Arezzo, termina il restauro del San Lorenzo di Bartolomeo della Gatta


Ad Arezzo termina il restauro del San Lorenzo affrescato nel 1476 da Bartolomeo della Gatta nella Badia delle Sante Flora e Lucilla. L’intervento è stato finanziato dal Rotary Club Arezzo Est e ha ricevuto il contributo di Chimet Spa.

Importante restauro per il San Lorenzo affrescato da Bartolomeo della Gatta (Pietro di Antonio Dei; Firenze, 1448 – Arezzo, 1502) nella Badia delle Sante Flora e Lucilla di Arezzo. Il restauro, finanziato dal Rotary Club Arezzo Est ed eseguito, sotto la sorveglianza della Soprintendenza APAP di Siena Grosseto Arezzo, da Tiziana Conti e Tommaso Sensini di Studio Tre Arezzo, grazie al contributo di Chimet Spa.

L’affresco con San Lorenzo, che risale al 1476, è la prima opera giunta a noi eseguita da Bartolomeo ad Arezzo e doveva fare parte di una decorazione più ampia, come indica Vasari nella biografia del camaldolese. Scrive infatti Vasari: “nella Badia di Santa Fiore di detta città [Arezzo] di sua mano una cappella all’entrare della chiesa per la porta principale entro la quale è un San Benedetto e altri santi fatti con molta grazia e con buona pratica e dolcezza”.

Il San Lorenzo pare tuttavia isolato, nato come ex voto, e forse il sacello descritto da Vasari si trovava dalla parte opposta, sempre nella parete di controfacciata, oltre l’antico portale gotico oggi visibile. Si può ipotizzare che la cappella fosse tra l’originale portale e il San Lorenzo. La chiesa fu completamente rinnovata da Vasari a partire dal 1565. L’affresco testimonia l’adesione giovanile di Bartolomeo alla lezione di Piero della Francesca, oltre che l’influenza anche di Domenico Ghirlandaio. Rispetto agli affreschi giovanili di Cecina del Ghirlandaio un elemento di confronto è il motivo del muro a mattoni. Il santo è raffigurato entro una nicchia dipinta e perfetto è il gioco della luce. Bellissimo è il volto, esempio di aderenza naturalistica al vero, nonché caratterizzato da una straordinaria intensità espressiva.

Piero di Antonio Dei, detto Bartolomeo della Gatta, è stato una delle più importanti personalità della seconda metà del Quattrocento. Nato a Firenze, era figlio dell’orafo Antonio di Giovanni Dei, divenne monaco camaldolese intorno agli anni Cinquanta e l’appartenenza all’ordine di San Romualdo è indicata da Vasari. La vita che il grande aretino ha dedicato a “Don Bartolomeo Abbate di San Clemente miniatore e pittore” costituisce l’avvio di una fortuna storiografica che ha visto recentemente la compilazione di una monografia da parte di Cecilia Martelli. Poco più che ventenne Bartolomeo lasciò Firenze per trasferirsi ad Arezzo e in data 12 gennaio 1471 è attestato presso Santa Maria in Gradi.

“Dalla sua scoperta nel 1933 a oggi”, afferma la storica dell’arte Liletta Fornasari, “l’affresco è stato oggetto di più interventi di restauro, ma nonostante questo si trovava in cattive condizioni di conservazione. Il degrado era causato innanzitutto dall’umidità capillare che raggiungeva oltre metà dell’altezza del dipinto provocando efflorescenze solfatiche e danneggiando gli strati pittorici. Senza questo provvidenziale intervento l’affresco sarebbe andato in rovina”.

L’intervento, oltre a rimuovere depositi e patine saline e alleggerire le integrazioni fuori tono, ha provveduto a liberare la porzione sottostante della parete dagli strati di intonaco, per evitare la risalita dell’umidità e proceduto a stuccare e integrare cromaticamente mancanze e abrasioni sulla pittura.

“Il Rotary Club Arezzo Est è da sempre attento alle infinite bellezze artistiche e culturali della nostra città”, afferma Francesco Pugi, Presidente del Rotary Club Arezzo Est. “È per questo che, nel 50esimo anno dalla sua fondazione ha voluto promuovere il recupero di questo meraviglioso affresco di Bartolomeo della Gatta che rischiava seriamente di andare definitivamente perduto. Siamo pertanto orgogliosi di essere riusciti a riportare al suo antico splendore questa mirabile opera e di restituirla alla cittadinanza e ai turisti che visitano Arezzo, che adesso potranno ammirarla nella sua nuova veste”.

“Chimet è orgogliosa di aver contribuito a questo restauro”, ha dichiarato Luca Benvenuti, ad di Chimet Spa. “La nostra azienda è molto sensibile ai temi della contribuzione sociale verso il territorio di appartenenza, quello aretino, così ricco di storia e di arte. Proprio con queste finalità abbiamo creato un portale dedicato ‘ChimetConTe.com’’ che nasce per dare sostegno a progetti dall’alto valore sociale, assistenza a favore di anziani, di famiglie disagiate, di persone con mobilità ridotta, del mondo della scuola, a sfondo ricreativo, sportivo e, come in questo caso, anche a iniziative culturali di elevato spessore”.

Restauro del San Lorenzo di Bartolomeo della Gatta ad Arezzo
Restauro del San Lorenzo di Bartolomeo della Gatta ad Arezzo
Restauro del San Lorenzo di Bartolomeo della Gatta ad Arezzo
Restauro del San Lorenzo di Bartolomeo della Gatta ad Arezzo
Restauro del San Lorenzo di Bartolomeo della Gatta ad Arezzo
Restauro del San Lorenzo di Bartolomeo della Gatta ad Arezzo
Restauro del San Lorenzo di Bartolomeo della Gatta ad Arezzo
Restauro del San Lorenzo di Bartolomeo della Gatta ad Arezzo
Restauro del San Lorenzo di Bartolomeo della Gatta ad Arezzo
Restauro del San Lorenzo di Bartolomeo della Gatta ad Arezzo

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