Un nuovo e affascinante ritrovamento arricchisce il sito archeologico di Finziade, a Licata in Sicilia. Durante le attività di scavo condotte nelle scorse settimane, è emersa una matrice per la realizzazione di maschere che potrebbe raffigurare Medusa. Il reperto è stato scoperto all’interno della cosiddetta Casa 18, un edificio di età tardo repubblicana che, secondo le analisi preliminari, subì una trasformazione nella sua fase finale di utilizzo, diventando un laboratorio di produzione artigianale.
“Quella che vedete è la matrice di una maschera probabilmente che raffigura Medusa e proviene dallo scavo della casa 18”, ha fatto sapere il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento sulla pagina Facebook.
Il rinvenimento di diverse matrici nello stesso contesto suggerisce che in quell’ambiente venissero fabbricate maschere, un’ipotesi che trova conferma negli altri reperti già identificati nell’area. Gli archeologi ritengono che l’attività produttiva risalga all’inizio del I secolo a.C., un periodo in cui Finziade, importante insediamento ellenistico della Sicilia, viveva una fase di trasformazione. Il progetto di ricerca e scavo, denominato Finziade Project, è sostenuto dal Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, sotto la direzione di Roberto Sciarratta. Le operazioni sul campo si svolgono in convenzione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Catania e sono dirette da Alessio Toscano Raffa, per il Cnr-Ispc Catania, e da Maria Concetta Parello.
A coordinare la logistica è Rosario Callea, del Parco della Valle dei Templi. Il progetto prosegue con il supporto del Parco archeologico della Valle dei Templi, che da anni è impegnato nella valorizzazione del patrimonio storico e archeologico della Sicilia. La scoperta della matrice raffigurante Medusa potrebbe quindi aprire nuove prospettive sulle produzioni artistiche e rituali dell’epoca, arricchendo così il quadro delle influenze culturali presenti nel Mediterraneo antico. Nella mitologia greca, il volto della Gorgone, precisamente l’elemento denominato Gorgoneion, un pendente orrorifico, aveva una funzione apotropaica, cioè serviva a proteggere dai pericoli e a scacciare il male. Il suo utilizzo in maschere e decorazioni architettoniche era diffuso nel mondo antico e testimonia la persistenza di credenze e pratiche rituali nell’area.
L’area di scavo corrisponde all’antica Finziade, una città fondata dal tiranno Finzia di Agrigento nel III secolo a.C. La sua nascita è strettamente legata alla distruzione di Gela, avvenuta nel 282 a.C. per mano dei Mamertini. Per impedire che i nemici potessero sfruttarne la posizione strategica, Finzia decise di devastare la città e trasferirne gli abitanti sulla riva destra del fiume Imera, nell’odierna Licata. Qui, sulle pendici del promontorio Ecnomo, oggi conosciuto come Forte Sant’Angelo, sorse la nuova città, che prese il nome dal tiranno stesso.