Restaurato il mosaico della Casa Romana di Spoleto, che torna interamente visitabile


A Spoleto dopo una serie di interventi di restauro del mosaico pavimentale, la Casa Romana del I secolo d.C. appartenuta probabilmente a Vespasia Polla torna ad essere interamente visitabile.

La storia di Roma ha radici lontane con importanti estensioni del suo impero in tutta la penisola italiana e oltremare. Oltre il Lazio, aree come l’attuale Toscana, la Campania e le Marche possiedono ancora oggi preziose testimonianze della potenza ed espansione romana. Tra le regioni divise dall’imperatore Augusto (Roma, 63 a.C. - Nola, 14 d.C.) era presente anche l’Umbria, la regio VI delle undici regioni dell’Italia del I secolo, chiamata anche Umbria et Ager Gallicus e che comprendeva i territori situati ad est del Tevere. La porzione di terra che i romani avevano sottratto ai Galli Senoni, popolazione celtica, era invece chiamata Ager Gallicus. La città di Spoleto (ad est del Tevere e quindi nei territori dell’Umbria et Ager Gallicus) rappresentava uno dei centri di rilievo del tessuto urbano dell’impero di Roma. Proprio qui è stato recentemente completato il restauro di una porzione di circa due metri del mosaico pavimentale della Casa Romana risalente al I secolo d.C. Lo scorso anno l’ambiente presentava diverse criticità e dopo una serie di operazioni di restauro oggi torna ad essere visitabile.

Era stata rilevata infatti una lacuna vicino all’area dell’impluvium, con un rigonfiamento che aveva causato il distacco di alcune tessere del mosaico, per questo motivo è stato necessario chiudere l’accesso al peristilio della domus. Nel 2023, dopo l’autorizzazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria, sono state eseguite azioni immediate per mettere in sicurezza la porzione di mosaico danneggiata. L’intervento, il cui costo è stato di circa 3.000 euro, ha previsto l’applicazione di bendaggi di sostegno con resina acrilica, la rimozione delle tessere compromesse e il loro deposito in contenitori specifici per la conservazione. La Casa Romana di Spoleto, abitazione signorile situata nelle fondamenta del palazzo comunale della città, deve la sua scoperta all’archeologo Giuseppe Sordini che ha seguito gli scavi alla fine del XIX secolo. A seguito del ritrovamento di un’iscrizione che riporta la dedica “…Polla” all’imperatore Caligola, il ritrovamento ha portato ad ipotizzare che la casa potesse appartenere a Vespasia Polla, madre di Vespasiano (Falacrine, 9 – Aquae Cutiliae, 79), originaria di Norcia e proprietaria di beni nel territorio tra Norcia e Spoleto. Al suo interno la domus conserva l’architettura tipica delle dimore patrizie della fine dell’età repubblicana e dell’inizio dell’età imperiale. Sono presenti i resti del tablinum, la sala principale della casa, del triclinium situato su un piano sopraelevato e decorato con affreschi frammentari e il peristilio, il giardino interno della casa, di cui restano alcuni frammenti di colonne.

L’amministrazione comunale è intervenuta “con l’obiettivo”, spiega l’ente, “di tutelare e preservare uno dei siti di interesse culturale più interessanti dell’area dell’antico Foro romano della città, garantendone così la piena fruizione”.

"È ora possibile tornare a visitare anche la parte della domus che dal 2023 era stata chiusa al pubblico”, ha spiegato l’assessore Danilo Chiodetti, “E questo non può che essere motivo di soddisfazione per l’amministrazione comunale che sta investendo nella conservazione e manutenzione di tutto il patrimonio culturale. Questi lavori ci consentono di restituire ai cittadini ed ai turisti uno dei siti culturali più interessanti dell’area dell’antico Foro romano di Spoleto".

Mosaico della Casa Romana di Spoleto
Mosaico della Casa Romana di Spoleto
Mosaico della Casa Romana di Spoleto
Mosaico della Casa Romana di Spoleto

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