Puntata 9 - 24 ottobre 2014
Durata: 32'14"
Clicca qui per il download diretto
Nel Quattrocento, la città di Ferrara conobbe un periodo di grande splendore, che favorì la nascita di una scuola artistica locale: Cosmè Tura ne è considerato il fondatore, nonché forse il maggior rappresentante. Formatosi in un contesto di altissimo livello, soggiornò probabilmente nella vicina Padova guardando ad Andrea Mantegna, a Donatello, a Francesco Squarcione. Ne risultò quindi uno stile molto duro, caratterizzato da un segno nervoso, da intenso espressionismo e da un decorativismo fantasioso, estroso e sovrabbondante: un'arte quindi non per tutti, ma di sicuro estremamente moderna e originale. L'arte di Cosmè Tura fu fondamentale per gli sviluppi successivi della scuola ferrarese in quanto tutti gli artisti più giovani si misurarono con lui, e fece sentire la sua eco fino al Novecento. Sono pochi però i capolavori di Cosmè Tura che si conservano: con Ilaria e Federico scopriamo quelli più belli.
Immagine: Calliope (particolare),
1460 circa; tempera e olio su tavola, 116 x 75 cm; Londra, National Gallery.
1433 circa | Cosimo di Domenico di Bonaventura nasce a Ferrara attorno a quest'anno. Il padre, Domenico, di mestiere fa il calzolaio. Il nome con cui il pittore è universalmente noto è un diminutivo dialettale: “Cosmè” sarebbe “Cosimino” in ferrarese, mentre “Tura” è il diminutivo del patronimico (il nonno, Bonaventura, era un contadino). La data di nascita non è stata chiarita con sicurezza: Domenico ebbe un figlio di nome Cosimo nato prima del 12 luglio del 1430, ma il bambino è citato come “quondam” (ovvero defunto) in un documento del 1433. È dunque probabile che Domenico abbia chiamato Cosimo anche il secondo figlio (cioè il pittore) in memoria del primo. |
1451 | È definito per la prima volta pittore. |
1452 | Risulta assente da Ferrara per un periodo di circa quattro anni: probabilmente compie un soggiorno a Padova dove si aggiorna sull'arte di Andrea Mantegna, Donatello e Francesco Squarcione. |
1456 | È di nuovo a Ferrara dove è stipendiato dalla corte estense. |
1460 | Realizza all'incirca attorno a quest'anno le prime testimonianze artistiche che ci rimangono, come laMadonna col Bambino oggi alla National Gallery di Washington e laPietà del Museo Correr di Venezia. Nello stesso anno è attivo nella Delizia di Belfiore (poi demolita in epoche successive), dove lavora a due opere per lo Studiolo: la Tersicore, realizzata forse assieme ad Angelo Maccagnino, e la Calliope. |
1469 | L'artista compie un viaggio a Venezia, dove tornerà nel 1472. Nello stesso anno dipinge le ante dell'organo per il Duomo di Ferrara. |
1474 | L'abate Bartolomeo Roverella incarica il pittore di eseguire una pala in memoria del fratello Lorenzo Roverella, vescovo di Ferrara: è la famosa Pala Roverella, le cui parti oggi sono divise in diversi musei in tutto il mondo (il pannello centrale è alla National Gallery di Londra). |
1484 | Realizza attorno a quest'anno il Sant'Antonio da Padova oggi alla Galleria Estense di Modena. |
1486 | Abbandona la sua attività al servizio degli estensi, probabilmente per questioni economiche. |
1487 | Redige un testamento dove risulta essere in possesso di uno studio di pittura in una delle torri delle mura di Ferrara. Nello stesso anno fa legittimare il figlio Damiano, nato dalla sua domestica Orsolina di Bertesio, che l'artista non avrebbe mai sposato. |
1490 | Cosmè scrive una lettera a Ercole I d'Este in cui lamenta le proprie misere condizioni economiche e richiede il pagamento arretrato di un dipinto che aveva eseguito sei anni prima per la chiesa di San Niccolò a Ferrara. |
1495 | L'artista scompare a Ferrara nel mese di aprile e viene sepolto nella chiesa di San Lorenzo oltre Po. |