Scoperta rara e affascinante nel nord dell’Inghilterra, nel fiume Tyne, vicino alla città romana di Corbridge, non lontano dal Vallo di Adriano. È stato infatti rinvenuto un manico di coltello a forma di gladiatore, oggetto molto raro da queste parti: a dare notizia del ritrovamento è English Heritage, ente no profit che gestisce quattrocento luoghi della cultura tra palazzi storici, monumenti e siti archeologici. Il reperto, risalente a circa duemila anni fa, rappresenta un’importante testimonianza del culto delle celebrità legato ai gladiatori, che si estendeva fino ai confini più remoti dell’Impero Romano.
Realizzato in lega di rame, il manico raffigura un gladiatore di categoria secutor (“inseguitore”, chiamato così per via della sua modalità di combattimento: il suo ruolo era cioè quello di combattere contro il reziario, il gladiatore armato di rete, che non avendo scudi per proteggersi dal secutor tendeva a tenerlo a distanza e di conseguenza il secutor doveva inseguirlo). Il secutor era noto per il suo equipaggiamento pesante, composto da un grande scudo, una spada e un elmo che copriva interamente il volto. Il secutor raffigurato nel manico di coltello trovato in Inghilterra è particolarmente interessante per la sua posa mancina, una caratteristica ritenuta sfortunata nell’antichità, ma che potrebbe rappresentare un gladiatore realmente esistito. Alcuni gladiatori, infatti, venivano addestrati a combattere con la mano sinistra per ottenere un vantaggio strategico sugli avversari, dal momento che la popolazione è più destrimane che mancina (questo vantaggio è infatti proprio anche di alcuni sport odierni come la scherma o il pugilato).
Il manico di coltello non è solo un manufatto raffinato, ma anche una rara testimonianza del fascino esercitato dai gladiatori sulla popolazione romana, anche nei territori periferici come la Britannia. Sebbene i combattimenti gladiatori fossero più comuni nei centri urbani dell’Impero, il ritrovamento a Corbridge dimostra che la cultura del combattimento e il culto delle celebrità gladiatorie si diffusero anche in aree lontane come il Vallo di Adriano.
Il secutor, con la sua possente figura e l’armatura lucente, rappresentava l’ideale del coraggio e della forza, valori che trovavano espressione non solo nelle arene ma anche negli oggetti di uso quotidiano, come i manici di coltello e altri manufatti decorati.
La dottoressa Frances McIntosh, curatrice delle collezioni dell’English Heritage per il Vallo di Adriano e il Nord Est, ha affermato: “È raro trovare un reperto di gladiatori in Gran Bretagna e trovare un pezzo così ben conservato e interessante è particolarmente notevole. Nonostante fossero schiavizzati ed emarginati dalla società a causa della loro professione, i gladiatori potevano diventare grandi celebrità. I gladiatori e i loro spettacoli erano parte integrante della vita culturale romana, che si svolgeva in tutto l’Impero romano. Il fenomeno ispirò la creazione di cimeli sportivi, come ceramiche decorate e tazze di vetro, lampade e statuette. I gladiatori avevano sex appeal e ci sono casi di donne romane di alto rango che si sono ‘innamorate’ di questi umili combattenti, nonostante la grande differenza sociale. Questo manico di coltello splendidamente realizzato è una testimonianza di quanto fosse pervasiva questo culto delle celebrità, che arrivava fino al Vallo di Adriano, ai confini dell’Impero romano. Ancora oggi, quasi 2000 anni dopo, il fascino dei gladiatori persiste e si è ulteriormente diffuso nella cultura popolare moderna, come dimostra l’entusiasmo suscitato dal nuovo sequel del film Il Gladiatore”.
Corbridge, anticamente nota come Coria, era una vivace città di frontiera lungo il Vallo di Adriano, fondamentale per le attività militari e commerciali della regione. Il fiume Tyne, che attraversa la città, ha restituito numerosi reperti romani, ma il manico di coltello rappresenta uno dei ritrovamenti più eccezionali degli ultimi anni. Gli archeologi ritengono che il coltello possa essere stato perso accidentalmente o gettato deliberatamente nel fiume, forse come offerta votiva.
La scoperta del manico di coltello arricchisce una già vasta collezione di manufatti legati ai gladiatori, custodita dall’English Heritage. Tra questi spicca una ciotola di ceramica samia rinvenuta nel forte romano di Richborough, nel Kent. La ciotola raffigura scene di combattimento gladiatorio, incluso un gladiatore vittorioso che alza lo scudo e il braccio in segno di trionfo, mentre l’avversario sconfitto è inginocchiato davanti a lui. Richborough, con il suo anfiteatro e le sue celle per gladiatori e animali, era un importante centro per i giochi gladiatori in Britannia.
A Wroxeter, nello Shropshire, e ad Aldborough, nello Yorkshire, sono state trovate fiale di vetro che probabilmente contenevano profumi o acque aromatiche infuse di zafferano, utilizzate per rinfrescare gli spettatori durante gli spettacoli. Tra gli altri oggetti di interesse c’è un frammento di vetro dipinto, rinvenuto proprio a Corbridge, che raffigura un leopardo. Questo frammento è stato recentemente identificato come parte di una scena di venatio, le celebri cacce agli animali selvatici che arricchivano la giornata dei giochi gladiatori.
Il manico di coltello verrà esposto nel 2025 presso il museo della città romana di Corbridge, in un allestimento che comprenderà altri reperti ritrovati nel fiume Tyne. Questa mostra offrirà al pubblico un’occasione unica per esplorare la vita quotidiana e le fascinazioni culturali dell’antica Britannia romana.
L’esposizione sarà un tributo al ruolo cruciale di Corbridge come punto d’incontro tra la cultura romana e le popolazioni locali. I visitatori potranno ammirare da vicino il manico di coltello e scoprire i dettagli di un’epoca che continua a rivelare i suoi segreti attraverso le scoperte archeologiche. Il fascino dei gladiatori del resto non si limitava ai combattimenti nell’arena, ma permeava molti aspetti della società romana. Essi erano venerati come simboli di forza, abilità e spettacolo, figure che univano intrattenimento e politica. Il manico di coltello di Corbridge, con la sua raffigurazione di un secutor, rappresenta dunque una finestra su un mondo in cui la violenza ritualizzata si mescolava alla cultura popolare e in cui persino gli oggetti di uso quotidiano riflettevano l’immaginario collettivo.