Pompei, riapre la Casa delle nozze d'argento


Riapre la Casa delle nozze d’argento del Parco Archeologico di Pompei, tra gli esempi pià solenni e maestosi di come doveva apparire la dimora di un membro dell’aristocrazia pompeiana.

Riapre al Parco Archeologico di Pompei la Casa delle nozze d’argento, tra gli esempi pià solenni e maestosi di come doveva apparire la dimora di un membro dell’aristocrazia pompeiana. La dimora si caratterizza per le imponenti soluzioni architettoniche, come le altissime colonne corinzie in tufo dell’atrio. Presenta anche un peristilio di tipo rodio, ovvero con il lato settentrionale più alto degli altri: scelta architettonica documentata anche in altre case pompeiane, come nella Casa dell’Ancora e nella Casa degli Amorini Dorati.

L’ultimo proprietario della casa è stato individuato in Lucius Albucius Celsus sulla base di alcuni graffiti e di iscrizioni presenti su molti oggetti. L’aspetto attuale dell’edificio è databile al 40-30 a.C. quando molti ambienti, soprattutto quelli che affacciavano sull’atrio, vennero restaurati. La denominazione Casa delle nozze d’argento si deve alla visita dei reali Umberto I e Margherita di Savoia nel giorno della celebrazione delle loro nozze d’argento nel 1893.

La cerimonia di riapertura della Casa si terrà martedì 20 giugno e costituirà il secondo evento della giornata al Parco Archeologico di Pompei, poiché si terrà anche la Cerimonia di conclusione del “Grande Progetto Pompei” presieduta dal Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano.

Oltre al Direttore Generale di progetto, Gen. CC Giovanni Di Blasio e al Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel, sarà presente Nicola De Michelis, Direttore della “DG-REGIO.G - Crescita intelligente e sostenibile e attuazione programmi IV” della Commissione Europea. Ospiti d’onore saranno i Direttori Generali che si sono avvicendati alla guida del Grande Progetto Pompei (Gen. C.A. Giovanni Nistri, già Comandante Generale dell’Arma di Carabinieri, Gen. C.A. Luigi Curatoli e Gen. D. Mauro Cipolletta), e il Direttore Generale Musei, già Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei Massimo Osanna.

Nel corso della cerimonia sarà ripercorso lo sviluppo del programma di recupero del sito archeologico, illustrandone i risultati conseguiti per i quali l’intervento è oggi indicato dall’Unione Europea quale modello da perseguire nella gestione dei fondi comunitari e nazionali e concreto esempio di produttiva sinergia tra Commissione europea e Governo nazionale. Un modello i cui fattori premianti sono stati la disponibilità finanziaria immediata, il pronto reimpiego delle economie maturate in esito alle procedure di gara e la costituzione di una struttura dedicata la cui governance è stata affidata in via continuativa all’Arma dei Carabinieri.

Il Grande Progetto Pompei si è articolato in 76 interventi suddivisi in 5 piani, realizzati in due fasi di finanziamento: la prima pari a un importo complessivo di 39,7 milioni di euro (a valere sul ciclo programmatorio POIn Attrattori Culturali 2007-2013); la seconda pari a 65,3 milioni di euro (a valere sul successivo ciclo di programmazione finanziaria, Asse I del PON Cultura e Sviluppo 2014-2020).

Un programma imponente, la cui realizzazione, a fronte di una dotazione finanziaria pari a 105 milioni di euro, ha comportato l’impiego, in una cornice di sicurezza garantita dall’applicazione di un rigido protocollo di legalità sottoscritto con la Prefettura di Napoli, di oltre 92,7 milioni di euro, dato che fissa al 98,07% l’impiego totale delle risorse a disposizione.

Al termine dei lavori di realizzazione dell’ambizioso programma, risultano essere messi in sicurezza 2,7 chilometri di fronti di scavo (che costeggiano i 22 ettari di area ancora non interessata dagli scavi) e rimosse 30.000 tonnellate di materiale (lapilli, cenere e terreno), salvaguardati 50 chilometri di colmi murari e 10.000 metri quadrati di intonaci per complessivi 45 edifici oggetto di restauro, sviluppato un itinerario facilitato di oltre 4 chilometri per persone con ridotta funzionalità motoria, rinvenuti numerosissimi reperti archeologici (circa 1167 e 168 colli di nuovi oggetti e frammenti di intonaci) e monitorate le attività condotte dai 781 operatori economici coinvolti nelle lavorazioni e nei servizi.

Il complesso degli interventi realizzati ha aumentato la superficie accessibile del sito e ha accresciuto l’attrattività dell’area sotto il profilo culturale e turistico, producendo effetti sicuramente positivi sul tessuto occupazionale e produttivo del territorio, anche in termini di dotazione infrastrutturale.

Su questa linea si inquadra quel percorso di concertazione istituzionale avviato nel tempo dall’Unità Grande Pompei, con l’obiettivo di promuovere la riqualificazione e lo sviluppo sociale ed economico delle aree limitrofe, ricomprese nel sito seriale UNESCO “Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata”, anche attraverso la valorizzazione dei molteplici attrattori culturali presenti. Un’attività finalizzata ad individuare nuovi e più consistenti investimenti da destinare alla realizzazione di interventi finalizzati alla riqualificazione e rigenerazione economico-sociale dei territori e a creare i presupposti perché il processo di sviluppo diventi permanente.

Anche la progettazione dell’intervento alla Casa delle nozze d’argento è stata finanziata con fondi del Grande Progetto Pompei rinvenienti da un virtuoso meccanismo di riutilizzo dei risparmi di gara.

Foto: Parco Archeologico di Pompei

Pompei, riapre la Casa delle nozze d'argento
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