Giusto de' Menabuoi fu indubbiamente un pittore moderno perché contribuì a diffondere nel nord Italia le novità del linguaggio giottesco, ma al contempo in alcune composizioni mantenne un gusto arcaico, di sapore bizantineggiante. Ambra ci parla dello stile di Giusto de' Menabuoi e di un'opera esemplificativa delle caratteristiche della sua arte: la Madonna col Bambino del Museo Diocesano di Padova.
Pittore di corte dei signori Da Carrara, Giusto de' Menabuoi fu senza alcun dubbio
uno tra i più abili artisti attivi a Padova nella seconda metà del Trecento.
Sempre fedele e devoto al linguaggio giottesco, egli si dedicò con passione allo
studio dello spazio impreziosito dalla sua cromia vivace e brillante che nelle pitture
mai dimentica quel gusto narrativo di stampo tipicamente settentrionale.
Quella sua inconfondibile monumentalità arcaica che spesso si evince dalle figure da
lui dipinte, ben si sposa con lo stile narrativo che denota a più voci l'influsso artistico
del contemporaneo Altichiero.
Ma quali sono le differenze che separano i due artisti nel panorama settentrionale
italiano del tardo Trecento?
Interessante risulta constatare che se il fiorentino Giusto de' Menabuoi tese ad una
arcaizzazione che rimase fedele al classicismo padovano, il veneto Altichiero si fece
interprete della cosiddetta “maniera moderna” che condusse l'artista ad un'attenta
osservazione della realtà quotidiana che costituì la caratteristica più saliente della
pittura gotica di tutt'Europa.
Un tono più ieratico si evince in Giusto de' Menabuoi derivante da un forte legame
con gli stilemi bizantini che caratterizzò composizioni pittoriche spesso affollate di
figure poste all'interno di spazi architettonici ampi e spaziosi.
E se la storia dell'arte è figlia del suo tempo, anche Giusto de' Menabuoi fu figlio e
seguace di quella corrente di pittori trecenteschi che seguirono le orme del divino
Giotto la cui influenza ben si evince in molte sue opere.
Un tipico esempio risulta essere la Madonna con Gesù Bambino recentemente
restaurata e dipinta da Giusto de' Menabuoi per la Cattedrale di Padova dove il
colore dell'incarnato della Vergine Maria ed taglio dei suoi occhi riportano alle sacre
immagini dipinte dal sommo Giotto.
Oggi l'opera può essere ammirata in tutto il suo splendore nella Sala del Trecento del
Museo Diocesano di Padova dove il piccolo corpo del Bambin Gesù avvolto in fasce
lascia solo scoperto il braccino destro in segno di una benedizione che si ripete nei
secoli dei secoli.
Ambra Grieco