Lo spettacolare Crocifisso di Francesco da Sangallo torna finalmente a Santa Maria Nuova


A più di dieci anni di distanza dal restauro terminato nel 2009 e dopo la musealizzazione di Santa Maria Nuova di Firenze, finalmente lo spettacolare crocifisso di Francesco da Sangallo torna a casa.

Torna a casa lo splendido crocifisso ligneo di Francesco da Sangallo (Francesco Giamberti; Firenze, 1494 - Firenze, 1576), realizzato tra il 1515 e il 1525 per l’ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze. Dopo un lungo restauro, il grande Cristo, alto 184 centimetri e largo 178, esce dai laboratori per la prima volta dal 2009 (dove era rimasto, alla fine del restauro conclusosi quell’anno, in attesa della musealizzazione di Santa Maria Nuova, avvenuta nel 2016), al fine di raggiungere il Salone Martino V del percorso museale dell’antico ospedale fondato nel 1288 da Folco Portinari, il padre della Beatrice amata da Dante Alighieri.

Prima di essere mostrata al pubblico, l’opera sarà sottoposta a un controllo serrato da parte degli esperti, nonché a una revisione del restauro del 2009, che sarà condotta da Anna Fulimeni (la stessa restauratrice che ha curato l’intervento del 2007-2009), sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato. Dopodiché tutti potranno di nuovo vedere il crocifisso di Santa Maria Nuova nel percorso museale.

“È un’opera magnifica, di enorme valore artistico”, afferma Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova Onlus che ha promosso la revisione del restauro e la ricollocazione dell’opera. “Siamo orgogliosi di aver dato il via alle operazioni necessarie per farla tornare negli spazi pubblici dell’ospedale, con una collocazione che la valorizza, la contestualizza e la protegge dal tempo. Dal 2016, anno in cui è stata inaugurata la musealizzazione di alcune aree di Santa Maria Nuova, la Fondazione è impegnata sul fronte del recupero dell’immenso patrimonio artistico dell’istituzione. Un patrimonio che racconta la storia dell’ospedale, ma anche della città e dei suoi artisti. A noi spetta il compito di tutelarlo e di renderlo fruibile”.

Il Crocifisso di Santa Maria Nuova. Foto di Francesco Bini (2014)
Il Crocifisso di Santa Maria Nuova. Foto di Francesco Bini (2014)

La storia del Crocifisso

Francesco da Sangallo ha realizzato un cristo visibilmente sofferente, debitore nei confronti delle sculture di Michelangelo ma anche straordinariamente realistico, in virtù del fatto che l’artista poté studiare in maniera diretta l’anatomia lavorando dentro l’ospedale. “Già a partire dal Quattrocento”, spiega Esther Diana, responsabile Settore Biblioteca, Ricerca ed Editoria della Fondazione Santa Maria Nuova Onlus "l’ospedale di Santa Maria Nuova è frequentato da molti artisti. Il nosocomio offriva loro la possibilità di studiare da vicino il corpo umano ricavandone conoscenze fondamentali per le opere. Anche Francesco da Sangallo, come Leonardo da Vinci, deve aver passato molte ore qui, a studiare. E la perfezione dei dettagli anatomici di questo Crocifisso ne è la dimostrazione. L’immagine del Cristo sulla croce, in un ospedale, aveva finalità ben precise in un’epoca in cui la malattia era considerata la punizione per un peccato commesso: doveva ispirare umiltà, trasmettere conforto e indicare la giusta strada verso la redenzione. Inoltre, le predicazioni di Girolamo Savonarola avevano contribuito ad accrescere il culto del Crocifisso. La sua raffigurazione si diffonde quindi all’interno dell’ospedale, sugli altari e in corsia. A Santa Maria Nuova se ne contano almeno 13, in legno o cartapesta, a dimensione naturale, provenienti da importanti botteghe o di autori anonimi".

Non sappiamo dove si trovasse in origine, all’interno di Santa Maria Nuova, il crocifisso. Esiste però un inventario del 1588 che lo cita nella sagrestia della chiesa di Sant’Egidio, dove probabilmente fu spostato nel 1530 per metterlo al sicuro durante i giorni dell’assedio di Firenze, e forse da allora non fu più trasferito. Nell’Ottocento fu ridipinto con una patina scura per simulare il colore del bronzo, che all’epoca incontrava il gusto molto più del legno (e che è rimasta fino al restauro terminato nel 2009, offuscando la cromia originaria). Tornato nell’ospedale, fu dapprima custodito nei depositi, per poi essere collocato in un corridoio nei pressi della direzione sanitaria: lì rimase fino alla fine degli anni Novanta, quando fu trasferito in laboratorio per il restauro, eseguito tra il 2007 e il 2009. Nel 2013 il crocifisso restaurato è stato mostrato per la prima volta al pubblico (che quindi ha potuto vedere finalmente, dopo due secoli, il crocifisso con i colori che erano stati applicati in origine) nell’ambiro della mostra I Sangallo – Una famiglia di scultori, organizzata presso il Palazzo Municipale di Pontassieve.

Il Crocifisso di Santa Maria Nuova con lo strato di patina scura per simulare il bronzo. Ph. Credit CTS Srl
Il Crocifisso di Santa Maria Nuova con lo strato di patina scura per simulare il bronzo. Ph. Credit CTS Srl

Il restauro

Prima di essere sottoposto all’intervento, il crocifisso ligneo di Francesco da Sangallo è stato sottoposto a un’accurata campagna diagnostica. Gli esami hanno confermato le modalità con cui lo scultore realizzò l’opera, ricavata dall’assemblaggio di tre blocchi di legno di tiglio (il migliore tra tutti i legni, secondo Giorgio Vasari). Tuttavia, le indagini diagnostiche evidenziarono anche lo stato “fortemente alterato” del legno utilizzato dall’artista: tagli, perni lignei e chiodi erano stati utilizzati nel tentativo di porre rimedio a questi difetti. “Il Crocifisso”, ricorda la restauratrice Fulimeni, “era in cattivo stato di conservazione e attaccato da insetti xilofagi . Gli alluci e l’anulare della mano destra erano rotti. Nei capelli, intagliati dallo scultore con grande eleganza plastica, si notavano distacchi di porzioni lignee. E una stesura di vernice nera copriva i colori originari”.

Il restauro ha garantito il consolidamento della struttura lignea attraverso iniezioni di resina acrilica. Oltre alla disinfestazione, è stata eseguita una pulitura che ha rimosso lo strato nero di finto bronzo. La pulitura ha fatto inoltre riemergere anche i fiotti di sangue e le ferite sul costato, che contribuiscono ad amplificare la drammaticità dell’opera. Risanata anche l’area dei piedi del Cristo, molto delicata, e che aveva subito una carbonizzazione a causa del fumo delle candele: sono state eseguite stuccature sui piedi (oltre che sulla capigliatura). Infine, il restauro pittorico ha restituito all’opera i suoi colori originali che hanno esaltato l’azzurro del perizoma e la naturalezza dell’incarnato.

Il restauro del Crocifisso
Il restauro del Crocifisso

Dove si potrà vedere l’opera

Come anticipato, una volta terminate le operazioni di controllo e di revisione del restauro, il Crocifisso di Francesco da Sangallo verrà esposto sulla parete del Salone Martino V. Questa grande stanza, posta al primo piano del percorso museale di Santa Maria Nuova, venne probabilmente creata nel 1720 a uso di “teatro” dallo Spedalingo Giuseppe Maria Martellini. Oggi è diventata tappa fondamentale del percorso museale di Santa Maria Nuova inaugurato nel 2016. Il Crocifisso verrà collocato sulla parete di sinistra, a fianco di un altro Cristo, dipinto su tavola sagomata da un ignoto pittore toscano nel XIV secolo, e davanti a un affresco di Niccolò di Pietro Gerini del 1385, raffigurante una Resurrezione e staccato dalla parete della corsia degli uomini dov’era posto in origine.


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