Londra, dopo un decennio torna visibile la Visione di San Girolamo del Parmigianino


A Londra, la National Gallery termina l’intervento di conservazione sulla Visione di san Girolamo del Parmigianino e l’opera torna così nuovamente esposta al pubblico dopo un decennio, in una mostra che include anche diversi disegni preparatori.

Per la prima volta dopo un decennio, un capolavoro del Parmigianino (Girolamo Francesco Maria Mazzola; Parma, 1503 – Casalmaggiore, 1540) torna esposto al pubblico della National Gallery di Londra, dopo un attento intervento di conservazione: si tratta della Visione di san Girolamo, capolavoro della pittura italiana del Cinquecento che arrivò alla National Gallery nel 1826, due anni dopo la fondazione dell’istituto. L’opera è esposta in una mostra assieme a una selezione di alcuni dei più importanti disegni preparatori, che ripercorrono lo sviluppo della singolare composizione finale del Parmigianino. Attraverso opere prestate da importanti collezioni nazionali e internazionali, la mostra intende offrire ai visitatori l’opportunità di seguire il processo creativo dell’artista, dalle idee iniziali ai progetti finali, e di immergersi nella mente di uno degli artisti più innovativi del XVI secolo.

La studiosa Maria Alambritis, curatrice del progetto: Parmigianino, afferma: “Siamo molto fortunati ad avere il capolavoro romano del Parmigianino, l’unica sua pala d’altare in una collezione del Regno Unito, nella National Gallery. Il suo ritorno alla vista del pubblico dopo un decennio è un momento molto speciale per celebrarne l’importanza e questa mostra offre un’opportunità senza precedenti di incontrare il dipinto insieme a una selezione dei suoi eccezionali disegni preparatori. Spero che i visitatori saranno lieti di scoprire questa magnifica opera e di immergersi nello stile estremamente elegante e nel mondo visionario unico del Parmigianino”.

Parmigianino, La visione di san Girolamo (1526-1527; olio su tavola, 343 x 149 cm; Londra, National Gallery)
Parmigianino, La visione di san Girolamo (1526-1527; olio su tavola, 343 x 149 cm; Londra, National Gallery)

La Visione di san Girolamo

Nato in una famiglia di pittori, talento precoce, il Parmigianino attirò fin da giovanissimo l’attenzione di ricchi e colti mecenati. La sua crescente fama di artista precedette il suo arrivo a Roma intorno al maggio 1524 e fu ricevuto personalmente da papa Clemente VII. Roma all’epoca era dominata dallo stile sereno e classicista di Raffaello, caratterizzato da una bellezza idealizzata. La grazia, l’ingegno e la raffinatezza dell’esecuzione evidenti nelle prime opere di Parmigianino lo portarono a essere salutato come una sorta di Raffaello rinato.

La Visione di san Girolamo, titolo che l’opera acquisì nel XIX secolo in ragione della posa di san Girolamo, venne dipinta dal Parmigianino quando aveva solo 23 anni durante il suo breve periodo a Roma, dove lavorò dal 1524 al 1527. Fu commissionata da una nobile mecenate, Maria Bufalini, come pala d’altare per una cappella nella chiesa di San Salvatore in Lauro, un importante complesso religioso nel cuore di Roma. L’opera rappresentò una grande opportunità per il giovane artista in un momento cruciale della sua carriera: tuttavia, il dipinto non sarebbe mai stato installato nella chiesa per cui era stato concepito.

Secondo Giorgio Vasari, Parmigianino stava infatti lavorando a questa pala d’altare nel 1527 allo scoppio del disastroso Sacco di Roma. Quando le truppe imperiali di Carlo V fecero irruzione nello studio dell’artista, rimasero così stupite dal dipinto che permisero a Parmigianino di continuare a lavorare. Alla fine però l’artista fuggì da Roma e il dipinto fu nascosto per sicurezza. Fu recuperato solo dagli eredi della mecenate molto tempo dopo la morte dell’artista e trasferito nel 1558 nella chiesa di famiglia a Città di Castello, nell’Italia centrale. Nel 1790 l’opera venne acquistata dal pittore inglese James Durno e trasferita in Inghilterra. Dopo alcuni passaggi finì nella collezione del reverendo Holwell Carr, che nel 1826 cedette l’opera alla National Gallery di Londra.

La pala del Parmigianino dimostra l’ampiezza delle influenze che ha assorbito a Roma, dall’arte di Raffaello e Michelangelo alla scultura antica. Più che una semplice raccolta di opere di altri artisti, tuttavia, rivela l’approccio visionario unico del Parmigianino alla creazione di immagini. Contro i raggi di luce che si osservano nella parte alta della pala, una maestosa Madonna in rosa è seduta su un trono di nuvole ondeggianti. Il Bambino, biondo e coi riccioli, si fa avanti verso di noi, e sotto di due personaggi principali si ammirano la figura di Giovanni Battista che fissa il nostro sguardo mentre il suo braccio, lungo di una lunghezza innaturale e irrealistica, dirige la nostra attenzione verso l’alto, verso la santa madre e il bambino in alto, e dietro di lui, un Girolamo addormentato sembra stranamente ignaro dell’apparizione divina, reclinato nel fitto groviglio di radici e foglie cresciute intorno a lui.

Parmigianino fu uno dei disegnatori più talentuosi e prolifici del XVI secolo. Oggi sopravvivono quasi mille disegni a lui attribuiti. Parmigianino dedicò numerosi disegni allo sviluppo della Visione di San Girolamo, da studi atmosferici e vellutati eseguiti col gessetto a schizzi vorticosi a penna e inchiostro. Questi fogli rivelano la sua squisita abilità nel disegno e la sua straordinaria padronanza di tutti i media.

Studio della composizione conservato al British Museum
Studio della composizione conservato al British Museum

Il recente trattamento di conservazione ha rimosso strati accumulati di vecchia vernice e ritocchi, rivelando la qualità vivace della pennellata del Parmigianino e la sua ricca colorazione. La nuova cornice del dipinto, realizzata dal Framing Department della National Gallery, è progettata sulla base di esempi contemporanei sopravvissuti e dà un senso dell’ambientazione originale della chiesa.

Lo stile distintivo del Parmigianino, caratterizzato da figure incredibilmente allungate e da un’aria di raffinatezza abbinata a un’inaspettata sovversione dello spazio, aprì la strada allo sviluppo dello stile in seguito noto come Manierismo. Con la sua estrema verticalità di composizione, la pennellata lussureggiante e la tavolozza scintillante, questo dipinto ha stupito gli spettatori per quasi 500 anni.

Il catalogo della mostra fornisce una risorsa approfondita sul dipinto da parte dei curatori della mostra, con contributi di ospiti come Aimee Ng, curatrice della Frick Collection di New York, e Larry Keith, responsabile della conservazione e custode della collezione alla National Gallery. Il catalogo presenta anche una sezione speciale di tavole con illustrazioni a pagina intera di tutti i disegni preparatori noti. La ricerca di Maria Alambritis presentata in questa mostra è stata supportata dalla Rick Mather David Scrase Foundation.


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