Ferrara: dopo 50 anni di attesa, la maxi tela di Avanzi sarà recuperata e ricollocata alla Certosa


Grazie a una partnership tra Comune, Regione e Ministero della Cultura, la maxi tela di Giuseppe Avanzi sarà recuperata e ricollocata alla Certosa dopo cinquant’anni di attesa. “Un’intesa storica”. 

Da cinquant’anni era ferma nei laboratori di restauro e ora, grazie a una partnership tra Comune, Regione e Ministero della Cultura, potrà riprendere vita la maxi tela di circa 36 metri quadrati dal titolo L’apparizione della Beata Vergine e San Pietro ai compagni di San Brunone realizzata da Giuseppe Avanzi nel 1695 circa. È in attesa di essere recuperata e ricollocata in Certosa dai tempi dei bombardamenti su Ferrara del 28 gennaio 1944. La tela misura 9 metri e 30 centimetri per 4 metri e 25 di altezza. L’Amministrazione, con delibera di giunta, ha approvato oggi lo schema di convenzione con la Regione Emilia-Romagna che si impegna a uno stanziamento di 60mila euro. In base all’intesa, all’articolo 5, il Comune di Ferrara sosterrà invece i costi aggiuntivi (l’intero progetto redatto in conformità alle prescrizioni della Soprintendenza è stimato circa 97.500 euro) per portare a termine il restauro e realizzare “interventi di studio, documentazione delle attività, comunicazione e valorizzazione dell’opera”.

Un decisivo passo avanti in questa vicenda, al culmine di un percorso che ha visto anche l’assessore comunale alla Cultura Marco Gulinelli, con Cristina Ambrosini, direttore responsabile del servizio Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna, impegnati in una visita nel dicembre 2021 nei laboratori Ottorino Nonfarmale, a San Lazzaro di Savena. Si apre inoltre una nuova prospettiva per l’altra opera di Avanzi recuperata dalla Certosa dal titolo L’apparizione di San Brunone a Ruggero Conte di Sicilia prima della battaglia, che ha visto analoghe vicissitudini negli ultimi decenni e che oggi è conservata nei laboratori Ottorino Nonfarmale, ancora arrotolata: le opportunità potranno nascere grazie alle ulteriori risorse previste nel programma triennale dei lavori pubblici 2022-2024 del Ministero della Cultura.

“È un’intesa storica e ringrazio Regione e Ministero per aver fatto, con noi, squadra per il raggiungimento di un obiettivo atteso da decenni. Il completamento di questo lavoro consentirà di restituire a Ferrara una parte importante del suo patrimonio, conservato nello ’scrigno’ della Certosa, uno dei più interessanti esempi di architettura rinascimentale, con un apparato certosino tra i meglio conservati in Italia”, spiega Gulinelli.

“Questo straordinario e imponente dipinto era qui dagli anni Settanta, ci fu inviato dalla Soprintendenza per cercare di avviare il recupero e metterlo in una condizione conservativa migliore, dopo la raccolta nei depositi”, spiega Giovanni Giannelli, titolare della ’Nonfarmale’. Da quella data con la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e i musei civici è iniziato, nell’ambito di una grande campagna di restauro degli arredi della chiesa certosina, un percorso per riportarne pienamente alla luce la bellezza e ripristinarne le condizioni. Il progetto fu anche presentato alla Fiera del Restauro di Ferrara. Purtroppo le vicissitudini legate alla banca hanno imposto uno stand by. Attualmente quindi la tela è solo parzialmente restaurata. Apprendo quindi con grande soddisfazione di questo accordo che, sono fiducioso, possa portare anche al restauro dell’altro capolavoro conservato nei nostri laboratori".

San Brunone, ritratto in diverse scene nelle tele di Avanzi, è il fondatore dell’ordine dei certosini, nasce verso il 1030 a Colonia. I due maxi-capolavori al centro dell’accordo interistituzionale per il recupero vennero commissionati ad Avanzi dall’allora priore della Certosa di Ferrara, Daniele Campanini (in carica dal 1692 al 1698). Nel 1801 la Certosa fu secolarizzata e la comunità monastica disciolta, il Comune l’acquisì nel 1812. Nel 1944 il bombardamento anglo-americano colpirà anche la chiesa di San Cristoforo e la stessa Certosa con pesanti danneggiamenti. Anche le tele presentano danni da schegge e polvere. Dal 1946 al 1956 saranno così separate dal telaio e collocate sui pavimenti della sagrestia, senza protezioni. Le condizioni precarie sotto il profilo conservativo hanno quindi reso necessario il trasferimento, tra il 1962 e il 1963, nei depositi della Pinacoteca di palazzo Diamanti, prima della consegna al laboratorio Nonfarmale, dove sono collocate dal 1970 circa. Nel 2004 il Comune di Ferrara, con la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, inserirà le due opere nella grande campagna di restauri allora avviata, ma alterne vicende legate ai finanziamenti non consentiranno di completarli, lasciando l’apparizione della Beata Vergine e San Pietro ai compagni di San Brunone solo parzialmente restaurata e la tela sorella ancora arrotolata nei laboratori di San Lazzaro di Savena.

Ferrara: dopo 50 anni di attesa, la maxi tela di Avanzi sarà recuperata e ricollocata alla Certosa
Ferrara: dopo 50 anni di attesa, la maxi tela di Avanzi sarà recuperata e ricollocata alla Certosa


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