Il Cinquecento fu un secolo di grandi cambiamenti nella storia ma fu anche il secolo che vide le grandi lotte tra gli artisti nella Firenze prima repubblicana e poi ducale: grandi nomi, tra cui spiccavano quelli di Giorgio Vasari, Baccio Bandinelli, Benvenuto Cellini, Bartolomeo Ammannati e molti altri erano in lotta e in rivalità per aggiudicarsi le maggiori commissioni. L'articolo di oggi di Ambra ci offre qualche spunto su quegli anni, con un occhio di riguardo verso colui che fu forse il più agguerrito e polemico dei contendenti: Baccio Bandinelli.
Curiosa ed intrigante si rivela la scoperta di alcuni sonetti scritti contro quella palese
simbologia antirepubblicana che si ben si evince da una delle opere più famose di
Bartolomeo Brandini, meglio conosciuto come Baccio Bandinelli.
Molte polemiche suscitò quell'Ercole e Caco, più volte criticato per lo stile
accademico, fastoso e privo di ben che minima espressività.
A tal riguardo, chiare ed efficaci son le parole di Benvenuto Cellini, suo acerrimo
nemico che nella sua Vita non ebbe timor di paragonar l'opera ad "un saccaccio di
poponi appoggiato a un muro".
Continue furono le discordie che si insidiarono fra le loro vite, basti pensare alle
ripetute calunnie che Baccio Bandinelli riversò sulla reputazione del povero Celini
agli occhi del Granduca.
E quando la lotta sembrò farsi più dura, fra le gelosie e le paure di perdere importanti
commissioni artistiche da parte del potere, egli giunse anche a modificare il suo atto
di nascita al fine di ottenere privilegi da parte dell'imperatore Carlo V.
E nella storia, quell'intima storia che muove silenziosa le pedine più importanti di
quella scacchiera che in fondo altro non è che la nostra vita, Baccio riuscì, fra
fortuna e disgrazia, meriti ed ingiustizie, a guadagnarsi più d'altri la stima e la
protezione dei Medici.
E furono proprio loro che spinsero il suo operato fino a Roma dov'egli ebbe la
fortuna di realizzare alcune statue per le tombe di Leone X e Clemente VII in Santa
Maria sopra Minerva.
Ma se l'arte, la vera arte è ciò che veramente permane nella storia, Baccio Bandinelli
dimostrò di esser un manierista raffinato ed eclettico che ben si formò sullo studio
della scultura del primo Quattrocento e di quella antichità classica che lo rese uno
degli artisti più importanti della sua epoca.
E se quella maniera così ben descritta da Vasari nelle sue due edizioni delle Vite come
il“modo di lavorare proprio di un artista o di una scuola”, ben si evince dalle sue
opere, anche il suo carattere combattivo e privo di scrupoli si può facilmente
comprendere dal suo excursus di vita, una vita nella quale molto spesso il fini
giustificò i mezzi da lui adottati.
Ambra Grieco