Un importante tassello della pittura manierista toscana torna nel cuore della sua terra d’origine. Da oggi il Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo può vantare nelle sue collezioni una preziosa opera di Francesco Morandini detto il Poppi (Poppi, 1544 – 1597), allievo prediletto di Giorgio Vasari e tra i più brillanti esponenti del Manierismo fiorentino. Si tratta della grande pala raffigurante il Battesimo di Cristo, realizzata negli anni Ottanta del Cinquecento per Braccio Ricasoli, raffinato intellettuale e membro dell’Accademia fiorentina, recentemente acquistata dal Ministero della Cultura. L’opera è passata in asta da Pandolfini nel novembre del 2022, e l’aggiudicazione è stata possibile per la cifra di 57.960 euro (56.000 più le commissioni, a fronte di una stima di 50-80.000 euro).
L’opera, già nota agli studi (Paola Barocchi, negli anni Sessanta, la riteneva perduta, dopodiché è stata identificata da Alessandra Giovannetti nella sua monografia sul Poppi del 1995), e della quale erano stati individuati anche alcuni fogli preparatori, conservati presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi e relativi al coniglio e alla colomba, è stata ufficialmente presentata al pubblico venerdì 4 aprile nella Sala delle Muse del museo aretino, alla presenza di Stefano Casciu, Direttore regionale dei Musei nazionali della Toscana, e di Luisa Berretti, direttrice del museo, intervenuti per raccontare il valore storico-artistico della pala e il suo significato nella più ampia cornice del secondo Cinquecento toscano.
La tavola, imponente e raffinata, fu commissionata dal Ricasoli per la sua villa di Bracciano a Panzano in Chianti. L’identificazione del committente è resa possibile da un commento di Raffaello Borghini che ne Il Riposo, tuttora principale fonte d’informazioni sull’attività del Poppi prima del 1584, faceva menzione di un Battesimo di Cristo in via di esecuzione proprio per Braccio Ricasoli. Dipinta a olio, l’opera fonde mirabilmente l’intento didascalico proprio dell’arte post-conciliare con l’eleganza formale, la ricercatezza compositiva e il naturalismo della migliore tradizione pittorica fiorentina. In questo senso, la pala non è solo testimonianza di una committenza colta e spiritualmente orientata, ma anche espressione di un linguaggio visivo capace di veicolare il messaggio religioso attraverso la bellezza.
Il Battesimo di Cristo è ora collocato nella prima delle due sale dedicate al Cinquecento e al Manierismo, al secondo piano del museo, in dialogo diretto con le opere a soggetto sacro di Giorgio Vasari. Questo posizionamento è stato immaginato per consentire al pubblico di cogliere appieno il legame maestro-allievo tra Vasari e Morandini, ma anche il radicamento dell’artista nel territorio casentinese da cui proviene. Una restituzione significativa, che riannoda fili storici, artistici e geografici. L’acquisizione dell’opera si accompagna poi a un importante intervento di analisi scientifica, realizzata tramite avanzate scansioni multispettrali eseguite dall’Istituto Nazionale di Ottica del CNR. Queste indagini hanno permesso di mettere in luce il disegno preparatorio sottostante la pittura, svelando dettagli sulla genesi creativa dell’opera e arricchendo ulteriormente la comprensione della sua tecnica esecutiva.
La figura del Poppi, del resto, merita piena attenzione. Nato a Poppi nel 1544, Francesco Morandini fu uno degli allievi più promettenti di Vasari. Attraverso il maestro aretino conobbe il letterato Vincenzo Borghini, mecenate con cui mantenne un rapporto duraturo. Morandini fu uno degli artisti coinvolti nella grandiosa decorazione dello Studiolo di Francesco I de’ Medici a Palazzo Vecchio, esperienza che ne consolidò la fama e lo stile. In seguito divenne membro dell’Accademia del Disegno, affermandosi come uno degli interpreti più originali del linguaggio vasariano, aperto però anche alle influenze dei contemporanei Alessandro Allori e Federico Barocci. La sua pittura si distingue per equilibrio, sensibilità cromatica e raffinatezza, qualità che emergono con forza proprio nella pala ora esposta ad Arezzo.
A rendere possibile il nuovo allestimento dell’opera al museo, così come la pubblicazione scientifica che l’accompagna, è stata la collaborazione tra la Direzione regionale Musei nazionali Toscana del MiC e la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Il finanziamento, realizzato attraverso la società Civitas srl, ha consentito la stampa del volume edito da Edifir, con contributi di Luisa Berretti, Anna Bisceglia, Veronica Vestri, Eliana Carrara e Rossella Cavigli: un lavoro corale che restituisce al pubblico e agli studiosi una panoramica ampia e approfondita sull’opera, sul contesto e sull’artista.
Per celebrare l’arrivo della pala e offrire al pubblico un’occasione speciale di visita, il museo ha inoltre organizzato per sabato 5 e domenica 6 aprile l’iniziativa “Colazione al Museo”. Alle ore 11, i visitatori saranno accolti da un’esperienza culturale e sensoriale che unisce arte e sapori locali: prodotti tipici aretini, offerti in collaborazione con operatori del territorio, accompagneranno la visita, in un percorso che coinvolge vista, gusto e spirito. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Arezzo Intour, è inclusa nel biglietto di ingresso.
Il Battesimo di Cristo del Poppi rappresenta dunque non solo un’acquisizione museale di rilievo, ma anche un’opportunità per riflettere sul valore del patrimonio artistico toscano e sull’importanza di restituire al pubblico opere che raccontano storie, committenze, territori. Un ritorno a casa, nel segno dell’arte, della memoria e della bellezza.