Porto Venere, inaugura il nuovo museo della Villa romana del Varignano


Sabato 15 marzo 2025 la Direzione regionale Musei nazionali della Liguria apre le porte del nuovo museo della Villa romana del Varignano, nella località Le Grazie di Porto Venere.

Sabato 15 marzo 2025 la Direzione regionale Musei nazionali della Liguria apre le porte del nuovo museo della Villa romana del Varignano, nella località Le Grazie di Porto Venere. La nuova sede museale si trova all’interno dell’area archeologica, in uno dei casali rurali costruiti nel XVIII secolo sui resti delle antiche murature romane. Come sede espositiva è stato scelto il Casale Liverani, che prende il nome dal suo ultimo proprietario, già oggetto di un intervento di recupero e di indagini archeologiche nel 1994. Oggi, l’edificio è stato adeguato strutturalmente per accogliere il nuovo allestimento.

Il percorso espositivo

Il museo si articola su due livelli, offrendo una narrazione tematica che guida il visitatore alla scoperta della duplice identità della Villa: quella residenziale e quella produttiva. La Villa romana del Varignano, edificata nel I secolo a.C., comprendeva infatti una residenza affacciata sul Golfo della Spezia e un’area produttiva dedicata principalmente alla produzione di olio. I resti del più antico frantoio oleario della Liguria sono ancora visibili nel sito.

Al piano terra, il percorso espositivo si concentra sulle testimonianze legate all’attività produttiva della Villa. Le antiche murature romane sono state lasciate a vista, valorizzando gli spazi dove un tempo l’olio veniva conservato in grandi giare interrate, separate dalla grande corte, uno spazio verde circondato da un porticato. Il colore verde oliva domina questa sezione, richiamando il tema oleario della Villa. Tra gli oggetti esposti vi sono strumenti di uso quotidiano legati alla produzione agricola e al commercio, come pesi per bilance, macine, giare e un’ampia varietà di anfore, utili per comprendere le rotte commerciali e l’origine delle merci trasportate (olio, vino, salsa di pesce). Una preziosa collezione di monete testimonia le attività di scambio della Villa che proseguirono almeno fino al VII secolo d.C.

Il piano superiore è dedicato alla parte residenziale della Villa, un tempo impreziosita dalla vista sul mare. Per restituire questa suggestione, è stata creata una ricostruzione fedele della veduta originale, a cura dell’architetta Silvia Landi, autrice anche degli acquerelli che arricchiscono i pannelli espositivi. Il blu caratterizza questo livello, evocando il legame con il mare. In esposizione si trovano elementi architettonici come basi di colonne in calcare e marmo, frammenti di pavimenti in cocciopesto e mosaico, con gli strati di preparazione. E poi raffinati elementi di arredo: una statua in marmo lunense, un mascherone di fontana a forma di testa di leone in marmo bardiglio probabilmente proveniente dalle cave delle Apuane e frammenti di marmi esotici importati dall’Africa. Completano l’esposizione oggetti della vita quotidiana, tra cui pesi da telaio e fusaiole utilizzati per la tessitura e la filatura, e vasellame che racconta la lunga storia del sito. In particolare, si distinguono ceramiche di lusso provenienti dal Lazio, dalla Campania, dall’Italia centrale, dalla Gallia meridionale e dall’Africa. Curiosità anche per i recipienti di uso comune, come pentole anticamente restaurate con grappe di piombo, testimonianza della cultura del riuso.

Il percorso si conclude con reperti che raccontano la storia più recente della Villa, dal momento in cui, nell’XI secolo, il sito divenne parte dei possedimenti del monastero benedettino dell’isola del Tino.
L’intervento è stato reso possibile grazie a un finanziamento straordinario del Ministero della Cultura di 350.000 euro; la direttrice della Villa, Marcella Mancusi, ha realizzato il progetto scientifico mentre la progettazione dei lavori è stata affidata all’architetto Dario Menichetti (Studio Arc, Livorno) e l’allestimento museale all’architetta Elena Brunello.

Ricostruzione della Villa romana del Varignano
Ricostruzione della Villa romana del Varignano

Il progetto di accessibilità

Grazie a un finanziamento PNRR di 95.000 euro (Misura 1 - Investimento 1.2 – Intervento Musei svelati), il percorso di visita è stato reso più inclusivo e accessibile attraverso un sito web dedicato (villaromanavarignano.cultura.gov.it); audioguide in italiano e inglese, con video nella lingua dei segni; pannellistica didattica e di orientamento rinnovata, coordinata con il museo e dotata di illuminazione a pannelli solari; uno spazio informativo multimediale vicino alla biglietteria, con monitor e touch screen, per agevolare le visite a chi ha difficoltà motorie; ricostruzioni 3D, accessibili sia online sia attraverso le audioguide. Questi interventi, ideati e realizzati da No Noise, intendono rendere il museo più inclusivo e accessibile per un pubblico variegato.

Tra i prossimi progetti vi sono la pubblicazione di una guida divulgativa e di un catalogo scientifico dedicati alla Villa romana del Varignano.

Si ringraziano il Comune di Porto Venere alla base del COMSUBIN, l’associazione Sa Bastia alla Pro Loco delle Grazie, gli studiosi e il personale della DRMN Liguria.

Sede espositiva
Sede espositiva
Statua di Igea in marmo
Statua di Igea in marmo


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