Durante le indagini archeologiche in corso nella Regio IX, insula 10 del Parco Archeologico di Pompei, sono stati rinvenuti numerosi graffiti nel salone nero e in alcuni ambienti vicini. Su questi rinvenimenti è stato pubblicato sull’E-Journal degli scavi di Pompei un articolo di approfondimento.
Si tratta di iscrizioni graffite, di firme autografe lasciate da persone che passarono per quei luoghi e quindi testimonianza del loro passaggio. Accanto alle rappresentazioni di Elena e Paride appaiono nomi dipinti in greco, tra cui quello “graffiato” di un certo Pudens, quello calligrafico di un Vesbinus e quello tracciato in modo rudimentale da un Valerius, mentre un saluto sembrava indirizzato a un tale Silvanus. Inoltre, vi sono tracce di un/una Modest- (Modestus? Modesta?).
Vi è poi un saluto, perché qualcuno aveva augurato, forse ai padroni della casa, felicità e benessere hic et ubique, “qui e ovunque”: un’espressione formulare, nota quasi esclusivamente dalle pareti pompeiane. Anche l’Amleto shakespeariano inizia con “hic et ubique” quando si rivolge al fantasma del padre onnipresente. Questa interpretazione è il frutto degli studi di Maria Chiara Scappaticcio, professoressa Ordinaria di Lingua e Letteratura Latina all’Università Federico II di Napoli, e Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei.
Pompei, rinvenute iscrizioni graffite, testimonianza delle persone che passarono per quei luoghi |