Una galleria con petroglifi di epoca preispanico, scoperta nel 2019 in Messico alle porte della capitale, Città del Messico, in località Albarradón de Ecatepec, sarà nuovamente seppellita perché mancano le risorse per trasformarla in un sito archeologico aperto al pubblico. Lo ha comunicato con una nota l’Instituto Nacional de Antropología e Historia (INAH), che si trova nell’impossibilità di far diventare il sito una attrazione per turisti e pertanto, e ha deciso dunque di ricoprire il tutto per proteggere la struttura.
“Il Ministero della Cultura e l’INAH, attraverso il Centro INAH Estado de México”, si legge nella nota, “riferiscono sulla determinazione a proteggere e ricoprire le vestigia preispaniche e vicereali trovate nella zona dei monumenti storici, Calzada Albarradón de San Cristóbal, a Ecatepec, una volta completato il progetto di recupero archeologico che ha accompagnato la costruzione della Linea 4 del Mexibús, finanziato dall’Ente Stradale dello Stato del Messico”. La galleria, di 8,40 metri di lunghezza, è stata scoperta nell’ottobre del 2019: al suo interno si trovano 11 immagini tra petroglifi e rilievi in stucco. Per rendere il tutto accessibile al pubblico, all’epoca si pensò di creare un corridoio finestrato che consentisse ai visitatori di ammirare i resti mentre attraversano il luogo. Tuttavia, spiega l’INAH, “questo progetto comporterebbe un notevole investimento di risorse in aggiunta a quelle originariamente preventivate per i lavori stradali, a causa della necessità di realizzare studi e opere di ingegneria specialistica”.
Pertanto, e “considerato che l’emergenza sanitaria globale causata dal COVID-19 ha costretto le istituzioni dei diversi livelli di governo a dare priorità all’allocazione delle risorse per l’assistenza sanitaria della popolazione”, spiega l’INAH, il progetto archeologico sarà rimandato. L’INAH precisa inoltre che i reperti si trovano in una zona ad alto rischio di vandalismo o saccheggio, quindi, secondo le linee guida stabilite dal Consiglio di Archeologia dell’INAH, la tutela dell’archeologia è diventata essenziale e prioritaria. I tecnici dell’INAH, quindi, dopo una dettagliata registrazione degli elementi rinvenuti, hanno deciso di ricoprirli secondo le misure di conservazione e protezione stabilite dal regolamento archeologico dell’Istituto.
“Il Ministero della Cultura e l’INAH”, conclude la nota, “ritengono che queste misure di protezione siano state la migliore decisione per la salvaguardia dei resti, e ribadiscono la loro disponibilità a collaborare con le autorità locali e statali affinché, non appena ci siano i presupposti, si possa riprendere il progetto espositivo di questo sito, nelle condizioni necessarie per la sua tutela, salvaguardia e sicurezza”.
Mancano i soldi per aprirlo, e il Messico ricopre un sito preispanico scoperto nel 2019 |