Recenti scoperte sull'arte di Baciccio

La nota

2013, Ottava puntata

In questo articolo, Giovanni ci parla di alcune delle recenti scoperte e attribuzioni che riguardano l'arte di Giovan Battista Gaulli, meglio noto come il Baciccio o il Baciccia (il diminutivo del suo nome in genovese). Tra queste scoperte, dipinti e ritratti ma anche interessanti bozzetti tridimensionali per i grandiosi affreschi che hanno reso il Baciccio uno dei grandi nomi della storia dell'arte.

I maggiori esponenti in pittura del Barocco romano sono, come è noto, Pietro da Cortona (1597-1669) e il Baciccio (1639-1709), che riescono a dominare il panorama artistico grazie alla varietà della loro produzione, cha va dai grandi cicli decorativi alla pittura di storia, alle pale d'altare, alla ritrattistica, alla illustrazione, interpretando in pieno e sempre ai massimi livelli le aspettative di esigenti committenti, pontefici e alti membri della curia romana, volte alla comunicazione di massa per immagini, in chiave trionfalistica, dei principii del Cattolicesimo.

Se il Cortona aprì la grande stagione del Barocco romano assieme a Bernini e Borromini, il Baciccio ne raccolse l'eredità, facendo di quello stile un fenomeno dal respiro internazionale attraverso la decorazione del Gesù, in seguito continuamente imitata. Non è un caso se dopo la scomparsa del Berrettini, il Gaulli iniziava ad affermarsi nell'ambiente romano, con la clamorosa decorazione dei pennacchi in S.Agnese in Agone, quasi un cambio di testimone.

Nell'ambito della vasta produzione del Baciccio, uno dei più sorprendenti ritrovamenti degli ultimi anni riguarda probabilmente il monumentale "Pasce oves meas", acquisito dalla Galleria Nazionale di Cosenza. Citato nell'inventario testamentario di Giulio Gaulli del 1761, il quadro risale agli ultimi anni dell'attività del maestro, e sembra strizzare l'occhio al bassoriliveo del Bernini nell'atrio di San Pietro. Il dipinto apparteneva alla collezione del marchese Di Francia a Vibo Valentia, una raccolta assai prestigiosa se includeva anche tele attribuite a Luca Giordano, Lorrain, Correggio, Annibale Carracci Poussin e tanti altri.

Per quanto riguarda la ritrattistica sono emersi tre importanti opere: un bellissimo "Ritratto di dama di casa Durini", oggi al Castello Sforzesco di Milano, un "Ritratto di dama in veste di Cleopatra" del Blanton Museum di Austin, USA, e il "Ritratto del cardinale Alfonso Litta", in collezione privata. Tra questi, particolarmente felici sono i ritratti femminili, che confermano la tendenza del Gaulli ad abbigliare le signore dell'aristocrazia come matrone romane o personaggi del mondo antico, con stoffe e tessuti damascati dal disegno e fasto squisitamente barocchi. Alla fine si configurano come ritratti quasi fuori dal tempo per la foggia, ma pienamente inseriti nella loro epoca per la plastica berniniana e la ricca enfasi decorativa. Negli anni 70 del Seicento, papa Clemente X Altieri commissiona a Baciccio la decorazione della cupola e di sei mezze lunette dell'atrio della Cappella del Battesimo della Basilica Vaticana, per cui l'artista fornisce i modelli da trasferire in mosaico. E di quel ciclo, mai portato a compimento, negli ultimi anni sono emersi alcuni progetti. Ad esempio, a Aix-en-Provence è stato rintracciato uno di quei modelli tridimensionali usati dall'artista per i suoi studi (a Roma, nella Galleria di Palazzo Spada, ne è conservato un altro, per il “Trionfo del Nome di Gesù”).

Baciccio, dunque, aveva già realizzato il modello in legno dipinto per la cupola, ma per motivi non conosciuti la progettazione si protrasse negli anni e venne ripresa solo per impulso di Clemente IX nel luglio del 1708. Quella per la cappella battesimale fu probabilmente una delle imprese più controverse nella produzione del Baciccio se negli ultimi dieci anni sono emersi, ancora, due bozzetti preparatori per i mosaici dell'atrio dello stesso ambiente, "San Paolo battezza una giovane donna" e "San Pietro battezza il centurione Cornelio". Provenienti dalla collezione Busiri-Vici, e oggi nel Barockmuseum di Salisburgo, i due notevoli dipinti erano custoditi sicuramente in casa Gaulli, come conferma ancora una volta l'inventario di Giulio Gaulli del 1761, ove figurano oltre a vari studi per la cupola anche quelli per le lunette. Ai bozzetti dovevano necessariamente seguire cartoni o modelli in scala naturale, mai trasferiti in mosaico visto che Baciccio non portò a termine la commissione, essendo sopraggiunta la morte durante la fase di realizzazione. Se i progetti per la cupola sono riferibili agli anni tra il 1675 e il 1680, quelli per le lunette invece sono posteriori, e databili al 1708-9. La datazione così tarda sembra torvare conferma anche dall'analogia tra la figura della giovane che riceve il battesimo da san Paolo e la regina battezzata da san Francesco Saverio nella pala d'altare di S.Andrea al Quirinale a Roma, databile tra il 1705 e il 1709.

Nel 1709, alla morte del Baciccio, nonostante il tentativo dei figli di far realizzare i progetti del padre agli allievi, l'incarico venne affidato a Francesco Trevisani, sui cui modelli sono stati poi realizzati i mosaici.

Giovanni De Girolamo








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