Si stanno concludendo in questi giorni le operazioni di documentazione relative alle indagini preventive archeologiche condotte in Piazza del Plebiscito, nel cuore di Viterbo. Un intervento programmato nell’ambito dei lavori di riqualificazione della pavimentazione della piazza, che ha restituito risultati di grande rilevanza storica e scientifica. Parallelamente alle ultime fasi di rilievo, sono in corso anche le operazioni di copertura delle evidenze emerse, così da consentire la riconsegna dell’area al Settore VI - Lavori pubblici e manutenzioni del Comune di Viterbo già a partire da lunedì 14 aprile.
Quanto emerso nel cantiere archeologico va ben oltre le aspettative, restituendo un quadro stratificato e complesso della vita urbana di una delle zone più significative del centro storico viterbese. Le scoperte comprendono infatti numerose evidenze che si intrecciano con la storia profonda della città: dalle sepolture medievali alle strutture murarie precedenti l’assetto attuale della piazza, fino alle condutture che testimoniano la continua riorganizzazione dello spazio urbano nel corso dei secoli.
Uno dei rinvenimenti di maggiore impatto è quello relativo al cimitero della chiesa di Sant’Angelo in Spatha, una realtà finora nota unicamente attraverso le fonti documentali e mai indagata sul campo. Gli archeologi hanno individuato ben 45 deposizioni, sia maschili che femminili, disposte su più livelli stratigrafici. A queste si aggiungono cinque tombe riferibili a bambini. Le sepolture, come tipico nel periodo medievale, sono state deposte in semplici fosse, in alcuni casi rifinite con un rivestimento e copertura in tegole, ma prive di oggetti di corredo. Questo aspetto, oltre a rientrare nelle consuetudini dell’epoca, offre preziose informazioni sulle pratiche funerarie in uso nella comunità cittadina del tempo.
Accanto alle tombe, sono emerse murature di particolare interesse, che suggeriscono un diverso assetto urbanistico antecedente alla sistemazione attuale della piazza. Tali strutture, probabilmente riferibili ad ambienti o edifici non ancora del tutto identificati, testimoniano una lunga e articolata storia di occupazione dell’area, che si conferma come uno snodo cruciale nella morfologia urbana di Viterbo. Il tracciato delle murature offre spunti per comprendere meglio le trasformazioni subite da questo spazio nel corso dei secoli, restituendo alla ricerca storica e archeologica elementi finora inediti.
Non meno significativi sono i tratti di condutture che sono stati rinvenuti nel corso delle indagini. La loro presenza, distribuita in più punti del cantiere, attesta la stratificazione continua e l’adattamento funzionale di questa porzione della città. Le infrastrutture idrauliche, infatti, spesso sopravvivono a riorganizzazioni architettoniche e urbanistiche, costituendo una traccia eloquente della vita quotidiana e delle esigenze pratiche della comunità urbana nel tempo.
In considerazione dell’impossibilità tecnica di lasciare in vista le evidenze archeologiche – anche per non compromettere il prosieguo dei lavori pubblici – si è proceduto a una documentazione dettagliata e tecnologicamente avanzata. Oltre alle consuete riprese fotografiche, è stato effettuato un rilievo laser scanner dell’intera area interessata dallo scavo. Questa metodologia consente di acquisire con altissima precisione i dati relativi a ogni struttura, garantendo una ricostruzione virtuale e permanente delle evidenze che, pur venendo ricoperte, non andranno perdute nella memoria della ricerca.
La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, che ha coordinato le indagini, ha espresso la volontà di restituire alla cittadinanza quanto emerso nel corso dello scavo. L’intenzione è quella di elaborare un racconto multimediale che possa essere appannaggio di tutti, offrendo uno spaccato affascinante e inedito della storia di Viterbo. Oltre a ciò, è prevista – al termine dello studio dei materiali rinvenuti, in particolare i resti ossei e le ceramiche – l’organizzazione di una mostra pubblica. Questo evento rappresenterà un’importante occasione per sensibilizzare il pubblico sulla ricchezza del patrimonio nascosto sotto le strade della città e sul valore della ricerca archeologica preventiva. Piazza del Plebiscito, nel suo volto attuale e rinnovato, continuerà dunque a essere uno spazio vivo della città, ma ora con un patrimonio di conoscenze in più, custodito digitalmente e pronto a essere condiviso.