Non siamo certi che i resti di quell’edificio antico a Nazaret, Israele, siano proprio la casa in cui abitò il giovane Gesù, ma ci sono almeno buone probabilità che si tratti della casa che anticamente era ritenuta tale. Sono queste le conclusioni a cui è giunto, dopo diversi anni di studio, l’archeologo britannico Ken Dark, dell’Università di Reading, che ha appena raccolto le sue ricerche in un corposo volume intitolato The Sisters of Nazareth Convent. A Roman-period, Byzantine, and Crusader site in central Nazareth, pubblicato dalla Routledge.
La storia del ritrovamento inizia in realtà nel 1881, quando alcune suore incapparono in un’antica cisterna mentre erano in corso i lavori di costruzione del convento delle Sorelle di Nazaret. Scavando attorno alla cisterna (le suore, peraltro, furono le prime “archeologhe”, per quanto improvvisate, a interessarsi alla struttura, e raccolsero alcuni oggetti poi finiti nella collezione del convento) si scoprì un edificio caratterizzato da diverse stratificazioni, segno che era stato variamente modificato e utilizzato lungo i secoli. Fu l’archeologo francese Henri Senès, negli anni Trenta, a compiere i primi studi scientifici sul sito. Poi del sito delle Sorelle di Nazaret non si è più parlato fino al 2006, quando è stato avviato il Nazareth Archaeological Project, la prima spedizione archeologica professionale che ha scavato accuratamente il sito: la cittadina di Nazaret, per quanto famosa in tutto il mondo per i suoi legami col racconto evangelico, è stata in realtà piuttosto trascurata dagli studi archeologici.
Con gli scavi del Nazareth Archaeological Project si è scoperto che il nucleo più antico del sito è un’abitazione scavata direttamente nella roccia e risalente al I secolo dopo Cristo (la datazione è stata possibile proprio grazie agli oggetti ritrovati dalle suore, risalenti a quel periodo e compatibili con un insediamento abitativo ebreo), ma il sito è stato poi utilizzato anche come cava, sempre in epoca romana, poi come sepoltura, e poi ancora, in epoca cristiana, come chiesa. Secondo Dark, i resti dell’edificio sacro potrebbero essere quelli della cosiddetta “chiesa della Nutrizione”, tempio di cui si erano perse le tracce e che era stato costruito in epoca bizantina per preservare i resti di quello che, a quel tempo, si pensava fosse il luogo in cui Gesù era cresciuto. Della chiesa si fa menzione in un libro De Locis Sanctis scritto nel VII secolo dal monaco irlandese Adamnano di Iona: il volume è il resoconto del suo pellegrinaggio in Terra Santa compiuto nel 698. Nell’VIII secolo tuttavia la chiesa era già in rovina, tanto che, tre secoli più tardi, i crociati, per preservarla, costruirono alcune mura attorno alla struttura. Fu però tutto inutile perché la chiesa venne poi demolita nel XIII secolo.
Dark ha studiato per anni il sito scoperto nel 1880 dalle suore di Nazaret ed è giunto a conclusione che quei resti siano proprio quelli della chiesa della Nutrizione. Non si tratta di novità assolute, perché già nel 2015 Ken Dark aveva pubblicato un articolo sulla rivista Biblical Archaeology Review dell’Università di Reading domandandosi se quella inclusa nei resti della chiesa fosse davvero la casa di Gesù: semplicemente adesso i suoi studi trovano una sistemazione in un volume più ampio. “La chiesa”, ha detto l’archeologo alla rivista Artnet, “è quasi sicuramente l’edificio descritto da Adamnano. Era molto grande, decorata in maniera elaborata, e risale probabilmente al V secolo. Include anche una cripta, anch’essa descritta nel libro. E nella cripta, come riporta Adamnano, ci sono anche due tombe di epoca romana, e tra quelle tombe c’è una casa: quella casa, dice Adamnano, è il luogo in cui Gesù crebbe. Dunque, abbiamo trovato la chiesa, abbiamo trovato la cripta, abbiamo trovato la casa”.
Naturalmente non abbiamo la sicurezza matematica che quella sia proprio la casa di Gesù: già nel 2015, Dark scriveva che “è impossibile stabilire su basi archeologiche” che quella sia davvero l’abitazione del piccolo Messia. “D’altro canto”, aggiungeva Dark, “non ci sono neppure buone ragioni archeologiche sulla base delle quali poter confutare questa identificazione. Quello che possiamo dire è che questo edificio è probabilmente quello dove i costruttori della chiesa bizantina ritenevano che Gesù avesse trascorso la sua infanzia a Nazaret”. Nel libro della Routledge, di 284 pagine, Dark ripercorre la storia dello scavo del sito noto che prende nome dalle Sorelle di Nazaret, descrive gli studi condotti dal Nazareth Archaeological Project del 2006 e riassume la storia della chiesa e della casa ritenuta dagli antichi bizantini del IV secolo quella del piccolo Gesù.
Nella foto, la struttura ritenuta la casa di Gesù
Nazaret, archeologo britannico: “secondo gli antichi questo edificio era la casa di Gesù” |