Era stata scoperta e presentata alla stampa nel novembre del 2020: adesso la coppia diatreta rinvenuta ad Autun, in Francia, svela i suoi segreti a seguito degli studi che su questo raro oggetto sono stati compiuti dagli archeologi. La coppa diatreta è il più pregiato vaso di vetro della produzione romana: oggetto lussuoso, si diffuse attorno al IV secolo ed era composto da un contenitore in vetro e da un guscio decorativo esterno, molto elaborato, attaccato al contenitore attraverso alcuni supporti. Si conosce appena una cinquantina di esemplari di oggetti di questo tipo, e molto pochi sono quelli completi.
La coppa scoperta in Francia è stata trovata, come detto, nel novembre 2020: è emersa dallo scavo di una necropoli dell’antico insediamento paleocristiano chiesa di Saint-Pierre-l’Estrier, e la coppa si trovava all’interno di un sarcofago di pietra. È stato ritrovato in frammenti, ma è un esemplare completo: datato fin da subito al IV secolo dopo Cristo, è stato poi consegnato dall’Inrap - Institute National de Recherches Archéologiques Préventives, al Römisch-Germanisches Zentralmuseum di Magonza (Germania), che lo ha restaurato e studiato per restituirlo ad Autun, dove è tornato il 22 ottobre.
La coppa di Autun, oggetto molto prezioso (di 15 cm di diametro, altezza 12,6 cm), fu offerta ad una persona importante, probabilmente vicina al potere imperiale È leggermente inclinata di lato e il suo bordo non è perfettamente circolare. Sulla fascia centrale si sviluppa un’iscrizione latina, che recita “VIVAS FELICITER” (“Vivi con felicità”), sormontata da un bordo decorato con ovali. Una rete in filigrana di otto ovali a forma di cuore, con rosetta circolare, costituisce la base del vaso. L’iscrizione, composta da grandi lettere in rilievo, trova rari confronti nel mondo antico. Le lettere, circostanza eccezionale, sono molto ben conservate, con un arco a coste o un separatore a forma di “V” che segna la fine della frase. Il vaso ha un difetto sorprendente: la lettera C sembra infatti essere stata aggiunta in seguito. Il vetro in cui viene eseguita questa riparazione è chimicamente identico ma visivamente diverso nel suo aspetto opaco, quasi lattiginoso. Secondo gli studiosi, si sarebbe verificato un incidente durante la produzione della lettera: il vetro venne quindi fuso per sostituire la C, e questa circostanza probabilmente ha contribuito all’aspetto insolito e alla consistenza del vetro.
Questo singolare oggetto presenta un’ulteriore particolarità: ne è stato infatti studiato il contenuto, ancora presente all’interno, e l’analisi ha rivelato una miscela di oli, piante e fiori oltre, e anche tracce di “ambra grigia”, una sostanza prodotta dall’apparato digerente del capodoglio, molto rara e profumata, e usata fin dai tempi antichi per creare cosmetici di lusso. Questo prodotto estremamente raro e prezioso, a volte indicato come “tartufo di mare” o “vomito di balena”, viene poi utilizzato per le sue proprietà aromatiche e medicinali. Ezio d’Amida, medico greco vissuto a cavallo tra V e VI secolo, lo cita come componente di una ricetta del “nardo”, un profumo destinato alla chiesa. Le analisi effettuate sulla coppa diatreta ne fanno attualmente la più antica testimonianza archeologica dell’uso di questa rarissima sostanza.
La necropoli in cui è stata rinvenuta la coppa diatreta fu attiva dall’inizio del III secolo alla metà del V secolo, con la maggior parte delle tombe che sono del IV secolo. Testi antichi ci dicono anche che i primi vescovi di Autun furono sepolti in questo vasto spazio funerario di tre ettari. Tra i defunti vi erano probabilmente cristiani ma anche individui di altre religioni antiche. I sarcofagi in pietra rinvenuti nel sito contenevano pochissimi oggetti, ma tutti molto preziosi: tessuti d’oro e porpora, spille d’ambra, gioielli d’oro. Ma il pezzo più bello e singolare è senza dubbio la coppa diatreta.
Francia, la rarissima coppa diatreta scoperta nel 2020 svela i suoi segreti |