Una mostra per un enorme capolavoro di Giorgio Vasari: il Convito di Ester e Assuero ad Arezzo


Una mostra dedicata a una delle più grandi opere su tavola di Giorgio Vasari, Il convito per le nozze di Ester e Assuero, al Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo, dal 21 settembre 2024 al 2 febbraio 2025.

Dal 21 settembre 2024 al 2 febbraio 2025, il Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo dedica una mostra a un capolavoro di Giorgio Vasari (Arezzo, 1511 – Firenze, 1574): “Alcuna cosa fuor dell’uso comune”. Il convito per le nozze di Ester e Assuero di Giorgio Vasari, questo il titolo della mostra a cura di Luisa Berretti, ruota rattorno al monumentale dipinto ad olio su tavola, Il convito per le nozze di Ester e Assuero (1548), considerato una delle opere più importanti e completamente autografe di Giorgio Vasari. Il dipinto, di eccezionali dimensioni (289x745 cm), fu realizzato su commissione di don Giovanni Benedetto da Mantova, abate del Monastero delle Sante Flora e Lucilla di Arezzo. L’evento fa parte del programma “Arezzo. La città di Vasari”, organizzato per celebrare i 450 anni dalla morte dell’artista aretino.

Vasari, nelle sue Vite, racconta di aver dipinto l’opera in soli quarantadue giorni, per il “dottissimo” amico abate, chiedendo in cambio la modica cifra di 128 scudi d’oro, non molti per un dipinto di tali dimensioni. L’artista era appena tornato nella città natale dopo essere stato a Roma nel 1546 (aveva affrescato la Sala maggiore del Palazzo della Cancelleria) e a Rimini nel 1547. La tavola, dopo essere stata a lungo nel monastero, fu trasferita a Palazzo Bruni Ciocchi negli anni Cinquanta del secolo scorso per far parte del nuovo museo statale inaugurato nel 1958, il cui ordinamento era stato curato da Luciano Berti.

Il dipinto raffigura uno dei quattro banchetti narrati nel Libro di Ester, dove l’eroina biblica intercede presso il re persiano Assuero per salvare il popolo ebraico, interpretata come prefigurazione della Vergine Maria. A rafforzare questo concetto Vasari, al di sopra del dipinto, aveva realizzato anche un affresco raffigurante “un Cristo che porge a quella regina una corona di fiori”, andato perduto. Il convito, con la sua allusione al sacramento dell’Eucaristia e la scelta della Ecclesia (la Chiesa) da parte di Cristo, è un’opera di alta valenza religiosa e simbolica. Oltre al dipinto, la mostra, che si pone l’obiettivo di documentare la genesi dell’opera, presenterà disegni preparatori, documenti e oggetti d’arte coevi per approfondire le scelte stilistiche e simboliche di Vasari. La sezione espositiva includerà anche riflettografie eseguite sul dipinto nel 1993, permettendo ai visitatori di scoprire i dettagli nascosti della sua realizzazione.

Tra i materiali esposti, spiccano gli schizzi preparatori che illustrano il processo creativo di Vasari e alcuni manufatti da tavola coevi per contestualizzare meglio l’opera. Verranno inoltre esaminati i legami tra questa tavola e altre composizioni simili dell’artista, tutte facenti parte del patrimonio culturale aretino.

“Mi piace immaginare questo Anno Vasariano come una scala i cui gradini conducono alla grande mostra internazionale che coronerà il percorso puntuale ed approfondito verso la comprensione della straordinaria e poliedrica personalità artistica di Giorgio Vasari”, dice il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli. “Questa mostra, dedicata ad un’opera di eccezionali dimensioni, tra le più grandi realizzate dal Maestro, capolavoro senza tempo e gioiello prezioso conservato nel Museo d’Arte Medievale e Moderna, è testimonianza privilegiata del suo virtuosismo, e si propone occasione unica per conoscerne l’ispirazione e la genesi”.

“Una nuova ed affascinante tappa del percorso vasariano nei musei statali aretini”, commenta Stefano Casciu, Direttore regionale Musei nazionali Toscana, “in attesa della mostra dedicata al tema delle Allegorie nell’opera del Maestro, ci fa entrare nel vivo della elaborazione di un’opera tanto complessa quale il Convito di Ester e Assuero, attraverso i disegni ma anche le riflettografie realizzate per il restauro del 1993, che hanno rivelato le fasi preparatorie per l’esecuzione diretta della tavola, segno inequivocabile di una autografia che non sempre è garantita nelle opere di Giorgio Vasari”.

“Si tratta di un’occasione unica per poter ammirare, di fronte al più grande dipinto su tavola realizzato da Vasari, alcuni dei disegni preparatori e i documenti che ne attestano l’esecuzione”, spiega la curatrice Luisa Berretti, “in una nuova illuminazione che renderà maggiormente visibile l’opera e godibile in tutti i suoi magnifici dettagli. A corredo dei disegni e dei documenti saranno esposti dei manufatti da tavola dell’epoca provenienti dalle collezioni esposte e dai depositi del Museo”.

La mostra si inserisce nel ricco programma di eventi, mostre e celebrazioni di “Arezzo. La città di Vasari”, che si protrarrà fino a febbraio 2025. L’inaugurazione è fissata per il 20 settembre alle ore 17.00, con una performance dell’Insieme Vocale Tourdion, che eseguirà brani del XVI secolo.

Per maggiori informazioni: www.vasari450.it


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