Francia, archeologi scoprono un raro tesoro di decine di oggetti dell'età del bronzo


Due rarissimi vasi dell’età del bronzo, pieni di oggetti di metallo, sono stati ritrovati in Francia, vicino a Vichy. Si tratta di una scoperta preziosa che consentirà di fare luce su un aspetto di quel tempo poco noto e studiato.

In Francia, una équipe di archeologi del laboratorio TRACES-UMR 5608 dell’Università di Tolosa “Jean Jaurès”, diretti dal professor Pierre-Yves Milcent, ha scoperto un “tesoro dell’età del bronzo” (così in una nota) nella zona delle gole della Sioule, nei pressi della cittadina di Gannat, dipartimento dell’Allier (una decina di chilometri a ovest di Vichy). Si tratta di un insieme di oggetti di metallo, databili all’800 a.C. circa, che costituiscono uno dei gruppi di oggetti metallici del genere più grandi mai trovati in Europa per il periodo a cui risalgono.

Lo scavo che ha portato alla scoperta risale al 2020: gli oggetti (rinvenuti in due diversi depositi) sono stati analizzati attraverso tomografia e sono stati poi portati in laboratorio per ulteriori esami (che sono ancora in corso). Sono emerse molte evidenze: intanto, che entrambi i gruppi di oggetti erano integri, ed erano stati sistemati entrambi in un vaso di ceramica decorato ciascuno. In ognuno di questi due vasi sono state trovate decine di oggetti in bronzo, la maggior parte dei quali interi: sono asce, coltelli, lame di falce, bracciali, cavigliere, ciondoli, cinture decorate, pugnali, punte di lancia, parti di carri e finimenti, bardature per cavalli, ma anche oggetti di cui non è nota la funzione. Sono stati poi trovati anche sassi di fiume, raccolti per colore (in un vaso bianchi, nell’altro rossi). In entrambi i depositi sono stati trovati gli stessi tipi di oggetti, sistemati nello stesso modo e raggruppati in maniera identica (per esempio i gioielli tutti assieme alla base del vaso, le lame di ascia rivolte a faccia in giù e così via).

Dato il tipo di oggetti e il modo in cui sono stati allocati nei vasi, gli archeologi ritengono che si tratti della testimonianza di rituali probabilmente legati alla fondazione o all’abbandono di un insediamento (probabilmente si trattava di offerte rituali). Secondo gli esperti, lo studio di questi oggetti potrà gettare nuova luce su un particolare fenomeno dell’età del bronzo europea, ovvero il deposito deliberato di oggetti di metallo in luoghi che non costituiscono né sepolture né santuari. È una materia di cui si discute almeno dal XIX secolo, anche se non si è mai giunti a una conclusione a causa della grande rarità di ritrovamenti di questo tipo. Adesso, le scoperte fatte a Gannat consentono di avere più documentazioni, ed evidenziano anche quanto sia dannosa l’attività dei tombaroli che rimuovono questi tesori disperdendoli (nel 2017, infatti, un deposito simile era stato ritrovato dalle autorità in seguito a un’azione di saccheggio e poi acquisito dal Musée d’Art et d’Archéologie Anne de Beaujeu di Moulins, sempre nel dipartimento dell’Allier).

Gli scavi e gli studi effettuati nella zona di Gannat e nell’ambito del progetto di ricerca collettiva dedicato al sud dell’Allier durante la protostoria e l’antichi sono organizzati dall’Università di Toulouse Jean Jaurès e dal Laboratorio TRACES-UMR 5608, e realizzati con il supporto del Servizio Regionale di Archeologia Auvergne-Rhône-Alpes, del Servizio di Archeologia Preventiva del dipartimento di Allier (SAPDA) e del Musée d’Art et d’Archéologie Anne de Beaujeu di Moulins.

Foto: C. Fresillon

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