Grandissimo e ineguagliabile fu il genio di Leonardo da Vinci, e il disegno era forse il suo strumento preferito non solo per preparare le opere d'arte ma anche e soprattutto per progettare, registrare, annotare, studiare. Ci rimane solo un terzo della sua vasta produzione grafica, e una parte di questa è conservata nel cosiddetto Codice Atlantico conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano: è proprio il Codice l'argomento dell'interessante articolo di Ambra.
Fu lo scultore Pompeo Leoni che nel tardo Cinquecento assemblò le varie parti
di quella che può esser oggi considerata una delle più affascinanti e vaste
raccolte di scritti e disegni esistenti al mondo.
Codice Atlantico è il suo nome, derivante dal formato dei fogli tipico degli
atlanti geografici dell'epoca, un'epoca in cui Leonardo fu artista, architetto,
scienziato e ingegnere, figure professionali che ben si evincono dalla varietà dei
1750 disegni che egli compì in oltre quarant'anni, dal 1478 al 1519.
Il codice, composto da 119 fogli e diviso in 12 volumi, abbraccia una moltitudine di materie che approfondiscono lo studio di “disegni, modelli plastici, anatomie con altre preziose reliquie del studio di Leonardo” così come scrisse Giovanni Ambrogio Mazenta, famoso architetto milanese vissuto tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento.
“Se in me tutte queste cose sono state o no cento venti libri da me composti ne
deriva sententia del sì e del no, nelli quali non sono impedito né d'avaritia o
negligentia ma sol dal tempo.”
Con queste parole lo stesso Leonardo nel primo dei suoi quaderni di anatomia
dichiara l'esistenza di 120 volumi manoscritti di proprio pugno che nel suo
testamento redatto in Francia nel castello di Amboise nel 1519, lascia in eredità
al suo discepolo prediletto Francesco Melzi.
Senza confini è la genialità di una personalità unica come quella di Leonardo da
Vinci, che nei secoli non finisce mai di affascinare i nostri sguardi miopi e le
nostre menti umili che mai arriveranno ad uguagliare chi unico fu ed unico
rimarrà.
E se ancora oggi quei volumi, custoditi nel caveau della Biblioteca Ambrosiana
di Milano, risultano ai più cosa sconosciuta, custodiscono un sapere così vasto
che ognuno di noi stenta a credere che sia giunto a noi solo un terzo della sua
completa produzione cartacea.
Ambra Grieco