È stato rinvenuto in Pakistan, grazie alla Missione Archeologica in Pakistan dell’ISMEO (Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente), un antichissimo tempio buddhista, probabilmente il più antico mai scoperto, databile al III secolo a.C. La scoperta è stata compiuta nella valle dello Swat, a Barikot, e a rivelarlo all’AGI è stato lo stesso direttore della Missione, il professor Luca Maria Olivieri dell’Università Ca’ Foscari di Venezia - dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea.
Secondo quanto affermato, si tratta di un rinvenimento molto importante, perché rivela nuovi dettagli sull’organizzazione architettonica e sulla vita nell’antica città, sui rapporti tra i sovrani greci dell’epoca e il Buddhismo, nonché sulla diffusione della religione in tutta la regione. “La scoperta di un grande monumento religioso fondato in età indo-greca rimanda senz’altro a un grande e antico centro di culto e di pellegrinaggio”, ha spiegato Olivieri, sottolineando che “l’attribuzione ad età così antica per il Buddhismo in questa regione è di enorme importanza”.
Il tempio ritrovato ha una forma a podio absidato con cella circolare e stupa interno, forma finora unica e che rimanda evidentemente all’India. Gli archeologi italiani e pachistani pensano possa risalire almeno all’età indo-greca, gettando dunque “nuova luce sul favore con cui i sovrani greci già alla metà del II secolo a.C. guardavano al Buddhismo”. “Aspettiamo comunque i dati radiocarbonici” ha aggiunto Olivieri. "Il monumento scoperto a Barikot è ancora più antico della linea dinastica del sovrano Menandro. Si aprirebbero importantissime direzioni di studio riguardo la prima espansione del Buddhismo nei territori nord-occidentali dell’antica India, oggi nel Pakistan del nord e Afghanistan orientale".
Si pensa inoltre che quest’ultima scoperta possa rivelare l’esistenza di una vera via dei templi lungo l’asse che dalle mura risaliva verso l’acropoli. Oltre all’edificio, ai lati del monumento sono stati ritrovati uno stupa minore, una cella e il podio di un pilastro monumentale. Inoltre è stata individuata una scala che conduce alla cella, ricostruita in tre fasi, la più recente databile al II-III secolo d.C., della stessa epoca di una serie di stanze in forma di pronao che conducevano a un ingresso che si apriva su un cortile pubblico affacciato su un’antica strada, probabilmente uno degli assi viari che portavano da una delle porte cittadine al centro della città antica.
Immagine: © Missione Archeologica in Pakistan ISMEO/Ca’ Foscari Venezia
Missione archeologica italiana scopre in Pakistan il più antico tempio buddhista |