Sono emersi dettagli molto interessanti sull’Ecce Homo recentemente riemerso sul mercato in un’asta della casa madrilena Ansorena e attribuito da alcuni studiosi a Caravaggio. Intanto proprio oggi l’antiquario spagnolo Jorge Coll, amministratore delegato di Colnaghi, una delle gallerie di antichità più importanti sul mercato internazionale, con sedi a Madrid, Londra e New York, ha diffuso il nome dei proprietari del dipinto. La galleria si occuperà dello studio, del restauro e della vendita del dipinto, che nei prossimi giorni sarà esaminato da studiosi esperti di Caravaggio.
Coll, che ha comunicato la notizia al quotidiano El País, ha riferito che i proprietari sono Diego, Mercedes e Antonio Pérez de Castro, figli di Antonio Pérez de Castro, fondatore nel 1957 della scuola IADE (una delle principali scuole di design di Madrid), e di Mercedes Méndez Atard, quest’ultima figlia dell’importante architetto Diego Méndez González (Madrid, 1906 - 1987), autore, assieme a Pedro Muguruza (Madrid, 1893 - 1952) del Valle de los Caídos, il grande complesso monumentale che sorge nella cittadina di San Lorenzo de El Escorial, alle porte di Madrid. Da parte di padre, la famiglia discende da Evaristo Pérez de Castro (Valladolid, 1769 - Madrid, 1849), politico e diplomatico che fu anche presidente del consiglio della Spagna tra il 1838 e il 1840 durante il regno di Isabella II. Secondo quanto riferito da Coll, l’Ecce Homo sarebbe arrivato a Diego, Mercedes e Antonio Pérez de Castro per eredità paterna.
Caravaggio (attr.), Ecce Homo (olio su tela, 111 x 86 cm) |
L’opera si trovava fisicamente in un immobile situato nel barrio Salamanca, quartiere ottocentesco di Madrid, ma il dato interessante è che, in base alle informazioni riferite da Coll, i proprietari del dipinto discenderebbero da una famiglia illustre (elemento che potrebbe giocare a favore di un’attribuzione di alto livello). E proprio oggi è emerso un ulteriore interessante indizio. Questo pomeriggio, la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, l’importante accademia fondata da re Ferdinando VI nel 1752, ha diramato una nota in cui sono stati diffusi i risultati di alcune ricerche d’archivio effettuate dalla studiosa Itziar Arana, Coordinatrice del Centro de Estudios I+D+I (Investigación, Desarrollo e Innovación) della Real Academia. Stando a ciò che ha scoperto la studiosa consultando il materiale d’archivio, Evaristo Pérez de Castro nel 1823 avrebbe proposto alla Real Academia la permuta di un’opera di sua proprietà (un San Giovanni Battista attribuito ad Alonso Cano) in cambio di un’opera della Real Academia da scegliere tra quattro. Tra le quattro opere tra cui Pérez de Castro poté scegliere figurava un “Ecce-Hommo con dos saiones de Carabaggio número 155 del catálogo”. Con provvedimento del 16 febbraio 1823, l’Accademia approvò questo scambio, come risulta dai documenti d’archivio. Arana, contattata da El País, ha fatto sapere al quotidiano spagnolo che nei registri della Real Academia è documentata la presenza costante di questo “Caravaggio” tra il 1817 e il 1821.
“Con questa notizia”, fa sapere la Real Academia, “vogliamo far conoscere a chi ci segue il lavoro di ricerca e consulenza in favore del patrimonio storico e artistico della Spagna che si realizza presso questa accademia”. La Spagna pochi giorni fa ha avviato i procedimenti per sottoporre l’opera al vincolo d’interesse culturale.
L’Ecce Homo è al momento sotto esame presso una sede che non è stata resa nota per ovvie ragioni di sicurezza. Al momento non è ancora possibile stabilire collegamenti tra gli Ecce Homo di Caravaggio registrati negli inventari da cui si può supporre la provenienza (su queste pagine abbiamo approfondito la questione con un’intervista a Rossella Vodret e con un’intervista ad Antonio Vannugli) e l’“Ecce Hommo” che risulta di proprietà di Evaristo Pérez de Castro, ma quelle emerse nelle ultime ore sono comunque notizie di grande rilevanza, che possono aiutare a dissipare le nubi attorno all’opera.