Importante scoperta a San Casciano dei Bagni (Siena), dove dallo scavo del Bagno Grande, ovvero lo scavo del santuario romano scoperto nel 2021 sono state recuperate 24 statue in bronzo in ottimo stato di conservazione. Dell’esistenza del deposito votivo si sapeva già da diversi mesi: adesso, il team di ricerca ha rivelato all’Ansa ulteriori dettagli sulle statue che sono state trovate nel sito.
Le statue votive, di piccole dimensioni (le cinque più grandi arrivano al metro di altezza), costituiscono, secondo l’archeologo Jacopo Tabolli dell’Università di Siena, un “tesoro assolutamente unico” rinvenuto assieme a diverse iscrizioni in etrusco e in latino, oltre a monete, e a offerte vegetali. “Realizzate con tutta probabilità da artigiani locali, le 24 statue appena ritrovate”, spiega Tabolli affiancato dal direttore dello scavo Emanuele Mariotti e da Ada Salvi della Soprintendenza di Siena, “si possono datare tra il II secolo avanti Cristo e il I dopo. Il santuario, con le sue piscine ribollenti, le terrazze digradanti, le fontane, gli altari, esisteva almeno dal III secolo a.C. e rimase attivo fino al V d.C., quando in epoca cristiana venne chiuso ma non distrutto, le vasche sigillate con pesanti colonne di pietra, le divinità affidate con rispetto all’acqua. È anche per questo che, rimossa quella copertura, gli archeologi si sono trovati davanti un tesoro ancora intatto, di fatto il più grande deposito di statue dell’Italia antica e comunque l’unico di cui abbiamo la possibilità di ricostruire interamente il contesto”.
Le statue dovevano essere posizionate sul bordo esterno della grande vasca sacra e ancorate sugli eleganti blocchi in travertino. A più riprese - sicuramente nel corso del I secolo d.C. - le statue furono staccate dal bordo della vasca e depositate sul fondo. Dunque, non si tratta di uno scarico di materiale sacro nell’acqua calda, ma piuttosto di una deposizione rituale, mediata con la divinità. Gli atti votivi proseguirono poi fino al IV secolo d.C. con la deposizione di quasi seimila monete (in argento, bronzo e oro). Solo agli inizi del V secolo d.C. il santuario venne smantellato e chiuso. Il grande tesoro sacro nella vasca fu coperto da grandi tegole e al di sopra vennero calate le colonne del portico sacro a suggellare la chiusura definitiva del luogo di culto.
Uno dei dati più interessanti è la compresenza di oggetti etruschi e oggetti latini. “Anche in epoche storiche in cui fuori infuriano i più tremendi conflitti, all’interno di queste vasche e su questi altari i due mondi, quello etrusco e quello latino, sembrano convivere senza problemi”, spiega Tabolli. “Qui passa il tempo, cambia la lingua, cambiano persino i nomi delle divinità, ma il tipo di culto e l’intervento terapeutico rimangono gli stessi”. Le statue rinvenute a San Casciano dei Bagni sono ex voto che raffigurano le divinità a cui si chiedeva l’intercessione (come Igea e Apollo), ma ci sono anche statue che rappresentano organi o parti del corpo umano per le quali si domandava l’intervento divino. Le iscrizioni riportano invece nomi di famiglie etrusche, ma ci sono anche iscrizioni in latino che parlano delle “aquae calidae”, le acque termali di San Casciano che erano già conosciute all’epoca, e delle quali erano note le proprietà curative. Si tratta di un contesto unico dal momento che, mentre Roma e le città etrusche delle attuali Toscana e Umbria vivevano un’epoca di lotte, in questo luogo vigevano pace e stabilità.
Lo scavo adesso andrà in pausa durante l’inverno, come di consueto: nella stagione fredda, infatti, i risultati acquisiti nei mesi caldi vengono studiati, e si procede con i restauri. “Sarà un lavoro di squadra, com’è stato sempre finora”, conclude Tabolli.
Il tesoro di San Casciano sarà presto musealizzato: Osanna ha infatti approvato l’acquisto di un palazzo cinquecentesco nel centro storico della cittadina toscana, dove saranno accolti gli oggetti rinvenuti nello scavo del Bagno Grande.
Per il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha già visitato il laboratorio dove le statue sono in restauro, si tratta di un “ritrovamento eccezionale che ci conferma una volta di più che l’Italia è un paese fatto di tesori immensi e unici.La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana”. Per il direttore generale musei del Ministero della Cultura, Massimo Osanna, è “la scoperta più importante dai Bronzi di Riace e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai fatti nella storia del Mediterraneo antico”.
“Questa scoperta offre a San Casciano un’opportunità che non è solo culturale e turistica, ma è una vera e propria occasione di rinascita”, dichiara la Sindaca di San Casciano dei Bagni, Agnese Carletti. “A San Casciano nasceranno un nuovo museo, che ospiterà le eccezionali statue, e un parco archeologico. Due nuovi luoghi che saranno per il territorio un vero e proprio motore di sviluppo che andrà ad aggiungersi alla già entusiasmante presenza dei giovani archeologi provenienti da tutto il mondo che, grazie a questo scavo, stanno ripopolando il paese ormai per molti mesi all’anno”.
“Le scoperte di Bagno Grande”, dichiara Il Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, Gabriele Nannetti, “costituiscono un’eccellenza straordinaria nel pur ricchissimo patrimonio archeologico sul quale la Soprintendenza è chiamata a esercitare le funzioni di tutela, confermando ancora una volta che il settore dell’archeologia può sorprenderci in ogni momento con nuove e straordinarie scoperte e possibilità di ricerca”.
“Le scoperte di Bagno Grande rappresentano una sorprendente novità sotto molteplici aspetti”, sottolinea Ada Salvi, funzionaria archeologa della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. “Proprio la pluralità delle informazioni che ci stanno giungendo dallo scavo e dallo studio dei reperti ha dato impulso a un modello di collaborazione tra Direzione Scientifica dello scavo, Concessionario e Soprintendenza, che vede ciascun attore coinvolto per le proprie competenze ed esperienze”.
“La campagna di scavo che ho avuto l’onore e il piacere di dirigere sul campo per 14 settimane tra giugno e ottobre ha ottenuto risultati stupefacenti e in parte inaspettati”, spiega il Direttore di scavo, Emanuele Mariotti. “I ritrovamenti e la monumentalità del sito hanno superato le nostre aspettative. Bisogna notare come l’eccezionalità del contesto non derivi solo dalle stratigrafie fangose ma intatte all’interno della vasca, così ricche di tesori d’arte e numismatici, ma anche dall’architettura con cui fu concepito, in epoca primo-imperiale, il cuore del santuario, destinato a raccogliere le potenti acque calde della sorgente, oggi del Bagno Grande”.
Lo scavo è coordinato dal prof. Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena e diretto sul campo dal dott. Emanuele Mariotti per conto del Comune di San Casciano dei Bagni; la tutela è diretta dalla dr.ssa Ada Salvi della Soprintendenza di Siena Grosseto e Arezzo. La campagna di scavo è stata integralmente finanziata dal Comune di San Casciano dei Bagni e si avvale anche del contributo di società e fondazioni internazionali (Ergon, Heureka Ambiente, Vaseppi Trust, Fondazione Friends of Florence, Max Ulfane). La conservazione e il restauro sono condotte dalla dott.ssa Wilma Basilissi dell’Istituto Centrale del Restauro in collaborazione con la dott.ssa Pozzi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. Il Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze ha inoltre coadiuvato la direzione scientifica dello scavo nelle operazioni di sicurezza del cantiere di scavo e dei reperti. La ditta Ecol-B è intervenuta nelle fasi più complesse dello scavo e per la messa in sicurezza del cantiere, garantendo un apporto fondamentale per i primi restauri conservativi alle strutture emerse dal fango. Più di sessanta studenti e studentesse provenienti da undici università nazionali e internazionali hanno partecipato alle 16 settimane di scavo. La loro presenza non solo ha costituito un’occasione eccezionale di confronto tra tradizioni diverse di scavo archeologico, ma anche rivitalizzato il borgo medievale di San Casciano dei Bagni in una prospettiva plurilinguistica e multiculturale che è lo specchio della vita attorno all’antico santuario e alle sue statue.