A Ercolano riaprono la Casa del Colonnato Tuscanico e la Casa del Sacello di legno


Riaprono dopo oltre venticinque anni due tra le più belle residenze dell’antica Ercolano: la Casa del Colonnato Tuscanico e la Casa del Sacello di legno.

Riaprono dopo oltre venticinque anni due tra le più belle residenze dell’antica Ercolano: la Casa del Colonnato Tuscanico e la Casa del Sacello di legno. Sono entrambe simbolicamente rappresentative dell’origine dell’antica Ercolano: la prima per un dipinto dove è raffigurato il sacrificio di fondazione della città da parte di Ercole, la seconda per il ritrovamento di una statuetta dello stesso eroe nel larario da cui prende il nome la dimora.

La riapertura, alla presenza del Ministro della Cultura Alessandro Giuli e del Viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Edmondo Cirielli, segna la conclusione della prima fase del Progetto Domus.

Le Domus restaurate

La Casa del Colonnato Tuscanico si trova al centro della città antica con ingresso principale dal Decumano Massimo. Il nome deriva dal tipo di colonne utilizzate nel peristilio che racchiudeva il giardino domestico. La casa fu scavata negli ultimi anni della direzione Maiuri tra 1959 e 1960 e i restauri completati nei primi anni Settanta del Novecento. Scavi archeologici condotti durante questo restauro hanno confermato che l’attuale planimetria, a forma di L rovesciata, deriva dalla fusione di due unità abitative del II secolo a.C. unificate soltanto nella prima età imperiale a seguito di una complessiva riorganizzazione dell’intero settore nord-occidentale dell’Insula in cui venne edificato anche il Collegio degli Augustali. Le fauces (ingresso) sono affiancate da due botteghe aperte sul Decumano Massimo ma comunicanti con l’abitazione, quindi gestita da chi abitava la casa. La bottega, con ingresso al civico 16, era in origine un cubicolo aperto sull’atrio, dipinta in III Stile con una scena di sacrificio alla presenza di Ercole. Sull’atrio, con originale impluvio di tufo rivestito di marmo in età imperiale e trasformato in fontana, si apre un altro corridoio dal quale si accede al peristilio con colonne che dà il nome alla casa. A destra nel peristilio si apre il triclinio, la grande stanza conviviale con una coppia di semicolonne sull’ingresso volutamente più largo per avere una migliore vista sul giardino le cui pareti sono decorate con immagini di Bacco e di Apollo. Sul lato ovest del peristilio si aprono gli ambienti di servizio: la cucina, con bancone e pittura di larario con serpenti agatodemoni, e i ripostigli. In una stanza al primo piano furono trovate 14 monete d’oro e un sigillo di M(arco) Co(minio) Fru(gi) probabile nome dell’ultimo abitante o proprietario della casa.

La Casa del Sacello di legno deve il suo nome a un bellissimo armadio con larario in legno a forma di tempietto con capitelli corinzi, ritrovato carbonizzato in un cubicolo al piano terra a destra dell’ingresso. La domus, seppur con piccole trasformazioni avvenute nel corso del tempo, ha conservato fino alla sua ultima fase di vita il tipico aspetto delle dimore ercolanesi di II secolo a.C. Ne è dimostrazione la disposizione planimetrica delle stanze con la canonica successione di ingresso, fauces, atrio, tablino. Nell’atrio sono addirittura visibili le tracce di un antico loggiato (cenaculum) che si doveva sviluppare sul tablino e sulle stanze affacciate sul V Cardo, secondo un modello che ad Ercolano è ben rappresentato dalla Casa Sannitica. All’interno del larario furono trovati, tra l’altro, una statuetta di Ercole e un sigillo di Lucio Autronio Euthimione, ultimo proprietario della domus. Oggi la casa appare spoglia con pochi avanzi di decorazioni riferibili alla sua ultima fase di vita, ma in antico doveva avere una certa dignità nonostante il modesto sviluppo planimetrico. Lo conferma il bel pavimento del tablino che mostra un cocciopesto decorato con motivi geometrici ottenuti mediante l’inserimento di tessere bianche, databile tra il II ed il I secolo a.C. Proprio in corrispondenza dell’ingresso a questa stanza, è stato realizzato un saggio archeologico che ha permesso di indagare i livelli sottostanti la pavimentazione in cocciopesto dell’atrio portando alla scoperta di una canaletta in mattoni e muratura, orientata Est-Ovest, che veniva utilizzata per convogliare le acque dei tetti nella vasca dell’impluvio e da qui nella sottostante cisterna. Era dunque parte del sistema di accumulo d’acqua piovana che serviva al fabbisogno degli abitanti i quali potevano recuperarla attingendola attraverso l’imbocco circolare presente sul lato Sud della vasca: un elemento che resterà attivo fino all’ultimo momento di vita dell’edificio e che testimonia in maniera diretta il fatto che in questa domus, a differenza di molte altre presenti ad Ercolano, non vi era acqua corrente quando giunse l’eruzione del 79 d.C.

Le Domus restaurate
Le Domus restaurate
Le Domus restaurate
Le Domus restaurate

App digitale

Oltre alle Domus restaurate, sono stati presentati il nuovo allestimento della Stanza del Custode del Sacello degli Augustali, i lavori in corso alle Terme Suburbane e le manutenzioni straordinarie su scala urbana.

Inoltre i visitatori possono usufruire di una nuova App mobile per dispositivi Android e iOS, parte integrante del progetto Ercolano Digitale, disponibile in nove lingue e scaricabile gratuitamente dai principali store; la app sfrutta la tecnologia WiFi e LiFi del Parco per trasmettere automaticamente informazioni contestuali ai dispositivi dei visitatori; grazie a una rete capillare di beacon Bluetooth, i contenuti si aggiornano in tempo reale in base alla posizione dell’utente. Cinque percorsi tematici permettono di personalizzare la visita in base ai propri interessi, all’età e al tempo a disposizione, rendendo l’esperienza accessibile a tutti.

II Direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano, insieme ai rappresentanti del Packard Humanities Institute (Richard Hodges, Jaime Garcia e Jane Thompson), l’ente filantropico che affianca il sito archeologico in un partenariato pubblico-privato attivo da 24 anni, ha evidenziato l’eccezionale complessità degli interventi di restauro sulle domus appena riaperte e l’innovativo approccio adottato per la tutela e la valorizzazione del patrimonio.

Grazie all’accordo siglato con il Packard Humanities Institute nel luglio 2024, si prospettano nuove iniziative: la realizzazione di depositi, laboratori e uffici, oltre alla ripresa, dopo quasi un secolo dagli scavi condotti da Amedeo Maiuri, di indagini archeologiche su larga scala nell’area orientale della città.

Dichiarazioni

“A un quarto di secolo dalla loro chiusura, le dimore della Casa del Colonnato Tuscanico e della Casa del Sacello di legno riaprono i battenti, restaurate con sapiente maestria, segnando il compimento della prima fase del Progetto Domus”, ha dichiarato il ministro della Cultura Alessandro Giuli. “L’ultraventennale alleanza con il Packard Humanities Institute si conferma feconda e lungimirante. Un sodalizio che proseguirà con un investimento di circa 45 milioni di euro, consentendo la ripresa degli scavi archeologici nel sito, lo studio e l’applicazione delle nuove tecnologie alla ricerca e alla fruizione del patrimonio, la costruzione di depositi e laboratori”.

“La riapertura di due domus e la realizzazione della App Ercolano, frutto della più che ventennale collaborazione con la Fondazione Packard”, ha commentato il Vice Ministro per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, “testimonia quanto lo straordinario patrimonio culturale campano possa attivare importanti canali di diplomazia culturale, capaci di innescare lo sviluppo armonioso del territorio portando crescita, conoscenza e occupazione di qualità. La valorizzazione di Ercolano continua così ad aprire a importanti prospettive nel dialogo transatlantico tra Italia e USA, contribuendo al contempo alla tutela di un sito archeologico di grande importanza”.

“Il nostro obiettivo è quello di rendere il Parco Archeologico di Ercolano un luogo dove storia, cultura, tecnologia, ma anche familiarità con le nostre origini che definirei quasi sentimentale, si intrecciano per offrire ai visitatori un’esperienza senza precedenti”, ha dichiarato il Direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano. “La sfida principale che ha caratterizzato l’intero intervento sulle domus ha riguardato la necessità di contemperare esigenze tecniche e di conservazione (come ad esempio ripristinare la stabilità strutturale) con una presentazione al pubblico che ne esaltasse le caratteristiche che le rendevano spazi del buon vivere, di vita raffinata e operosa della quale esse sono testimonianza di grandissimo valore storico e monumentale. L’ampliamento dell’area di fruizione grazie all’apertura delle domus in cui si è intervenuti è parte integrante di una visione del sito rivolta al futuro che comunica valori universali. Per farlo ci si è avvalsi delle nuove tecnologie che contribuiscono a far conoscere al mondo la ricchezza storica di questo patrimonio dell’Umanità in modo innovativo e accessibile a tutti. Con la nuova App, ogni visitatore potrà non solo esplorare i nostri siti, ma anche entrare in contatto con il nostro archivio digitale, un patrimonio che cresce ogni giorno grazie al lavoro di conservazione e ricerca che portiamo avanti con passione. Siamo pronti a proiettare nel futuro il nostro straordinario passato, e siamo pronti anche al l’avvio di nuovi scavi nell’area est della città antica: una ripresa storica delle ricerche resa possibile, come tanti altri importanti progetti, dall’eccellente partenariato pubblico privato con l’ente filantropico americano Packard Humanities Institute. L’approccio multidisciplinare e l’adozione di un piano di gestione del sito, a partire dal 2017, ha portato alla definizione di programmi di manutenzione a scala urbana che hanno disinnescato le emergenze, hanno permesso la riduzione delle aree di degrado e hanno garantito la tutela del patrimonio UNESCO”.

“Oggi festeggiamo gli ultimi esiti di un lungo cammino a Ercolano nella prospettiva e corresponsabilità della strada da percorrere nel prossimo, immediato futuro”, ha concluso Jane Thompson, manager incaricato della gestione del partenariato-pubblico su incarico delle fondazioni Packard. “Forte di 24 anni, a partire dal 2001, le azioni congiunte per la conservazione e valorizzazione della città antica insieme a progetti mirati a ripensare il suo rapporto con la città moderna attraverso la riqualificazione del quartiere confinante di via Mare, oggi il partenariato pubblico-privato sta entrando in una nuova fase, ancora più importante. La realizzazione di un nuovo complesso di edifici, arretrati verso sud rispetto al sito archeologico, consentirà l’eliminazione delle infrastrutture moderne esistenti a bordo scavo e l’arretramento degli attuali limiti di scavo verso est e sud. Questa “rivoluzione” crea le condizioni per due svolte epocali: la ripresa degli scavi archeologici verso est ad una scala paragonabile solamente a quella dell’epoca di Amedeo Maiuri; la creazione di un paesaggio verde per chi esplora la città antica, luogo accogliente sia la per la comunità locale quanto per i visitatori del sito archeologico. L’azione combinata di questi progetti farà del Parco Archeologico di Ercolano e del suo territorio, nel medio e lungo periodo, un importantissimo punto di riferimento internazionale per gli studi umanistici”.

Foto Emanuele Antonio Minerva © Ministero della Cultura

Le Domus restaurate
Le Domus restaurate
Le Domus restaurate
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