Importante scoperta presso il sito archeologico di Santa Maria di Falleri, l’antica Falerii Novi situata nei pressi di Fabrica di Roma (Viterbo): si tratta della città che i romani costruirono dopo la sconfitta dei falisci e la distruzione della loro città, Falerii. A poche settimane dall’avvio degli scavi condotti dalla British School at Rome in collaborazione con l’Università di Firenze e gli atenei di Harvard, Gent, Toronto e Cambridge e d’intesa con la Soprintendenza Archeologica per la provincia di Viterbo e dell’Etruria Meridionale, il sito ha restituito a sorpresa una nuova testimonianza dell’antica città romana. Proprio accanto alle mura della città, che sono il segno più suggestivo e spettacolare di Falerii nel paesaggio della campagna di Fabrica di Roma, per questo sottoposte a vincolo di tutela, è stata recuperata una statua di marmo mutila raffigurante un personaggio maschile in nudità eroica, di proporzioni a metà del vero (restano circa due terzi dei 90 cm originari, pari a tre piedi romani).
Della figura rimangono il torso e la parte superiore delle gambe al di sopra del ginocchio, mentre mancano interamente la testa e le braccia. Anche così ridotta, però, è possibile riconoscere una copia romana di un originale greco di stile prassitelico, forse un Hermes, dalla posa sinuosa e dalla muscolatura possente, ma morbida e rilassata. A una prima stima, la datazione si pone nel I secolo d.C. o al massimo agli inizi del II secolo.
L’opera, recuperata e consegnata alla Polizia Locale dal titolare dell’azienda agricola nel cui terreno è stata ritrovata, è stata messa al sicuro e sarà presto oggetto di studio e valorizzazione nell’ambito della collaborazione tra la Soprintendenza di Viterbo e dell’Etruria Meridionale e il Comune di Fabrica di Roma. La nuova stagione di ricerche e promozione del sito di Santa Maria di Falleri si apre così sotto i migliori auspici e non mancherà di portare ulteriori sorprese all’attenzione del pubblico.
Il progetto Falerii Novi della British School at Rome (BSR) si pone l’obiettivo di analizzare lo sviluppo urbanistico di questa città romana dell’Etruria Meridionale: il sito, centrale per la nostra comprensione dell’urbanizzazione nell’Italia centrale nel periodo romano e post-romano, è stato infatti oggetto di pochi scavi. Nel 1997, nell’ambito del Tiber Valley Project, la BSR e la Southampton University hanno intrapreso un’importante indagine geofisica del sito, che ha svelato la pianta della città. I recenti lavori GPR delle università di Cambridge e Gent hanno fornito ulteriori dettagli. Sulla base di queste indagini sono stati avviati i recenti scavi, finalizzati allo studio dello sviluppo intramurale della città. Una prima stagione di indagine sul campo è stata condotta nel giugno 2021 con una serie di fosse di prova scavate in tutta la città insieme a una campagna di carotaggio paleoambientale. I principali scavi sono iniziati nell’estate del 2022.