frate domenicano

Fra’ Girolamo Bonsignori, nato intorno al 1472, era fratello del più noto Francesco Bonsignori, anch’egli pittore di talento. Il giovane Girolamo, probabilmente noto col suo nome di battesimo Matteo fino all’età di vent’anni, entrò poi nell’ordine domenicano. Una testimonianza della sua vita monastica e artistica è offerta da Giorgio Vasari, che nella sua opera Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori parla di Bonsignori come di un uomo “non pur di santa e buona vita, ma anco ragionevole dipintore, come si vede nel convento di San Domenico in Mantoa, dove, oltre all’altre cose, fece nel refettorio un bellissimo Cenacolo e la passione del Signore, che per la morte sua rimase imperfetta. Dipinse il medesimo quel bellissimo Cenacolo che è nel rifettorio de’ monaci di San Benedetto, nella ricchissima badia che hanno in sul mantoano”.

In un altro passo delle Vite, Vasari cita due importanti opere realizzate dal frate a San Benedetto Po: “nel medesimo luogo è di mano d’un frate Girolamo, converso di S. Domenico, nel refetorio in testa, come altrove s’è ragionato, in un quadro a olio ritratto il bellissimo cenacolo che fece in Milano a Santa Maria delle Grazie Lionardo da Vinci, ritratto dico tanto bene, che io ne stupii”. A San Benedetto Po dunque Bonsignori realizzò una nota raffigurazione del Cenacolo ispirata a quella più famosa di Leonardo da Vinci a Santa Maria delle Grazie, a Milano (l’opera si trova oggi a Badia Polesine: tornò a San Benedetto Po temporaneamente nel 2019 in occasione di una mostra sul Cinquecento a Polirone). Secondo Vasari, l’interpretazione di Bonsignori di questa scena era talmente dettagliata e ben realizzata da suscitare meraviglia.

Le opere rimaste: un corpus ridotto ma significativo

Sebbene il numero delle opere attribuibili a Girolamo Bonsignori sia limitato, la loro qualità testimonia il talento dell’artista. Tra le più celebri troviamo il già citato Cenacolo, oggi conservato a Badia Polesine e originariamente collocato nel refettorio di San Benedetto a Polirone, dove sono stati attribuiti a Bonsignori anche gli affreschi che incorniciavano il Cenacolo, solitamente dati invece al Correggio.

Un’altra importante opera è l’Allegoria della Fede, custodita nella chiesa abbaziale dello stesso complesso. A Verona, nel Museo di Castelvecchio, sono conservate due ante d’organo con una scena dell’Annunciazione, provenienti dalla chiesa di San Pietro Martire a Murano e anch’esse attribuite a Bonsignori. Infine, un piccolo Cristo Portacroce su tavola, firmato dall’artista, si trova nel Museo di Olomouc, al Castello di Šternberk, in Repubblica Ceca.

A causa della scarsità di opere, è difficile tracciare l’evoluzione stilistica completa di Bonsignori. Tuttavia, il dipinto acquistato da Palazzo Ducale fornisce una testimonianza fondamentale del suo percorso artistico.

Dettagli iconografici e influenze: l’unicità dell’Adorazione dei pastori

L’Adorazione dei pastori è una scena complessa e ricca di dettagli, che evidenziano la capacità dell’artista di fondere elementi simbolici e narrativi. Il dipinto presenta una composizione articolata, arricchita da dettagli iconografici particolari e inediti. Ad esempio, il pavimento in marmo è decorato con un motivo a meandri e una scacchiera bianca e nera, simile a quello utilizzato da Bonsignori nell’Ultima Cena di San Benedetto Po. Sul pilastro di una colonna compare un bassorilievo raffigurante Davide con la testa di Golia, che richiama altri personaggi veterotestamentari affrescati dallo stesso autore.

Uno degli elementi più interessanti è l’immagine della Vergine che asciuga i panni vicino al fuoco, una scena insolita che è più comune nelle rappresentazioni della Natività della Vergine. Questo dettaglio riflette forse una sensibilità dell’artista verso il mondo quotidiano e familiare, che si intreccia con il messaggio sacro dell’opera.

Anche lo sfondo del dipinto rivela una certa unicità, con un paesaggio che ricorda le atmosfere dei paesaggi nordici, caratterizzato da una rupe imponente a sinistra e una città lontana al centro. I colori del cielo, dai toni rossastri, arricchiscono ulteriormente l’atmosfera del quadro, conferendo alla scena una dimensione fantastica e quasi visionaria.

Un altro dettaglio significativo del dipinto è una scritta che compare in basso, al centro della scena. Il testo, secondo gli studi di Gianni Romano, riprende un distico di Jacopo Sannazaro tratto dal poema De partu Virginis, completato nel 1513 e pubblicato nel 1526. La scritta, “Partus integritas, discordes tempore longo / virginis in gremio fœdera pacis habent”, riflette temi di purezza e pace ed è già attestata almeno dal XIII secolo. Tuttavia, la popolarità dei versi potrebbe essere stata influenzata proprio da Sannazaro, vicino alla corte dei Gonzaga. Lo stesso distico compare anche in un’altra Adorazione dei Magi di Girolamo da Salerno, databile intorno al 1520 e oggi conservata al Pio Monte della Misericordia di Napoli.

Un contributo prezioso alla collezione rinascimentale di Palazzo Ducale

Con l’aggiunta di questo dipinto alla sua collezione, Palazzo Ducale si arricchisce di un’importante testimonianza della pittura rinascimentale italiana. L’opera di Girolamo Bonsignori, con la sua raffinatezza stilistica e complessità iconografica, rappresenta un contributo prezioso al patrimonio artistico della città. La scelta di investire in un’opera così rara e significativa conferma l’impegno del museo nella conservazione e valorizzazione dell’arte rinascimentale.

Per il pubblico e gli studiosi, questa acquisizione offre un’opportunità unica di osservare da vicino il lavoro di un artista poco noto, ma di grande rilevanza, le cui opere rappresentano un importante capitolo della storia dell’arte italiana. Palazzo Ducale si conferma così un’istituzione dinamica e attenta alla valorizzazione del patrimonio artistico, sempre pronta a cogliere occasioni di arricchimento culturale.


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