Il Cavallo colossale di Canova tornerà esposto dopo cinquant'anni


Dopo oltre mezzo secolo nei depositi dei Musei Civici di Bassano del Grappa, il Cavallo colossale di Antonio Canova sarà restaurato e ricollocato nel museo grazie a un ambizioso progetto.

Dopo decenni di attesa, il Cavallo colossale di Antonio Canova si prepara a tornare esposto al pubblico nei Musei Civici di Bassano del Grappa. Quest’opera monumentale, tra le ultime create dallo scultore di Possagno, rimasta incompiuta dopo la sua scomparsa, è stata per oltre mezzo secolo lontana dagli occhi del pubblico, relegata nei depositi dei musei. Ora, grazie a un progetto di restauro sostenuto dal Comune di Bassano del Grappa e da importanti partner istituzionali e privati, ovvero il Segretariato regionale del Ministero della Cultura per il Veneto e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Verona, Rovigo e Vicenza, il main partner Intesa Sanpaolo e il Main sponsor Venice in Peril Fund, il capolavoro sarà finalmente recuperato e nuovamente esposto.

L’operazione di restauro non è solo un’azione di recupero artistico, ma un evento di rilevante importanza per la valorizzazione del patrimonio canoviano. La scultura, simbolo della maestria di Canova nella rappresentazione della potenza e dell’eleganza del cavallo, tornerà ad occupare un posto centrale nelle sale del museo, restituendo ai visitatori una delle opere più imponenti e affascinanti dell’artista.

“Siamo felici di dare ufficialmente avvio alla fase di realizzazione di questo importante progetto di recupero di uno dei tesori artistici più rilevanti della nostra città, una città la cui storia è profondamente legata al genio di Canova in quanto custode, assieme a Possagno, del più importante patrimonio canoviano al mondo”, dichiara il sindaco di Bassano del Grappa, Nicola Ignazio Finco. “Un progetto ambizioso reso possibile grazie all’attenzione del Ministero della Cultura, che ringrazio, e alla stretta collaborazione tra pubblico e privato, sempre più strategica per poter sostenere e valorizzare il mondo della cultura. Grazie dunque a Intesa Sanpaolo e a Venice in Peril Fund, che hanno creduto in questa operazione contribuendo alla ricomposizione di un’opera di indubbio valore, da troppo tempo trascurata, che potrà tornare ad essere ammirata ed apprezzata dai visitatori del nostro museo e dai tanti appassionati del genio di Antonio Canova nel mondo”.

Dettaglio del cavallo di Canova
Dettaglio del cavallo di Canova
Salone Canova, Museo Civico di Bassano del Grappa, fine Ottocento
Salone Canova, Museo Civico di Bassano del Grappa, fine Ottocento

Un capolavoro incompiuto dell’ultimo Canova

Il Cavallo colossale fu realizzato da Antonio Canova tra il 1819 e il 1821 come modello preparatorio per una grande scultura equestre in bronzo, commissionata dal re di Napoli, Ferdinando I di Borbone. Tuttavia, il progetto non fu mai completato: la morte improvvisa dell’artista, nell’ottobre del 1822, lasciò l’opera incompiuta, con la sola figura dell’animale portata a termine.

Dopo la scomparsa dello scultore, il modello in gesso fu trasferito nello studio romano di Canova, in via delle Colonnette, insieme ad altre sue opere. In seguito, il fratellastro dell’artista, Giambattista Sartori Canova, donò la scultura ai Musei Civici di Bassano del Grappa, dove trovò posto nel salone canoviano. L’imponente opera, caratterizzata da una coloritura superficiale a finto bronzo voluta dallo stesso Canova, fu esposta per anni in dialogo con un altro modello equestre, quello dedicato a Carlo III di Borbone, andato quasi completamente distrutto nei bombardamenti del 1945.

Nonostante il suo valore artistico e storico, il Cavallo colossale venne rimosso dalla sala espositiva alla fine degli anni Sessanta, quando si decise di avviare dei lavori strutturali negli spazi museali. L’allora direttore del museo, Bruno Passamani, optò per il trasferimento dell’opera nei depositi, con l’idea di ricollocarla in seguito in una posizione più adeguata.

Per facilitarne il trasporto, la scultura fu sezionata in più parti, con l’intenzione di ricomporla in un secondo momento. Tuttavia, questo proposito non si concretizzò mai e i numerosi frammenti dell’opera subirono nel tempo diversi spostamenti, danneggiandosi ulteriormente. Solo la testa del cavallo venne preservata e mantenuta nel percorso espositivo, come testimonianza del valore del monumentale gesso. Da decenni, dunque, il pubblico non vede più quest’opera.

Salone Canova, Museo Civico di Bassano del Grappa, 1926
Salone Canova, Museo Civico di Bassano del Grappa, 1926
Ottagono superiore e Salone Canova, Museo Civico di Bassano del Grappa, 1950
Ottagono superiore e Salone Canova, Museo Civico di Bassano del Grappa, 1950
Salone Canova, Museo Civico di Bassano del Grappa, 1967-1969
Salone Canova, Museo Civico di Bassano del Grappa, 1967-1969

Il progetto di restauro e la sua importanza

Oggi, il progetto di restauro rappresenta un intervento cruciale per la riscoperta e la tutela del Cavallo colossale. Il piano, finanziato con un investimento complessivo di 340.500 euro (di cui € 197.444,52 per progettazione esecutiva e lavori ed € 143.055,48 per somme a disposizione dell’Amministrazione Comunale), è promosso dal Comune di Bassano del Grappa e dai Musei Civici, con il supporto del Segretariato regionale del Ministero della Cultura per il Veneto e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio. Il principale contributo economico proviene dal programma Restituzioni di Intesa Sanpaolo, che dal 1989 sostiene il recupero di importanti opere d’arte italiane. Giunto alla ventesima edizione, il programma si avvale della curatela scientifica di Carlo Bertelli (dal 2000 e oggi curatore emerito), Giorgio Bonsanti (dal 2013) e Carla Di Francesco (dal 2019). In 36 anni di attività, il programma ha consentito di restaurare 2.200 opere che oggi compongono una sorta di museo ideale dall’antichità fino a oggi, con opere non solo di pittura e scultura ma anche reperti archeologici, gioielli e molto altro.

“La Soprintendenza di Verona è stata coinvolta in questo importante progetto fin dall’inizio, per studiarne le criticità e opportunità di intervento, in un dialogo sempre costante con l’istituzione museale bassanese”, spiega il soprintendente Andrea Rosignoli. “Per questo meritevole intervento di recupero di un’opera canoviana unica al mondo, saremo impegnati non solo nell’esercizio dell’alta sorveglianza ai lavori ma, grazie alla collaborazione del Segretariato regionale per il Veneto, il Ministero della Cultura garantirà il proprio sostegno all’impresa con un contributo in conto capitale”.

“Proteggere il patrimonio artistico italiano è per Intesa Sanpaolo un impegno irrinunciabile che ha portato alla nascita, trentasei anni fa, del più importante programma di restauri a livello mondiale, realizzato in stretto dialogo con il Ministero della Cultura”, dichiara Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo. “Restituzioni non poteva mancare oggi all’appuntamento con lo spettacolare Cavallo colossale di Antonio Canova, per dare nuova vita, grazie al lavoro dei restauratori, all’imponente scultura del grande artista, che sarà accolta anche nelle nostre Gallerie d’Italia di Milano per la prossima mostra autunnale. Crediamo doveroso contribuire, al fianco della Soprintendenza competente e dei Musei Civici di Bassano, insieme a Venice in Peril Fund, alla restituzione di un prezioso capolavoro d’arte del patrimonio veneto e dell’identità del Paese”.

L’intervento è stato affidato alla ditta Passarella Restauri di Padova e allo studio R.S. Ingegneria. La ditta Passarella, fondata a Padova nel 1978 da Giordano Passarella, vanta una particolare esperienza sul patrimonio canoviano: in passato, Passarella ha restaurato per esempio il gesso del George Washington del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno in occasione della mostra dedicata all’opera che si è tenuta alla Frick Collection di New York, e poi ancora ha seguito il restauro dei gessi canoviani conservati nel salone di Palazzo Papafava a Padova, ha rimesso a nuovo i bozzetti canoviani in terracotta portati in mostra alla National Gallerie of Art di Washington e all’Art Institute di Chicago, e poi, nel 2021, ha ricomposto il gesso della Ebe di Antonio Canova conservato proprio al Museo Civico di Bassano del Grappa.

Il restauro non si limiterà alla semplice ricomposizione dei frammenti, ma comprenderà una fase di digitalizzazione avanzata dell’opera: ogni elemento sarà scansionato in 3D per ricreare una ricostruzione virtuale, che servirà da base per il ripristino fisico della scultura. L’innovazione tecnologica sarà un elemento chiave del restauro. Il primo passo sarà il consolidamento dei frammenti esistenti, che verranno poi ricomposti con il supporto di una nuova struttura portante. Questa sarà progettata utilizzando materiali moderni ma compatibili con l’originale, garantendo la stabilità dell’opera e facilitandone la manutenzione futura.

“La complessità progettuale ed esecutiva dell’intervento è ricca di stimoli e per noi di particolare interesse”, afferma il restauratore Giordano Passarella di Passarella Restauri Srl. “La fragilità dell’opera, unitamente al suo valore artistico, storico e documentale, è per noi motivo di impegno e una sfida professionale unica nel suo genere”.

Particolare attenzione verrà riservata alla superficie dipinta del gesso, che sarà sottoposta a un delicato processo di pulitura e consolidamento. Il colore a finto bronzo, applicato dallo stesso Canova, verrà preservato con interventi di restauro mirati, in modo da restituire alla scultura il suo aspetto originario senza alterarne l’autenticità.

“Il progetto di restauro e ricomposizione del cavallo colossale di Canova”, evidenzia Barbara Guidi, direttrice dei Musei Civici di Bassano del Grappa, “non solo permetterà di recuperare alla fruizione una delle opere d’arte più preziose delle collezioni bassanesi ma, per complessità delle operazioni e il carattere innovativo delle metodologie applicate ad una struttura in gesso di queste dimensioni, rappresenta uno degli interventi di recupero del patrimonio artistico italiano più spettacolari e rilevanti degli ultimi anni”.

Venice in Peril Fund e la valorizzazione del restauro

Partner chiave del progetto è il Venice in Peril Fund, l’organizzazione benefica britannica fondata nel 1966 per la tutela del patrimonio artistico veneto. L’ente, oltre a contribuire economicamente al restauro, si occuperà della documentazione dell’intervento, con la realizzazione di un video reportage che seguirà tutte le fasi del recupero.

“Questo progetto rappresenta un passo importante per Venice in Peril Fund, che si appresta a realizzare il suo primo intervento nella terraferma”, dichiara Anthony Roberts, Vice Presidente Venice in Peril Fund. “Canova ha un significato particolare per il nostro ente, che ha avuto l’onore di restaurare il monumento a lui dedicato nella Basilica dei Frari a Venezia. Questa iniziativa offre anche l’opportunità di attrarre fondi internazionali, contribuendo alla tutela di un patrimonio che è parte della nostra storia condivisa”.

Il documentario, che sarà diffuso sui canali digitali del Comune di Bassano del Grappa e dei Musei Civici, offrirà al pubblico un’opportunità unica per scoprire il complesso lavoro di restauro e per approfondire la storia dell’opera. Inoltre, sono previste due dirette streaming sul sito www.museibassano.it, durante le quali gli utenti potranno assistere a momenti salienti del recupero.

Il ritorno dell’opera nelle sale del Museo Civico rappresenta un importante passo avanti nella riscoperta del patrimonio canoviano e contribuirà a valorizzare l’eredità artistica di uno dei più grandi scultori italiani.

Grazie alla collaborazione tra istituzioni pubbliche e private, il Cavallo colossale tornerà a incantare studiosi, appassionati e visitatori di tutto il mondo. Dopo oltre cinquant’anni di assenza, il capolavoro perduto di Antonio Canova è davvero pronto a risplendere.


Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte