Gli scavi condotti dall’Institut national de recherches archéologiques préventives (Inrap) a Onnaing, nella valle dell’Escaut in Francia, hanno portato alla luce un sito rurale di notevole ampiezza, abitato tra la fine dell’Età del Bronzo e l’inizio dell’Età del Ferro. L’alta concentrazione di resti e la ricchezza delle scoperte offrono un quadro della Protostoria nel nord della Francia. Le ricerche hanno rivelato un insediamento che si estende per diversi secoli, dal Bronzo finale, tra il XII e il X secolo a.C., fino all’inizio dell’Età del Ferro, attorno al VII secolo a.C. La continuità è testimoniata da una notevole concentrazione di strutture e reperti su un’area di oltre tre ettari. Mai prima d’ora un sito così esteso era stato portato alla luce nella regione degli Hauts-de-France.
Tra i resti individuati, sono stati riconosciuti una ventina di edifici. Alcuni presentano una pianta rettangolare che può raggiungere i 25 metri di lunghezza, con un’estremità absidata. Dimensioni simili suggeriscono costruzioni destinate ad attività collettive o specializzate. Accanto a questi edifici imponenti, sono state rinvenute strutture più modeste, sparse nei dintorni, che testimoniano insediamenti secondari legati alla vita quotidiana e alle attività artigianali.
La presenza di grandi fosse e focolari indica che il sito fosse un centro di numerose attività. Gli archeologi hanno trovato indizi di filatura e tessitura, lavorazione dei metalli e conservazione di derrate alimentari. Tra le scoperte più insolite figura un cassone in legno eccezionalmente conservato, risalente alla prima Età del Ferro. La struttura quadrata, di 45 centimetri per lato, solleva numerose domande. Le pareti verticali, unite da elementi metallici molto rari, fanno ipotizzare un utilizzo specifico ancora sconosciuto. Il contenuto del manufatto resta oscuro, ma il suo ottimo stato di conservazione apre nuove prospettive per lo studio delle pratiche di immagazzinamento o di eventuali rituali legati a quel periodo.
Gli archeologi hanno individuato diverse strutture di combustione, alcune delle quali destano particolare interesse per la loro forma e disposizione. All’interno degli edifici, le fosse-focolari circolari, con un diametro superiore al metro, mostrano strati di residui di combustione, tra cui blocchi di argilla cotta e tracce di carbone.
Altre strutture, rettangolari e più allungate (0,8 metri per 3 metri in media), si trovano sistematicamente lungo le pareti degli edifici. Un ulteriore tipo di focolare è stato rinvenuto in un grande silo riadattato, dove un suolo spesso e ben cotto suggerisce un’intensa attività termica. Le strutture erano destinate alla cottura di alimenti, alla produzione di ceramiche o probabilmente ad altre funzioni. Le analisi e le sperimentazioni in corso aiuteranno a chiarire il loro utilizzo.
L’importanza della scoperta va oltre il contesto locale. La concentrazione di strutture e la loro organizzazione fanno ipotizzare che questo insediamento potesse svolgere un ruolo centrale all’interno di una rete più ampia di abitati. Altri scavi condotti nella regione avevano già rivelato la presenza di villaggi protostorici, ma mai con una tale densità di strutture.
Resta da comprendere quale fosse il ruolo preciso del sito: si trattava di un centro di produzione e scambio? Di un insediamento con una funzione difensiva? Oppure di un villaggio con un particolare status sociale? Le nuove scoperte arricchiscono le conoscenze sulle società protostoriche del nord della Francia.