Concluso l’intervento di manutenzione straordinaria sull’antico teatro di Elea-Velia, che da circa un anno rientra nelle competenze del Parco Archeologico di Paestum e Velia. Un intervento volto a garantire la tutela del monumento, ma anche a renderlo accessibile ai visitatori, per il quale è stata spesa la cifra di 158mila euro.
I lavori si erano resi necessari a causa del degrado avanzato delle integrazioni delle sedute dell’edificio teatrale, già parzialmente ripristinate da un progetto di restauro di quasi vent’anni fa. Piante infestanti e infiltrazioni d’acqua minacciavano poi la tenuta dei blocchi originali, smontati negli anni Ottanta del secolo scorso per realizzare scavi stratigrafici nell’area ed essere rimontati durante il restauro promosso dalla Soprintendenza Archeologica di Salerno nel 2003. Grazie alla scelta di utilizzare un materiale diverso per le integrazioni moderne che ricalcano la sottostruttura in terra sulla quale poggiavano i blocchi delle sedute, ora la cavea del teatro è accessibile al pubblico. Al tempo stesso, i lavori recenti hanno conservato le caratteristiche di reversibilità e riconoscibilità dell’intervento del 2003, seguendone le scelte anche nel colore delle parti integrate.
Tra i primi a vedere il teatro a conclusione dei lavori è stato il Direttore generale dei Musei, Massimo Osanna, che ha commentato: “Ho molto apprezzato il lavoro che l’équipe del Parco Archeologico di Paestum e Velia sta realizzando. Ho voluto visionare personalmente quanto fatto su questo monumento, anche dopo aver letto l’accurata relazione tecnica di Francesca Condò, funzionaria architetto della Direzione Generale Musei, che qualche settimana fa era venuta al Parco per un sopralluogo. Devo dire che il risultato finale mi sembra molto positivo anche in considerazione della storia travagliata del monumento che rende gli interventi di restauro e manutenzione particolarmente complessi. Come è noto il teatro è stato completamente scavato e poi ricostruito e l’intervento di manutenzione attuale va a migliorare una situazione che era di grande degrado”.
“Abbiamo voluto rispettare il progetto promosso dall’allora soprintendente Giuliana Tocco” ha aggiunto il direttore del Parco archeologico di Paestum e Velia, Gabriel Zuchtriegel, che all’interno del Parco svolge anche le funzioni di Soprintendente, “superando però l’impossibilità, che esisteva formalmente anche se è stata spesso disattesa, di far accedere le persone alla cavea. A tal fine abbiamo coinvolto anche un ingegnere strutturista che ha valutato la stabilità del monumento. Oggi tutti possono accedere alle sedute della cavea, ovviamente rispettando delle regole come succede in tutti i siti archeologici. La finalità non è solo quella di usare l’edificio antico per spettacoli teatrali, ma anche di far accedere visitatori singoli e famiglie a un monumento che, grazie al suo restauro, ci può far riscoprire la sorprendente acustica dei teatri antichi. Chi si mette al centro dell’orchestra, infatti, può raggiungere le ultime file anche a voce bassa e senza microfono: una cosa da provare con figli, amici e scolaresche quando si potrà nuovamente visitare il sito che attualmente è chiuso per via dell’emergenza pandemica. È un modo concreto per far capire la maestranza degli antichi architetti che nella progettazione dei teatri badavano più al suono che non all’impatto visivo, come insegna Vitruvio nel libro V del suo trattato sull’architettura”.
Il teatro di Velia fu costruito intorno al 400 a.C. sul versante sud-orientale dell’acropoli della città magno-greca in un’area precedentemente occupata da un quartiere abitativo. La realizzazione del primo impianto rientra in una complessa riorganizzazione degli spazi dell’acropoli con imponenti opere di terrazzamento, funzionali oltre che alla costruzione del teatro, anche alla monumentalizzazione del santuario alle sue spalle, sede del tempio più grande della città, forse dedicato al culto di Athena. Successivamente il teatro subì una serie di ristrutturazioni e ampliamenti, raggiungendo il suo massimo splendore in epoca imperiale, quando a Velia, a differenza di altri centri magno-greci come per esempio la vicina Paestum, la lingua greca è ancora parlata. L’ultima fase di vita dell’edificio teatrale cade nel III sec. d.C.
"Velia è una città unica nel contesto della Magna Grecia“ ha commentato il direttore, ”non solo per la sua storia che la lega ai focei originari dell’Asia Minore, ma anche per la sua importante tradizione filosofica e medica. Sul tema della medicina e del suo rapporto con gli antichi saperi mediterranei vogliamo organizzare una mostra per la quale abbiamo ricevuto un cofinanziamento dalla Regione Campania. Non vediamo l’ora di accogliere nuovamente i nostri visitatori che a Velia nell’estate scorsa sono raddoppiati rispetto agli anni precedenti, un trend che fa ben sperare per l’attesa ripresa del settore culturale e turistico nel Cilento".
Nell’immagine, il Teatro di Velia dopo gli interventi di manutenzione
Il Teatro di Velia è ora accessibile al pubblico: conclusa la manutenzione straordinaria |