Forse c’è un ritratto di Dante Alighieri negli affreschi che Buonamico Buffalmacco (Firenze, 1290 circa - 1340) ha dipinto sulle pareti del Camposanto Monumentale di Pisa, e in particolare nella scena del Giudizio universale, dove si trova un uomo vestito di rosso che somiglia molto al ritratto di Dante eseguito da Giotto negli affreschi della Cappella del Podestà al Bargello, peraltro recentemente restaurati. L’ipotesi è di Giulia Ammannati, professoressa di Paleografia alla Scuola Normale Superiore di Pisa.
Il presunto Dante si trova nel punto in cui gli angeli spingono all’inferno i dannati: se fosse davvero lui, si tratterebbe di un’opera contemporanea al ritratto giottesco (realizzato prima del 1337), forse addirittura precedente. Perché, secondo Giulia Ammannati, Buffalmacco avrebbe fatto precipitare all’inferno proprio il Sommo Poeta? La studiosa, nel suo studio che verrà a breve pubblicato sulla rivista Annali della Scuola Normale, non si basa solo su somiglianze fisionomiche, ma riconduce questa ipotesi al contesto storico-politico dell’epoca, e all’aspro contrasto che opponeva Papato e Impero.
In particolare, l’arcivescovo di Pisa Simone Saltarelli, stretto collaboratore di papa Giovanni XXII, si era dovuto rifugiare ad Avignone presso il pontefice negli anni (1327-29) in cui Pisa fu occupata da Ludovico il Bavaro, che vi insediò anche un proprio antipapa (Niccolò V). In quelle vicende i filoimperiali avevano tratto succosi argomenti da un’opera di Dante, il De Monarchia, presto condannata al rogo dagli emissari del papa avignonese. Il Dante teorico dell’Impero, secondo Ammannati, potrebbe essere stato stigmatizzato negli affreschi di Buffalmacco, nella cui ispirazione i domenicani pisani e lo stesso arcivescovo ebbero un ruolo fondamentale. Il personaggio barbuto accanto a lui potrebbe allora essere Virgilio, messo al bando forse anche per la sua fama medievale di mago, accusa che peraltro colpì lo stesso Dante negli ultimi anni della sua vita.
Cosa sapevano inoltre i pisani dell’aspetto di Dante quando Buffalmacco dipingeva in Camposanto? Saltarelli e Buffalmacco erano fiorentini e potevano aver visto il ritratto di Dante al Bargello, ma Ammannati adduce anche l’ipotesi, dovuta a Marco Santagata, che Dante avesse soggiornato a lungo a Pisa negli anni di Arrigo VII (1312-13), componendovi larghe parti proprio del De Monarchia. La predicazione dei domenicani e la tradizione orale di commento ai dipinti avrebbero fatto il resto, rendendo riconoscibile ai contemporanei l’exemplum del reprobo Dante. Dante fu inoltre accusato anche di negromanzia quando era ancora in vita, e tra gli accusatori figurava anche il cardinale Bernardo dal Poggetto, nipote e legato di Giovanni XXII, molto ostile al poeta proprio per le teorie espresse nel De Monarchia.
Ipotesi certo tutte da verificare: potrebbero consegnare l’immagine di un Dante altro rispetto a quello che si conosce?
C'è un ritratto di Dante Alighieri negli affreschi di Buffalmacco nel Camposanto di Pisa? |