La Galleria dell’Accademia di Firenze ha avviato un importante progetto di restauro per il trittico della Madonna col Bambino in trono e quattro angeli fra i santi Paolino, Giovanni Battista, Andrea e Matteo, realizzato da Spinello Aretino (Arezzo, 1350 circa – 1410) e datato 1391. L’intervento, che durerà circa un anno, rappresenta un’occasione per approfondire la conoscenza di uno dei grandi maestri della pittura toscana tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento.
Nel frattempo, al posto del trittico di Spinello Aretino, i visitatori potranno ammirare una rara opera di Niccolò di Pietro Gerini (Firenze, notizie dal 1368 – 1415), una Madonna col Bambino in trono fra i santi Giovanni Battista e Zanobi, risalente al periodo 1395-1400 circa. Quest’opera, precedentemente non esposta, offre uno sguardo diverso sulla produzione artistica toscana di fine XIV secolo, arricchendo l’esperienza museale con una novità interessante.
Spinello di Luca, noto come Spinello Aretino, è considerato uno dei principali interpreti della pittura tardogotica toscana. Le sue opere, caratterizzate da una raffinatezza cromatica e un’eleganza compositiva che influenzarono molti artisti dell’epoca, furono commissionate in diverse città, da Arezzo a Firenze, passando per Pisa, Siena e Lucca. Il trittico ora in restauro costituisce un elemento fondamentale per la comprensione del suo stile e della sua carriera. L’opera è firmata e datata 1391, un fatto raro per le pale d’altare del periodo, e venne commissionata dal mercante lucchese Paolino di Simonino di Bonagiunta per l’Oratorio di Sant’Andrea a Lucca.
I soggetti raffigurati nei pannelli laterali del trittico, i santi Paolino, Giovanni Battista, Andrea e Matteo, non sono casuali: oltre a omaggiare Sant’Andrea, titolare della chiesa, celebrano anche il committente e i suoi fratelli attraverso un sottile gioco di richiami nominali. Sebbene manchino le cuspidi e lo zoccolo originali, il trittico rimane un capolavoro in grado di raccontare la cultura figurativa e devozionale del tardo Medioevo.
Il restauro si presenta come un intervento complesso, reso necessario dal deterioramento della superficie pittorica, offuscata da depositi di polvere e da strati sovrapposti che ne hanno compromesso la leggibilità. L’operazione, coordinata da un team di esperti composto da Andrea e Lucia Dori, Roberto Buda e Ottaviano Caruso, sarà supervisionata dalla Direzione della Galleria dell’Accademia, rappresentata da Elvira Altiero e da Eleonora Pucci.
Il lavoro sarà preceduto da una campagna di imaging fotografico ad alta definizione, indispensabile per studiare a fondo i materiali e le tecniche esecutive di Spinello Aretino. Gli studi preliminari hanno già evidenziato tracce di restauri precedenti, probabilmente effettuati prima dell’acquisizione del trittico da parte delle Gallerie fiorentine nel 1850.
Le operazioni successive si concentreranno sulla pulitura graduale della superficie pittorica e sulla reintegrazione cromatica, con l’obiettivo di restituire all’opera il suo equilibrio formale e cromatico originario, rispettando le tracce del tempo.