Si è chiusa ieri la XXXII edizione della Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze: una Biennale che aveva sollevato grandi aspettative dal momento che ha segnato il ritorno non dopo due anni come sarebbe stato naturale, ma dopo tre, della mostra mercato dell’antiquariato più importante d’Italia, nonché una delle principali al mondo. Antiquari e operatori del settore guardavano con speranza e ottimismo a questo appuntamento come il momento di rinascita di un mercato e del suo indotto, fortemente messo in difficoltà dalla pandemia. I risultati, fa sapere l’organizzazione, sono più che positivi e hanno superato le speranze, in termini di presenze di collezionisti, direttori di musei e appassionati e, di quel che più conta, di vendite.
Rafforzata da nuove partnership con Arte Generali e EY e riconferme di partnership istituzionali come Fondazione CR Firenze, Camera di Commercio di Firenze, la BIAF ha potuto avvalersi di un network più ampio in grado di attirare a Firenze negli undici giorni di apertura un pubblico nuovo e internazionale che in città ha trovato ad attenderlo grandi eventi espositivi.
Alla BIAF non sono mancate le innovazioni, come la realizzazione di Eternal Memories, un docu-game concepito per raccontare alle giovani generazioni l’arte antica attraverso un momento ludico. E ancora il corner EY, dedicato all’innovazione in cui si è sperimentato il legame tra nuove tecnologie e arte, e uno spazio museale all’interno del Metaverso con opere d’arte premiate nelle precedenti edizioni della BIAF per vivere, anche da remoto, un’esperienza immersiva. A Palazzo Corsini, che si presentava al pubblico rinnovato dopo il restauro della facciata e dello scalone nobile, 77 gallerie italiane ed estere hanno dato vita ad allestimenti eleganti per accogliere opere di importanza museale. Una proposta elevatissima per qualità secondo la critica più esperta, italiana ed internazionale.
È stata poi una Biennale molto attiva sui social, con una presenza e un impatto da evento di primo piano: i follower su Istagram e FB raddoppiati sino a raggiungere i 43 mila. Con i post pubblicati la BIAF ha raggiunto complessivamente 2 milioni e 300 mila persone. Le interazioni con i contenuti dei post sono più di 150 mila, mentre le visualizzazioni dei contenuti su Facebook hanno superato i 4 milioni e su Instagram i 3 milioni e mezzo. Per quanto riguarda il pubblico ci sono due dati importanti: la crescita dei follower da altri paesi e il rilevante aumento del numero dei più giovani, con il target 25-34 che ha superato quello dai 45 ai 64 e quello dei 18-24 che ha già superato quello degli over 65.
“Abbiamo lavorato tre anni per organizzare l’edizione della rinascita, chiedendo agli antiquari di portare solo qui a Firenze, i capolavori più rari e preziosi”, sottolinea Fabrizio Moretti, segretario generale della BIAF. “La qualità delle opere proposte è stata sotto gli occhi di tutti e di questo voglio ringraziare tutte le gallerie. Credo sia stata un’edizione eccitante da tutti i punti di vista".
Sono numerose le vendite riportate dalle gallerie a collezioni private e a Musei con il Mart di Rovereto e gli Uffizi che hanno fatto da apripista: il museo fiorentino si è addirittura aggiudicato sei opere acquisite (e la donazione di un disegno preparatorio del pittore cinquecentesco Carletto Caliari per un quadro oggi custodito al Louvre, donato dal gallerista Enrico Frascione). Gli Uffizi in particolare hanno scelto due quadri e una scultura del Seicento: il Ritratto di giovane vittorioso sull’Invidia di Pietro Paolini esposto dalla Galleria Porcini, e l’Allegoria del Disegno e della Pittura di Francesco Cairo proposta da Frascione Arte. Inoltre il prezioso busto in avorio di Cosimo III de’ Medici scolpito da Jean-Baptiste Basset a Livorno nel 1696, esposto nello stand della Galleria Orsi e un autoritratto dell’Ottocento, Felice Cerruti Bauduc, Atelier con il pittore in atto di dipingere il Combattimento di Sommacampagna di Pallesi Art Gallery. Infine, di Giacomo Manzù il museo ha acquistato presso lo stand di Galleria Gomiero una Pietà in bronzo del 1950.
Le trattative sono private e spesso si concludono anche a settimane di distanza, tuttavia alcune gallerie hanno fatto sapere, nei giorni scorsi, quali opere e oggetti hanno trovato “casa”. Un collezionista privato e non un museo, come sarebbe stato legittimo supporre, ha acquistato nella prima mezz’ora di preview le Posate di Cosimo I de’ Medici Granduca di Toscana esposte nello stand della galleria Longari. Di manifattura fiorentina del XVI secolo (ferro dorato e cesellato, decorazione a niello) il set era composto da 4 forchette, 4 coltelli, un forchettone e un coltellone. Due vendite museali per Frascione Arte per le seguenti opere: Francesco Cairo, Allegoria della Pittura e del Disegno del 1635 circa e Niccolò Betti, Crocifissione del 1572-1577.
Giacometti Old Master Paintings ha portato a termine numerose vendite tra le quali segnalano: Luigi de Luca, Monello napoletano, terracotta eseguita prima del 1880, venduta a un collezionista giapponese. E di Saverio della Gatta una Veduta della Villa di Diomede a Pompei e una Veduta della Tomba di Virgilio a Napoli, entrambe gouaches su carta, 1807 venduti a un noto artista italiano. La Galleria Carlo Virgilio ha venduto sette opere, tra le più importanti segnala il Ritratto di una giovane nobildonna di Raphael Mengs del 1760-1770 circa, a un collezionista italiano, e un bronzo di Duilio Cambellotti, L’avo del 1924 entrato ora in una collezione toscana.
La Galleria Paolo Antonacci ha fatto sapere che già la prima sera di preview ha venduto il bellissimo dipinto raffigurante il duomo di Firenze (Alfred Berg, Veduta notturna del duomo di Santa Maria del Fiore) a un collezionista fiorentino, inoltre un quadro di Nino Costa a collezionista romano, un bel disegno a due clienti americani e i due magnifici acquarelli con vedute di Roma di Keisermann a un cliente romano. I giovani galleristi Caretto & Occhinegro hanno venduto una delle principalu opere di questa edizione, Giochi di scimmie (coppia di dipinti) di Abraham Teniers, un olio si tavola del 1650 circa, aggiudicato durante i giorni iniziali della fiera a un nuovo collezionista. Pietro Cantore della omonima galleria segnala la vendita, tra le altre, di un rame dell’artista bolognese Francesco Albani raffigurante Il Padre Eterno appare alle Sante Tecla e Agnese, di cui esiste una variante su tela nella Cattedrale di Osimo nelle Marche, andato a un cliente emiliano. La Galleria Botticelli Antichità ha venduto il tavolo di Giacomo Manzù in legno, bronzo e cristallo proveniente da villa Lampugnani Bordighera.
È sicuramente un amante dei cani il collezionista (o la collezionista) che da Società di Belle Arti ha acquistato un’opera di Eugenio Cecconi intitolata I miei amici, composta da 14 ritratti ad olio dei cani appartenuti all’artista. Un nuovo cliente conosciuto in fiera non se lo è lasciato scappare. La Galleria Nobile ha venduto un disegno realizzato da Balthasar Kłossowski De Rola, alias Balthus, che ritrae l’amico Renato Guttuso nel 1975 e inoltre il sorprendente Autoritratto di Armando Locatelli, un olio su tavola del 1925.
Per la galleria Antonacci Lapiccirella di Roma la BIAF è stata un successo: l’antiquario comunica di aver venduto sette opere, tra cui una tempera di Ippolito Caffi (Ascensione in mongolfiera sulla campagna romana del 1847) a un nuovo collezionista. Sempre a collezionisti privati sono andati anche il bronzo di Libero Andreotti Donna che fugge del 1919, proveniente dalla collezione Ugo Ojetti, e il capolavoro di Onofrio Martinelli I Giganti.
Non nasconde entusiasmo la Galleria Carlo Orsi con importanti vendite all’attivo: Antioco e Stratonice di Gaspare Landi, venduto a un privato, e il Ritratto di Cosimo III de’ Medici di Jean-Baptiste Basset, venduto come è noto agli Uffizi. La Galleria Poggiali conferma un totale di tre vendite dei due artisti presentati alla BIAF, Arnulf Rainer e Claudio Parmiggiani andati tutti collezionisti privati. Non svela le vendite ma solo parecchio entusiasmo Matteo Salamon che di BIAF ne ha frequentate diverse: “Finalmente ho visto voglia, desiderio, curiosità nei collezionisti, siamo tornati negli anni Ittanta per il clima eccitante che abbiamo respirato nelle giornate di preview ma anche nei giorni successivi”.