Dopo un secolo di ricerche e ipotesi, arriva una delle scoperte archeologiche più importanti degli ultimi anni che apre un nuovo capitolo nella storia dell’antico Egitto: è stata scoperta infatti a Luxor la tomba di Thutmose II, quarto faraone della XVIII dinastia, che regnò tra il 1483 e il 1479 a.C.
L’annuncio, rilasciato dal Consiglio Supremo delle Antichità egiziano, segna il primo ritrovamento di una sepoltura reale dopo la scoperta della tomba di Tutankhamon nel 1922 da parte dell’archeologo Howard Carter. Più che una scoperta inedita, però, si tratta di una nuova attribuzione a una sepoltura già studiata dal team di Piers Litherland della New Kingdom Research Foundation e da Mohamed Abdel-Badii, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità e rappresentante egiziano della missione, a partire dall’ottobre del 2022.
A rendere possibile la rivelazione è stato un team congiunto di archeologi egiziani e britannici, impegnati dal 2022 in un ambizioso progetto di scavo nella cosiddetta Valle C, situata a ovest di Luxor. Il gruppo di studiosi, guidato dal Consiglio Supremo delle Antichità in collaborazione con la New Kingdom Research Foundation, ha individuato l’ingresso e il corridoio principale della tomba catalogata come C4.
"Nonostante la sua importanza, la tomba è stata trovata in cattive condizioni, allagata nell’antichità poco dopo la morte del re”, ha affermato Mohamed Abdel-Badii. “I danni causati dall’acqua hanno causato un grave deterioramento, portando alla perdita di molti contenuti originali, che si ritiene siano stati trasferiti in tempi antichi. I team archeologici hanno restaurato parti di intonaco caduto decorato con disegni intricati, tra cui iscrizioni blu, motivi a stelle gialle ed elementi del Libro di Amduat, un testo religioso fondamentale utilizzato nelle tombe reali”.
Inizialmente si riteneva che appartenesse a una consorte reale, ipotesi dettata dalla vicinanza con le sepolture delle mogli di Thutmose III e della regina Hatshepsut. In realtà, il rinvenimento di nuovi reperti ha ribaltato la teoria iniziale, rivelando invece l’ultimo luogo di riposo del faraone Thutmose II. La conferma definitiva è arrivata grazie al ritrovamento di frammenti di giare in alabastro, recanti iscrizioni con i nomi di Thutmose II e della sua regina, Hatshepsut. Un dettaglio di grande rilievo, che ha permesso di identificare con certezza l’identità del faraone. Gli esperti hanno inoltre stabilito che fu proprio Hatshepsut, moglie e sorellastra del faraone, a supervisionare la sua sepoltura.
Mohamed Ismail Khaled, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, ha descritto la scoperta come una delle più importanti degli ultimi decenni: “Questa è la prima volta che vengono scoperti arredi funerari appartenenti a Thutmose II, poiché non esistono oggetti del genere nei musei di tutto il mondo”, ha affermato.
Piers Litherland, direttore sul campo della missione e responsabile della parte britannica del progetto, ha sottolineato le caratteristiche architettoniche della tomba. La tomba presenta un semplice disegno architettonico che era il nucleo delle tombe provenienti da Tuater durante il regno d’Egitto dopo il secondo insediamento durante la XVIII dinastia.
Ad ogni modo, un dettaglio anomalo ha attirato l’attenzione degli archeologi. Quale? La presenza di un secondo corridoio, inizialmente interpretato come un tunnel scavato dai ladri di tombe. Ulteriori analisi hanno poi smentito questa ipotesi. Il corridoio, ha spiegato Litherland, fu ampliato due volte e rivestito con intonaco di gesso bianco, un’indicazione che suggerisce un intervento intenzionale piuttosto che un semplice tentativo di saccheggio. Inoltre, presenta un’inclinazione insolita: anziché scendere, sale progressivamente, attraversando la camera funeraria a 1,4 metri dal suo pavimento. Un particolare che ha permesso agli studiosi di formulare una teoria inedita: il passaggio sarebbe stato realizzato per facilitare la rimozione del corpo del re dalla tomba, probabilmente in seguito a un allagamento avvenuto in epoca antica. Gli archeologi ritengono infatti che l’acqua delle inondazioni abbia raggiunto proprio il livello del corridoio aggiuntivo, costringendo i sacerdoti a intervenire per proteggere la mummia del sovrano. Intorno al 950 a.C. infatti, i sacerdoti di Amon nascosero la mummia nella cachette di Deir el-Bahari per sottrarla ai saccheggi degli antichi ladri e oggi è conservata presso il National Museum of Egyptian Civilization del Cairo.
La necessità di spostare il corpo di Thutmose II potrebbe spiegare perché la sua tomba sia rimasta nascosta per così tanto tempo, a differenza di altre sepolture reali della stessa epoca. L’intera area sarà oggetto di ulteriori indagini, con l’obiettivo di continuare gli scavi e l’analisi dei reperti rinvenuti.
Foto: Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano