Ad Alba, nella chiesa di San Giovanni Battista, si trova una delle pale d'altare più importanti di Macrino d'Alba, l'"Adorazione del Bambino", ma nello stesso edificio, nel presbiterio, è possibile ammirare un'altra affascinante opera la cui attribuzione è però dibattuta: la "Madonna col Bambino tra sant'Agostino e santa Lucia". Ambra ce la propone nel suo articolo di oggi!
Un uso familiare tipico dell'epoca in cui visse Gian Giacomo de Alladio, quello di
ridurre in nomignoli i difetti di un corpo "smunto, magro ed esile" tanto che egli si
guadagnò il soprannome di Macrino.
E proprio là, ad Alba, dove il pittore nacque nel lontano 1470, la chiesa di San Giovan
Battista conserva ancora oggi una delle sue più belle opere, dove la monumentalità di
una possente architettura rinascimentale inquadra la scena religiosa che si presenta
agli occhi dell'osservatore.
Su di un alto basamento, la Vergine ci appare seduta in trono con in braccio il suo
bambino in un'atmosfera calma e pausata dove una mirabile dolcezza chiaroscurale
fonde ogni elemento con la natura ed il paesaggio retrostante.
Il suo volto, leggermente inclinato ed impreziosito da un'aureola dorata in ricordo
della sua natura umana e divina, è portavoce di un messaggio universale, nel totale
adempimento della volontà di Dio creatore.
Piccolo ed esile il Bambin Gesù che in braccio alla madre allunga il suo braccino
destro fino a toccare le pagine di un libro che sant'Agostino gli rivolge con devozione
ed amore.
Il santo possiede i consueti attributi vescovili e si rivolge al Salvatore con il suo cuore
pieno di fede in atteggiamento umile e sereno insieme alla discreta presenza, sul lato
opposto, di una santa il cui capo, velato di bianco e circondato da un'aureola dorata fa
luce sul severo abito scuro che ella indossa.
Raffinato esponente del rinascimento piemontese, Macrino d'Alba fu portavoce di
grafie descrittive tipicamente quattrocentesche che donano a tale composizione un
tessuto cromatico ricco e delicato.
Attingendo in modo eclettico all'arte dell'Italia centrale, egli crea un solenne impianto
compositivo che ospita le sacre figure descritte con minuziosa severità narrativa.
Intelligente ed eclettico, catturò con furbizia le tendenze artistiche che ebbe modo di
veder fiorire sotto i suoi occhi durante un percorso artistico che partorì opere spesso
recanti la dicitura "Pictor Macrinus natus in Alba" come testimonia il celebre
polittico di Lucedio.
E se le opere di Macrino risplendono di mille colori, le parole d'ammirazione di Paolo Cerrato risuonano nei versi del suo De Virginitate:
Extremi subeunt: nonùmque feruntur in orbem
Angelici super astra chori: quis laetior aetas
Virgineos fingit vultus: atque ora venusta:
Quorum etiam in tenera laudares virgine formam.
Nudi omnes: rutilique comas: alisque coruscis
Tecti humeros: tales olim finxisse perennem
Macrini memini dextram: dum vita maneret.
Ambra Grieco