Dopo cinque anni di preparativi, oggi un team di otto restauratori del Rijksmuseum di Amsterdam ha iniziato ufficialmente il restauro della Ronda di notte, il capolavoro di Rembrandt. Questo avvio segna l’inizio della seconda fase, ovvero la fase operativa, del più grande progetto di ricerca e restauro mai dedicato a questo capolavoro di Rembrandt (la prima fase è stata quella delle indagini). La rimozione della vecchia vernice consentirà di preservare il dipinto per le generazioni future. I visitatori possono seguire il processo in diretta nella Galleria Night Watch, dove il lavoro di restauro viene eseguito con precisione microscopica nella camera di vetro trasparente.
“L’inizio della fase di restauro è pieno di attesa”, sottolinea Taco Dibbits, direttore del Rijksmuseum. “La rimozione della vernice rivelerà la movimentata storia della Ronda di Notte e per il pubblico in visita sarà un’esperienza davvero unica poter seguire il processo da così vicino”.
I restauratori del Rijksmuseum stanno utilizzando uno speciale tipo di tessuto per rimuovere gli strati di vernice applicati al dipinto a seguito del restauro nel 1975-1976. I restauratori posizionano il tessuto, preparato con un solvente, contro la superficie della Ronda di notte per un breve e limitato lasso di tempo. La vernice viene solubilizzata e assorbita nel tessuto. Quindi, utilizzando un microscopio, rimuovono con attenzione eventuali resti di vernice ancora più vecchia con tamponi di cotone. Questo momento è, secondo il museo, il culmine di anni di ricerca scientifica, applicazione di questa tecnica ad altri dipinti e conduzione di test sulla stressa Ronda di notte.
Negli ultimi cinque anni un vasto team di restauratori, curatori, scienziati e altri specialisti ha studiato la Ronda di notte utilizzando le tecnologie più avanzate: dall’imaging digitale agli studi scientifici e tecnici, dall’informatica all’intelligenza artificiale. Questo lavoro ha portato a varie scoperte nella nostra comprensione delle condizioni del dipinto e del modo di lavorare dell’artista.
Il team collabora con esperti del partner principale del Rijksmuseum per questo progetto, AkzoNobel, nonché con l’agenzia per il patrimonio culturale dei Paesi Bassi (RCE), l’Università di Tecnologia di Delft (TU Delft), l’Università di Amsterdam (UvA), l’Amsterdam University Medical Centre (AUMC), l’Università di Anversa (UA), la Vrije Universiteit Amsterdam (VU), l’Università di Tecnologia di Eindhoven (TU/e) e la National Gallery of Art di Washington DC.