Importanti scoperte archeologiche nella Valle dei Templi offrono nuovi tasselli per ricostruire la storia di Agrigento, che nel 2025 detiene il titolo di Capitale italiana della Cultura. Durante l’ultima campagna di scavi, all’interno dell’area del ginnasio, è emersa una struttura di grande rilevanza, che si presume avesse funzione sia di auditorium sia di spogliatoio, come suggeriscono iscrizioni greche. Questi elementi permetteranno di approfondire la storia della struttura che è la più grande e rilevante del Mediterraneo occidentale, sia per dimensioni che per cronologia.
“La ricerca archeologica rappresenta una priorità per la Regione, sia in un’ottica di valorizzazione che di tutela del nostro patrimonio culturale e monumentale”, ha affermato l’assessore dei Beni culturali e identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato. “Queste nuove scoperte confermano quale ruolo avesse la città nell’antichità e quanto vi sia ancora da portare alla luce, perché sia un patrimonio condiviso con le future generazioni”.
L’area del ginnasio era già stata indagata nel corso di diverse campagne tra il 1960 e il 2005. Le ricerche sono riprese nel 2020 grazie alla collaborazione tra la Freie Universität di Berlino, il Politecnico di Bari e il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi. Il progetto è guidato dagli archeologi Monika Trümper, Thomas Lappi e Antonello Fino, con il coordinamento locale affidato a Maria Concetta Parello.
Dopo una fase iniziale di indagini geofisiche, tra il 2022 e il 2024 si sono susseguite tre campagne di scavo che hanno permesso di identificare una palestra monumentale, grazie anche al ritrovamento di cinque tegole contrassegnate dal bollo “ΓΥΜ” (abbreviazione di “γυμνασίου”, ginnasio).
La più recente, quarta campagna di scavo ha portato alla luce un ambiente rettangolare con sedute disposte a raggiera, collegato a una sala di grandi dimensioni, il più grande della palestra (23 x 11 metri), dotata di banchine perimetrali e pavimento in terra battuta. Si ritiene che si tratti dell’apodyterion – l’antico spogliatoio – che fungeva anche da auditorium per la formazione intellettuale, un’interpretazione avvalorata da due blocchi marmorei con iscrizione greca con la dicitura “(Τ)ΟΥ ΑΠΟΔΥΤΗ(ΡΙΟΥ)” (dell’apodyterion), tracciata con lettere rosse su intonaco bianco.
I blocchi, rinvenuti nella parte semicircolare dell’auditorium, riportano anche un riferimento a un ginnasiarca – figura di spicco nella gestione del ginnasio – che avrebbe finanziato, con risorse personali, la ristrutturazione del tetto della struttura e dedicato l’intervento a Ermes ed Eracle, divinità protettrici dei ginnasi nella cultura greca. La zona in cui sono stati trovati era anticamente destinata a performance didattiche e pubbliche, suggerendo un uso integrato tra formazione fisica e culturale.
Il complesso architettonico, databile al II secolo a.C. e ristrutturato durante l’età augustea (tra il 31 a.C. e il 14 d.C.), anticipa di circa due secoli strutture simili come quella di Pergamo in Asia Minore. Questo rende l’esempio agrigentino uno dei modelli più avanzati di architettura educativa del mondo greco-romano.
“Queste scoperte”, ha dichiarato il direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi Roberto Sciarratta, “stanno contribuendo in modo significativo a ridefinire la conoscenza del ginnasio di Agrigento, evidenziandone l’ampiezza e la complessità e facendo emergere nuove ipotesi sul ruolo che questo luogo ebbe nella vita culturale e sociale della città antica. Le ricerche proseguiranno per approfondire ulteriormente la struttura e le funzioni del complesso”.