Una storia singolare è quella delle due sculture del XVIII secolo che l’Angola ha donato alla Francia: il caso è particolare perché di solito, quando si sente parlare di restituzioni, le opere escono dalla Francia e vengono riportate altrove, nei loro luoghi d’origine, mentre invece questa volta fanno il percorso inverso. Anche se non si tratta propriamente di una restituzione in senso stretto, visto che i passaggi sono stati tutti legittimi. Si tratta di due gruppi scultorei, Zefiro, Flora e Amore eseguita da Philippe Bertrand (Parigi, 1663 - 1724), René Frémin (Parigi, 1672 - 1744) e Jacques Bousseau (Chavagnes-en-Paillers, 1681 - Madrid, 1740), e una Abbondanza di Lambert Sigisbert Adam (Nancy, 1700 - 1759), tutti importanti scultori francesi del Settecento. Le opere troveranno accoglienza alla Reggia di Versalles dove vengono presentate, dal 5 febbraio al 5 giugno, in una mostra intitolata Chefs-d’oeuvre retrouvées, a cura di Lionel Arsac, conservatore del patrimonio alla Reggia di Versailles, responsabile delle sculture. Le opere sono state restituite dopo una ricerca sui vari passaggi che hanno compiuto, anche se in realtà, come si vedrà, non si sono mai mosse dalla Francia, pur essendo diventate proprietà dell’Angola.
Il gruppo con Zefiro, Flora e Amore fu commissionato da Luigi XIV per i giardini del Grand Trianon, e risale agli ultimi anni del regno del Re Sole. Iniziato nel 1713 da Philippe Bertrand e René Frémin poi completato da Jacques Bousseau nel 1726, questo gruppo anticipa i temi galanti e leggeri che cominciano a palesarsi nella Francia nell’ultimo periodo del regno di Luigi XIV e troveranno poi sviluppo e diffusione col suo successore. Questo gruppo era destinato ai boschetti di Trianon adibiti all’uso quasi esclusivo del re e adornati con numerose sculture. L’arrivo a Versailles di questo gruppo permette quindi di dare concretezza a uno degli ultimi sogni di Luigi XIV, che vide esposta nei suoi giardini solo la versione preparatoria di questa scultura.
L’Abbondanza, eseguita da Lambert Sigisbert Adam tra il 1753 e il 1758, fu invece commissionata da Luigi XV per la sua residenza a Choisy. Il re distribuì diversi incarichi a molti artisti che ebbero il compito di realizzare sculture per la sua dimora, ma sono poche le sculture effettivamente finite a Choisy. L’Abbondanza, allegoria della prosperità riscoperta sotto gli auspici del re pacificatore, era in particolare destinata al “Bosco della Pace”, immaginato da Charles-Antoine Coypel, primo pittore del re: si trattava di un luogo che avrebbe dovuto celebrare il secondo trattato di Aix-la-Chapelle (1748), che pose fine alla guerra di successione austriaca. Il Bosco della Pace immaginato avrebbe dovuto essere decorato con cinque sculture in marmo, ma di questo insieme fu completata solo la statua dell’Abbondanza.
L’ingresso di questi due capolavori nelle collezioni del Museo Nazionale dei Palazzi di Versailles e Trianon è stato possibile grazie alla donazione della Repubblica dell’Angola, dove le opere finirono nell’Ottocento. L’Abbondanza fu infatti collocata nel 1773 nei giardini del castello di Menars, che Abel-François Poisson, marchese di Marigny, ereditò dalla sorella, la marchesa di Pompadour. Direttore degli Edifici del Re dal 1751 al 1773, Marigny beneficiò della generosità di Luigi XV, dal quale ottenne anche il dono di diverse sculture conservate nei magazzini reali, tra cui Zefiro, Flora e Amore el 1769. La collezione di Marigny andò dispersa nel 1881, a seguito di una vendita che vide come protagonisti i fratelli Alphonse ed Edmond de Rothschild, che si aggiudicarono alcune delle opere più preziose. Così, Zefiro, Flora e Amore e l’Abbondanza si unirono alle collezioni che Alphonse de Rothschild, appassionato di arte francese del Settecento, aveva sistemato nel suo hotel parigino di rue de Saint-Florentin. Diversi documenti d’archivio, tra cui un album di fotografie inedite, permettono di rievocare la sorte di queste due sculture, che furono saccheggiate durante l’occupazione nazista della Francia. Restituite alla famiglia nel dopoguerra, le opere furono collocate nel giardino dell’Hotel Ephrussi de Rothschild a Parigi, che nel 1979 divenne sede dell’Ambasciata dell’Angola in Francia.
Dimenticate per più di quarant’anni, le due sculture sono state identificate finalmente nel 2018 la loro identificazione, nel 2018, ha portato a ripercorrere il loro prestigioso passato. Considerato il valore storico e artistico delle due opere conservate nei giardini della Residenza dell’ambasciata angolana a Parigi e dato l’impegno che la Reggia di Versailles ha profuso per ricostituire il proprio patrimonio artistico, la Repubblica dell’Angola ha deciso di donarle alla Francia e adesso le due opere entrano a far parte delle collezioni del Museo Nazionale dei Palazzi di Versailles e del Trianon.
La mostra che presenta le due sculture cercherà di collocare Zefiro, Flora e Amore e l’Abbondanza nel loro contesto di creazione e ispirazione. La rassegna intende far luce anche sul loro singolare destino, dal momento della commissione fino al loro ingresso odierno nelle collezioni nazionali. Questa presentazione vuole inoltre consentire al pubblico di comprendere uno degli aspetti del lavoro dei curatori della Reggia di Versailles: la ricerca e l’identificazione delle opere. Diversi dipinti che rappresentano il dio del vento di ponente e la ninfa della primavera mostreranno inoltre la predilezione per questo soggetto a Trianon, residenza privata di Luigi XIV. Inoltre, una serie di opere intenderà mettere in luce la genesi del gruppo scultoreo, fortemente ispirato alla grande tela che Louis de Boullogne eseguì nel 1701 per la galleria di Fontainebleau. Opere e documenti inediti permetteranno di evocare Choisy, residenza tanto amata da Luigi XV, così come il castello di Menars, gioiello sulle rive della Loira. Dopo la mostra che sarà loro dedicata, i gruppi verranno collocati nel percorso di visita permanente, uno nel castello, l’altro nel Grand Trianon.
Nell’immagine, le due sculture.
L'Angola dona alla Francia due importanti sculture del Settecento |