Importante scoperta a Lucca: due opere inedite di Matteo Civitali. Esposte a Villa Guinigi


A Lucca sono state scoperte due opere di Matteo Civitali, grande protagonista del Rinascimento lucchese: adesso vengono esposte al Museo Nazionale di Villa Guinigi.

Dal 14 maggio 2021, e fino a maggio 2022, il Museo Nazionale di Villa Guinigi di Lucca espone due opere inedite di Matteo Civitali (Lucca, 1436 - 1502), scoperte da Valentino Anselmi, funzionario Storico dell’Arte in servizio presso la Soprintendenza ABAP per le Province di Lucca e Massa Carrara, nell’ambito del progetto congiunto della Fondazione Banca del Monte di Lucca che si è fatta carico del restauro e dell’allestimento, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara e della Direzione regionale dei Musei della Toscana, che ospita l’esposizione temporanea al Museo nazionale di Villa Guinigi. La mostra, intitolata Nuovi studi su Matteo Civitali. Il Salvator Coronatus di Santa Maria Corteorlandini e la Madonna con bambino di Colle di Compito, presenta le due nuove opere assieme ad altri importanti lavori al fine di consentire utili confronti.

La prima opera ritrovata (e questo grazie alle... impronte digitali è il Salvator Coronatus, una scultura in terracotta proveniente dalla chiesa di Santa Maria Corteorlandini rimasta per secoli senza attribuzione. L’intuizione dello storico dell’arte Anselmi e le prove scientifiche condotte dal RIS di Roma hanno fatto emergere la vera identità dell’autore: Matteo Civitali. Sono state infatti le impronte digitali riscontrate sull’opera a dare certezza della sua “paternità”, gettando le basi per questa esposizione che mette in dialogo questa “opera ritrovata” con le altre del Civitali già presenti al Museo nazionale di via della Quarquonia. La seconda opera è una Madonna con bambino proveniente da un’edicola votiva di Colle di Compito (frazione di Capannori).

Il percorso che porta alla scoperta risale agli inizi del 2018, quando Valentino Anselmi, dopo aver effettuato un sopralluogo nella chiesa di Santa Maria Corteorlandini di Lucca, visitò lo studio di Vittorio Pascucci, nel quale individuò una scultura raffigurante un busto di Cristo con la corona di spine (Salvator Coronatus) che da lontano pareva essere di bronzo. Avvicinandosi ad essa notò immediatamente la sua altissima qualità e, dopo averla tastata ed osservata a distanza ravvicinata, comprese di essere di fronte ad una scultura rinascimentale in terracotta di Matteo Civitali che in un’epoca successiva alla sua esecuzione, probabilmente nel corso del XIX secolo, sarebbe stata patinata per farla assomigliare ad una in bronzo. Il riferimento al Civitali, il più importante artista rinascimentale lucchese, è stato corroborato da alcune testimonianze archivistiche, poiché è emerso che nella chiesa di Santa Maria Corteorlandini vi erano due suoi busti: uno raffigurante un Cristo con la corona di spine e un altro rappresentante la Vergine Maria (non più in chiesa). Le attestazioni documentarie confermano l’analisi stilistica di Anselmi, dal momento che la scultura in terracotta ben si confronta con i santi eseguiti dal Civitali per l’arca-altare di San Regolo nella Cattedrale di San Martino di Lucca e con due analoghi soggetti, uno in marmo e un altro in terracotta, che già si trovano nel Museo nazionale di Villa Guinigi.

Il Salvator Coronatus
Il Salvator Coronatus


La Madonna col Bambino (al centro)
La Madonna col Bambino (al centro)

“Conservare, valorizzare e rendere fruibile quel ricco patrimonio fatto di beni artistici e documentali della città/stato di Lucca sono tre precise azioni che caratterizzano la mission della Fondazione Banca del Monte di Lucca sul territorio di propria competenza”, spiega Oriano Landucci, presidente della Fondazione Banca del Monte di Lucca. “Per la verità a quelle tre azioni sopra descritte ne va aggiunta un’altra che per sua natura e, forse, anche per importanza precede le altre; è quella di saper rinvenire, riconoscere opere d’arte e reperti della nostra storia che si trovano intorno a noi. Questa azione è fondamentale affinché parte del patrimonio storico ed artistico della nostra città non si disperda definitivamente, ma anzi ritorni a testimoniare il vero ed il bello del nostro passato”.

“Valentino Anselmi, ha raccolto il sospiro di un’opera addormentata e, riconoscendola, l’ha risvegliata”, spiega Angela Acordon, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara. “Ma non si è accontentato, ne ha voluto conoscere la storia e ce l’ha voluta raccontare, adoperandosi poi perché questo racconto diventasse di tutti. E così ha costruito, con ferma, tenace e pacata pazienza, il meraviglioso percorso che questa mostra ci racconta e che vede insieme al lavoro non solo le istituzioni del Ministero per la Cultura: la Direzione regionale musei della Toscana, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara e il Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze, ma anche quelle di più larga e diversa competenza, come i Carabinieri del Reparto Investigazioni Scientifiche di Roma, che per una volta sono andati a ricercare, penso con maggiore gioia, non le tracce di un delitto, ma quelle di un artista. Un insieme di competenze tecniche che, grazie al generoso contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca, catalizzatore dell’iniziativa, ha permesso il restauro, eseguito con maestria dal Laboratorio ‘Lo Studiolo’ di Lucca, e l’esposizione di un’importante opera di Matteo Civitali, la dolorosa e struggente, ma delicatissima immagine, di un Salvator Coronatus, che Lucca in particolare e la storia dell’arte più in generale (ancora) non sapevano di avere”.

Dunque, il Museo nazionale di Villa Guinigi si arricchisce di due nuove opere del maestro lucchese nella nuova esposizione temporanea con un progetto innovativo e sostenibile, ideato dall’architetto Nicola Nottoli e realizzato dalla ditta lucchese Allestend. “Con particolare soddisfazione, e coerentemente con la sua missione culturale, il Museo nazionale di Villa Guinigi ospita questa esposizione”, sottolinea Stefano Casciu, Direttore regionale musei della Toscana, “frutto della fattiva cooperazione tra istituzioni pubbliche e private che operano quotidianamente per la tutela e la promozione del patrimonio storico artistico di questo territorio. Alla Fondazione Banca del Monte, a Valentino Anselmi e a Giulia Coco, che nella Direzione regionale musei della Toscana segue con grande impegno i musei lucchesi, va il mio più sincero ringraziamento per questa esposizione, il cui allestimento nella sala di Villa Guinigi dedicata a Matteo Civitali appare particolarmente opportuno per approfondire e migliorare la conoscenza di questo straordinario scultore”.

“La mostra”, spiega Valentino Anselmi, “presenta al pubblico l’inedito Salvator Coronatus di Santa Maria Corteorlandini collocato accanto a due soggetti analoghi, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ma esposti al Museo nazionale di Villa Guinigi. Per comprendere l’origine fiamminga della loro iconografia nel percorso espositivo creato ad hoc saranno affiancati ai tre busti due dipinti: un Salvator Coronatus di Hans Memling (proveniente da Genova, Musei di Strada Nuova, Palazzo Bianco) e una Mater Dolorosa, che è una copia da Memling, eseguita da un artista fiorentino forse della cerchia del Perugino (proveniente da Firenze, Galleria degli Uffizi), nonché una riproduzione del Busto di Cristo con la corona di spine del Beato Angelico (opera originale conservata a Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori)”.

La presenza in mostra del Vir Dolorum in legno policromo che Matteo Civitali intagliò nel 1487 per l’oratorio della confraternita disciplinata di San Lorenzo ai Servi di Lucca è stata ritenuta fondamentale per illustrare l’evoluzione stilistica del maestro lucchese e per evidenziare le lievi differenze che intercorrono tra il Salvator Coronatus di Santa Maria Corteorlandini e quello del 1487, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, il quale palesa sicuramente più punti di contatto con l’opera lignea della fine del nono decennio del Quattrocento. Il restauro dell’opera Salvator Coronatus è stato curato da “Lo Studiolo” di Luigi Colombini, Maddalena Lazzareschi e Lucia Ricciarelli, grazie al contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca.

L’inedita Madonna col Bambino di Colle di Compito sarà posta a confronto con due analoghi soggetti, provenienti rispettivamente dalla loggia della Corte dei Mercanti e dalla chiesa di Sant’Andrea in Pelleria, entrambi a Lucca. A dialogare con queste opere sarà un Cristo Eucaristico in terracotta, che condivide con i tre rilievi il fatto di dipendere stilisticamente dalle figure presenti nel Monumento funebre di Pietro da Noceto, che fu realizzato dal Civitali per la Cattedrale di San Martino tra il 1468 circa e il 1472. Questa rappresenta inoltre la giusta occasione per valorizzare il succitato Cristo Eucaristico, che fu trafugato dalle truppe naziste nel febbraio 1944 dalla chiesa di Santa Maria della Rosa e che per fortuna è stato recuperato alla fine del 2017 dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Firenze nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria condotta dalla Procura della Repubblica di Lucca, ed oggi conservato presso il Museo nazionale di Villa Guinigi a Lucca.

L’esposizione è accompagnata da un catalogo, edito da Maria Pacini Fazzi, a cura di Valentino Anselmi. L’ingresso alla mostra: giorni, orari di apertura e modalità di visita Martedì e giovedì ore 9:00 - 19:30 (ultimo ingresso ore 18:00). Mercoledì, ore 12:00 - 19:30 (ultimo ingresso ore 18:00). Dal 15 maggio al 12 giugno 2021 venerdì e sabato ore 9:00 - 19:30 (ultimo ingresso ore 18:00), dal 13 giugno ore 12:00 - 19:30 (ultimo ingresso ore 18:00). 1a e 3a domenica del mese ore 9:00 - 19:30 (ultimo ingresso ore 18:00). Chiuso: Lunedì, 2a, 4a e 5a domenica del mese, 1° gennaio e 25 dicembre. Biglietti: intero € 4.00 - ridotto € 2.00. Potranno accedere al Museo al massimo 12 persone contemporaneamente con prenotazione telefonica obbligatoria al numero +39 0583 496033, dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 11.30. La prenotazione è necessaria anche per le visite guidate consentite a gruppi di massimo 6 persone compresa la guida, con auricolari, sempre nel rispetto della distanza di sicurezza.


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