Si è conclusa la campagna di scavo sull’Acropoli di Cuma diretta dal professor Carlo Rescigno, ordinario di Archeologia Classica all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Fin dal 2011 il progetto Cuma - scavo aperto, giunto alla sua ottava edizione e in collaborazione con Laboratorio Capys, si è concentrato in particolare sul tempio della terrazza superiore (chiamato Tempio di Giove) e sul pianoro inferiore alle pendici orientali. Un laboratorio formativo per studenti e giovani ricercatori; le nuove ricerche hanno contribuito a delineare le trasformazioni architettoniche, gettando luce sulle pratiche devozionali e sulle prime frequentazioni della terrazza a scopo cultuale.
Il direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei Fabio Pagano ha sottolineato come da questa attività di scavo siano state rinvenute testimonianze della Cuma bizantina. L’attuale campagna di scavo si è posta in continuità con quella che si è tenuta nel 2019, quando venne identificata una struttura absidata, in merito alla quale si era pensato si trattasse di una chiesa. L’ipotesi è stata confermata perché gli archeologi hanno scoperto sul pianoro inferiore un’altra chiesa con la sua area sepolcrale che presenta l’abside, un presbiterio isolato e sopraelevato e una grande navata.
L’abbandono di questo edificio potrebbe essersi verificato in seguito a un terremoto. Secondo quanto raccontato dagli archeologi, a contatto con il pavimento era il tetto, poi le pareti sgretolate e infine una colonna crollata con il suo capitello ionico in marmo di età imperiale. Un ritrovamento che aggiunge dettagli alla fase storica successiva della città di Cuma.
Acropoli di Cuma, scoperti resti di una chiesa con abside, abbandonata forse dopo un terremoto |