Il Louvre ha annunciato l’acquisizione di due importanti tavole di Matteo Giovannetti (Viterbo, documentato tra il 1322 e il 1369), raffiguranti una Santa Caterina d’Alessandria e un Sant’Antonio Abate, che verranno destinati al dipartimento di Pitutra. Si tratta secondo il museo di una delle acquisizioni più importanti del 2021. Le due tavole furono eseguite intorno al 1345 da Matteo Giovannetti, il più importante pittore al servizio dei papi ad Avignone dopo la scomparsa di Simone Martini, il grande maestro della scuola senese che si era trasferito in Francia e morì proprio ad Avignone nel 1344. Entrambe le opere entrano nelle collezioni nazionali attraverso un acquisto.
Queste due tavole costituiscono rare testimonianze della produzione di Matteo Giovannetti, pittore viterbese che si affermò come il principale artefice delle decorazioni ad affresco del Palazzo dei Papi di Avignone e della Certosa di Villeneuve-lès-Avignon. Le sue opere costituirono un originalissimo punto di congiunzione tra la cultura dell’Italia di Giotto e Simone Martini, e la cultura francese, affermandosi come fertile fonte di ispirazione per i pittori francesi e nordici di fine Medioevo e in un certo senso aprendo la strada al gotico internazionale. La Santa Caterina e il Sant’Antonio rivestono particolare importanza storica per le collezioni nazionali francesi: sono infatti tra i più antichi resti di dipinti eseguiti in terra francese nel XIV secolo e costituiscono un importante precedente al celebre Ritratto di re Giovanni il Buono, che apre il corso della pittura francese al Louvre.
Queste opere riflettono il talento, l’invenzione e l’originalità di un grande artista, dotato di un linguaggio molto personale, intriso di naturalismo e di una schiettezza a volte sorprendente: attingendo ai codici iconografici tradizionali, il pittore offre qui un’immagine aggiornata e naturale dei due personaggi, riferendosi alla raffinatezza della corte avignonese, cui rimandano alcuni dettagli (costumi, acconciature, ecc.) e sviluppando un nuovo interesse per la ritrattistica. Non c’è infatti niente di convenzionale nel volto di Sant’Antonio, e la sua caratterizzazione ne fa quasi un ritratto.
Alte circa 64 cm per 19,8 cm di altezza, queste due tavole provengono da un importante trittico dipinto ad Avignone per un facoltoso committente veneziano (secondo Roberto Longhi si trattava del “più bel trittico dipinto per Venezia nella prima metà del Trecento”), e che è comparso per la prima volta sul mercato nel 1900 nell’ambito della vendita della collezione lasciata in eredità dal conte Cernazai al Seminario Arcivescovile di Udine. Sono note le altre tavole che facevano parte del complesso: di queste, il Louvre ha acquisito nel 1996 l’Angelo annunciante e la Vergine annunciata.
Le due tavole di Matteo Giovannetti sono rimaste in deposito al Louvre tra il 2015 e il 2020 per volere del proprietario, quindi il pubblico già le conosceva. Adesso dunque entrano a far parte della collezione del museo. Il Louvre continua così la sua politica di acquisizione di opere italiane del Tre e del Quattrocento: l’acquisto delle due tavole di Matteo Giovannetti segue quello del San Giovanni Battista di Giovanni di Tommasino Crivelli (2016), dell’Apparizione di Cristo alla Vergine di Domenico del Ghirlandaio (2019), della Crocifissione di Nicola di Ulisse da Siena (2021) e del Sogno di san Giuseppe del Maestro dell’Osservanza (2021).
Il Louvre acquisisce due importanti tavole trecentesche di Matteo Giovannetti |